di Luca Mazzucato

NEW YORK. Perché ci si droga? Perché chi è contrario all'utilizzo della droga per sé vuole vietarne l'uso anche agli altri? È credenza comune che la propensione o meno all'uso della droga sia conseguenza di convinzioni religiose o politiche. Ma un recente studio di Robert Kurzban, dell'Università della Pennsylvania, l'atteggiamento verso le droghe ricreazionali è invece legato alla promiscuità sessuale.

Il campione analizzato riguarda un migliaio di persone, metà studenti universitari e metà reclutati su un sito internet di prestazioni di lavoro temporaneo, questi ultimi di età media trentacinque anni, per due terzi donne. Nel questionario, gli intervistati devono rispondere ad una serie di domande riguardanti convinzioni religiose, idee politiche, orientamento riguardo alla promiscuità sessuale e alla monogamia e livello di apertura verso nuove esperienze. Infine, viene chiesto loro se fanno uso di droghe quali marijuana, cocaina ed ecstasy e sono favorevoli o contrari alla legalizzazione di queste sostanze.

Ci sono tre possibili approcci alla questione del rapporto tra convinzioni politiche, attitudine riguardo alla droga e strategie riproduttive. Nell'approccio più diffuso, le ultime due, anche se indipendenti tra loro, seguono entrambe dalle convinzioni politiche. Nell'approccio evoluzionistico, le propria strategia riproduttiva determina sia le idee politiche che l'atteggiamento verso la droga. La terza via invece sostiene che le idee politiche plasmano la propria strategia sessuale, da cui deriva infine l'attitudine verso la droga.

L'esperimento condotto dai ricercatori di Philadelphia mostra chiaramente che, se mi dici quanto sei sessualmente promiscuo, allora ti dirò quanto ti piace la droga. Ovvero il fattore di gran lunga più predittivo dell'atteggiamento verso la droga è la propria strategia sessuale, in particolare la propensione o meno ad avere rapporti sessuali occasionali.

È stato infatti dimostrato che l'uso di droghe quali marijuana, cocaina ed ecstasy aumenta considerevolmente la promiscuità sessuale. Alla luce di questo fatto, la questione si spiega facilmente. Chi è propenso a rapporti occasionali è favorevoli all'uso di droghe che possono facilitare il successo della propria strategia e allo stesso tempo non vuole che il proprio stile di vita venga moralmente condannato o persino reso illegale.

Al contrario, ciascun partner in una coppia strettamente monogama vede come una potenziale minaccia l'utilizzo della droga. Cosa più importante, i fautori della monogamia vogliono vietare l'uso della droga a tutte le altre persone, per ridurre al minimo le minacce esterne alla stabilità della propria coppia.

Secondo il professor Kurzban, co-autore dell'articolo, si tratta solo della punta di un iceberg. “Ci aspettiamo che la relazione tra strategia sessuale e orientamento morale si presenti anche in molte altre aree, come ad esempio l'atteggiamento nei confronti della prostituzione, dell'educazione sessuale e dell'aborto.” Rimane ancora da dimostrare sperimentalmente se sia nato prima l'uovo o la gallina, cioè lo studio non pemette di stabilire se sia la strategia riproduttiva a determinare le scelte morali o viceversa.

Vale la pena di osservare una curiosa eccezione tutta italiana allo studio dei ricercatori di Philadelphia. Si tratta di alcuni senatori dell'Udc, grandi sostenitori della famiglia cristiana e della tolleranza zero contro ogni droga, ma colti spesso col naso imbiancato nei festini privati dove una prostituta sola non è mai abbastanza. Evidentemente costoro hanno paura che la propria promiscuità sia inversamente proporzionale a quella del resto della popolazione italiana.

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