Seppure tutelati da normative e convenzioni internazionali e nazionali, i diritti dei minori stranieri non accompagnati – più di quindicimila in Italia e in aumento nell’ultimo triennio – si scontrano con una gestione emergenziale e che ha come priorità quella di trovare posti nei centri di accoglienza più che far fronte a situazioni individuali, fatte di casi critici e delicate vulnerabilità.

 

 

A Roma, particolarmente. Dove, stando a quanto riportato nel report “Roma: minori stranieri accompagnati e non”, redatto da A buon diritto, le criticità più riscontrate, sia nell’hub di via Ramazzini - una struttura gestita dalla Croce Rossa in cui vengono ospitati migranti in attesa di procedere con la relocation - sia nel presidio umanitario Baobab, sono diverse. A cominciare dall’accoglienza in strutture non idonee per i minori, la difficoltà di accesso alla procedura dovuta alle lungaggini amministrative per la lentezza nella nomina di un tutore, necessaria ai fini del proseguimento della pratica.

 

Ci sono poi le procedure di accertamento dell’età che risentono ancora di un sistema dai risultati imprecisi, perché fa affidamento sulle informazioni raccolte nel foglio notizie all’arrivo. Che però non sono sempre attendibili, perché frutto di un’attività svolta in un momento concitato e i rischi connessi, calcolabili, per esempio, nell’avvio di indagini se gli esiti dell’accertamento anagrafico fossero (e succede) diversi da quanto dichiarato dal minore. Costoro, oltre a dover sopportare i costi e i tempi del ricorso, corrono il pericolo di attendere lo svolgimento del procedimento in una condizione destabilizzante e intanto la permanenza nell’hub rischia di protrarsi per mesi, senza risposte certe.

 

Spesso, migranti palesemente minorenni rifiutano di dichiararsi tali per paura che la loro età interferisca con il progetto migratorio, con il grosso rischio, nell’intenzione di lasciare l’Italia autonomamente, di essere raggirati dai loro connazionali.

 

Ma d’altronde, l’esito si vede dalle premesse: fino all’approvazione della legge Zampa, a maggio 2017, l’hotspot approach non ha deposto a favore dei minori soli. Intanto, gli hotspot non hanno una disciplina dedicata e le norme scarne sono mutuate dalla legislazione sui centri di primo soccorso e assistenza, poi non è chiaro quanto le procedure di screening ed identificazione di un minore non accompagnato debbano protrarsi.

 

Così rimangono bloccati nella prima fase senza la possibilità di avanzare nei passaggi successivi: è preoccupante constatare che nel 2016 siano giunti in Italia 25.846 minori stranieri non accompagnati ma che le domande di protezione internazionale presentate dagli stessi siano solo 5.984. Il che denota una scarsa capacità di comprensione e gestione del fenomeno, tanto a livello statale quanto comunitario, quando non dipende dal traffico dei minorenni o dall’attraversamento irregolare di una frontiera europea interna per ricongiungersi con i parenti.

 

Ma anche quando con i parenti arrivano, più precisamente con un genitore, spesso possono essere vittime di un meccanismo fallato: l’esame di domande di protezione internazionale presentate dal genitore che dovrebbero estendersi automaticamente al minore, vengono ingiustamente rallentate o bloccate dalla richiesta del test del DNA per dimostrare il rapporto di filiazione, esame invasivo e costoso nonché facilmente evitabile con l’utilizzo di altri strumenti e accertamenti.

 

La crescita del fenomeno dei minori soli è un effetto paradossale delle nostre politiche migratorie anche per l’assenza di canali legali per le migrazioni per il lavoro (dei genitori) e per l’asilo. “La rotta del mediterraneo centrale - sostiene l’Unicef, in occasione della Giornata internazionale delle migrazioni - è un esempio significativo, in cui migliaia di bambini vulnerabili rischiano le loro vite ogni anno per raggiungere l’Europa perché non sono disponibili per loro percorsi migratori sicuri e regolari”.

 

Ma se i paesi di tutto il mondo riusciranno ad adottare le giuste politiche - il Global Compact for Migration, un accordo intergovernativo che regolerà tutte le dimensioni delle migrazioni internazionali - il 2018 potrebbe essere un anno di svolta, “un’opportunità” per migliorare gli spostamenti dei migranti minori non accompagnati. Parola dell’Unicef.

Pin It

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy