di Fabrizio Casari

A tutti noi, padri o madri, genitori consapevoli o distratti, sarà capitato di pensare, almeno una volta, a cosa sarà il futuro dei nostri figli. Ma forse non sarà mai capitato di pensare che, quali che saranno le difficoltà che si troveranno davanti, potranno comunque crescere dal lato fortunato del mondo; quello dove la lotta è per un futuro migliore ma dove, almeno, il futuro esiste. Difficilmente, invece, ci si sofferma a pensare a chi, del futuro - se lo avrà - dovrà averne paura; a tutti coloro, cioè, che vivono nella parte del mondo che con le sue piaghe finanzia il nostro benessere. Sono i minori senza volto e senza nome, quelli sulle cui sofferenze si fondano profitti indegni che marciano di pari passo con silenzi ipocriti. Basta leggere i dati contenuti nel “Rapporto sulle violenze contro i minori”, presentato dal brasiliano Paulo Sergio Pinheiro al Segretario Generale dell’Onu Kofi Annan, che contiene cifre sulle quali il mondo cosiddetto “sviluppato” dovrebbe riflettere a fondo. Dal rapporto emerge un disastro umano di proporzioni catastrofiche: più dell’80% dei due miliardi di minori di 18 anni che vivono sul pianeta è castigato fisicamente e un terzo di essi subisce maltrattamenti con utensili di varia natura. Cinquantatremila l’anno non ce la fanno a sperare in qualcuno che li aiuti, la morte li raggiunge prima. Non c’è casa, non c’è famiglia, non c’è scuola che tenga, dal momento che sono comunque vittime di maltrattamenti e abusi 225 milioni di minori e ci sono percosse che arrivano fino all’abuso sessuale (uno ogni dieci). Di questi minori maltrattati, 150 milioni sono femmine, il resto maschi. E se la famiglia è un incubo, lavorare non è da meno. Nel 2004 erano 218 milioni i minori che lavoravano e, di questi, 126 milioni realizzavano lavori pericolosi.

Seguendo le statistiche del rapporto Onu, si scopre poi che 6 milioni di minori lavorano in condizioni di schiavitù, 2 milioni sono sfruttati dall’industria della pedo-pornografia e 1 milione e 200.000 sono proprio la “merce” oggetto di ogni traffico.
Il rapporto – 37 pagine che demoliscono la nostra “civile e democratica” coscienza - è stato elaborato con questionari inviati a tutti i paesi aderenti all’Onu, alle Agenzie di cooperazione internazionale, all’Unicef, all’Organizzazione Mondiale della Sanità e all’Organizzazione Internazionale del Lavoro nel 2004. Due anni, quindi, per conoscere, analizzare e denunciare la vergogna dei maltrattamenti ai minori.

Maltrattamenti che, in alcuni casi, durano tutta la vita, come quelli relativi ai circa 140 milioni di bambine che hanno sofferto mutilazioni genitali. Solo nel filo-occidentale Egitto e in Sudan, secondo i dati dell’Unicef raccolti nel rapporto, 3 milioni di bambine ogni anno sono vittime di escissione dei genitali esterni. E va sempre peggio, sia nei paesi cattolici che islamici, almeno sotto l’aspetto dell’ampliamento geografico del fenomeno, dovuto all’emigrazione che porta con sé, insieme alla speranza, anche gli usi peggiori, i retaggi patriarcali dell’odio edulcorati sull’altare delle tradizioni. E la sessualità negata è l’anticamera dei matrimoni forzati: 82 milioni di bambine sono infatti, ogni anno, costrette a sposare uomini che non hanno scelto, obbligate da padri che non hanno scelto e sprofondate in un abisso che scelte non ne offre.

Sarà bene che i teocons – d’oltreoceano o d’oltre Tevere che siano - ci risparmino le prediche gridate sulla mancanza dell’habitat familiare, dal momento che sono proprio le famiglie le cayenne dalle quali le vittime non trovano scampo. Padri e padrini, fratelli e cugini, zii e “amici di famiglia” compongono l’osceno reticolo dell’infamia, che vede sfogare le loro frustrazioni e le loro perversioni verso i più piccoli, più deboli e indifesi. Si calcola che circa 133 milioni di bambini siano testimoni diretti di comportamenti violenti tra le mura domestiche, che spesso, dalla madre ai figli, riproducono ciclicamente il terrore. E che i teorici dell’integrazione aguzzino la vista, giacché la scuola rappresenta il secondo livello di aggressione ai minori. A detta del rapporto Onu, tra il 20 e il 65% di questi dichiarano di soffrire abusi o molestie di vario genere proprio tra le mura scolastiche; di questi, la maggioranza appartengono a minoranze etniche o soffrono di handicap fisici o psichici, perché dove c’è violenza ed ignoranza, il razzismo trova la sua incubazione.

E non si creda che i luoghi di accoglienza, destinati proprio a lenire le sofferenze, a recuperare alla vita le persone maltrattate, siano esenti da questa triste classifica degli abusi. Otto milioni di minori vivono in centri di accoglienza, orfanotrofi, case famiglia e simili. Abbandonati o fuggiti dai maltrattamenti in casa, si rifugiano in luoghi dove l’abuso, semplicemente, ha solo cambiato indirizzo. Perché con la civiltà non si fanno affari, con i finanziamenti pubblici, invece, sì.
Quando poi la violenza subìta trasforma le vittime in carnefici, il castigo prosegue sotto altra forma: in 31 Paesi la legge permette castighi fisici ai minori – fino alla pena di morte – e ci sono 1.000.000 di minori detenuti in carceri per adulti. E questa statistica del sopruso, questa mappa dell'orrore, non enumera il fenomeno dei bambini-soldati, che imbracciano armi e muoiono per guerre scatenate dalle multinazionali dei diamanti che dirigono, con cinismo pari al profitto, dittatorelli sanguinari che trasformano l'Africa in un cimitero a cielo aperto. Le armi con cui combattono sono occidentali, europei e statunitensi i profitti; di africano c'é solo il sangue che si versa

Bisognerà ricordare, a tutti noi, che nessuna società può sopravvivere alla guerra contro la sua infanzia. E che essa non può essere ridotta a merce, perché senza riconoscimento dei diritti fondamentali dei minori, semplicemente, nega il diritto di tutti ad una vita degna. Conoscere e denunciare può aiutare a risvegliarci dal torpore ipocrita ed opulento nel quale siamo immersi, a scuotere l’indifferenza che sembra essere il tratto distintivo della sazietà dell’Occidente. Che prima di pensare alla libertà degli affari, farà bene a dedicarsi a quella di tutti noi. Bambini per primi

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