Da quella di Rimini Viserba, trasformata in uno spazio accogliente per le persone (e le loro famiglie) affette da sindrome di Down a quella di Berchidda, diventata base strategica per il soccorso del 118: sono, finora, quattrocentocinquanta le stazioni italiane, impresenziate o dismesse, (ri)utilizzate per progetti sociali che, oltre ad arricchire il territorio di servizi per la collettività, consentono il mantenimento di edifici altrimenti senza vita e del decoro urbano.

 

 

Il riuso sociale del vasto patrimonio dismesso del Gruppo Ferrovie dello Stato è previsto dal piano d’impresa del Gruppo che, siglando alcuni protocolli d’intesa con associazioni no profit, ha concesso in comodato d’uso gratuito le proprie strutture per realizzare progetti di pubblica utilità che sostituiscono le funzioni ferroviarie ormai delocalizzate con servizi di elevato valore sociale.

 

Così, in giro per l’Italia, si possono trovare - a Santa Marinella nel Lazio, per esempio - associazioni di solidarietà che offrono assistenza senza confini: dai corsi di italiano per stranieri e per il reinserimento sociale di persone con dipendenze alla presenza di uno sportello d’ascolto per le persone in stato di marginalità.

 

Ad Alba Adriatica, la Pro Loco ha “voluto sfidare il degrado e lo spaccio di droga (che macchia l’immagine della cittadina), portando una ventata di positività”, con l’apertura, nell’ex appartamento del capostazione, di un ostello della gioventù; due camere da letto per ragazzi, una per ragazze e un cucinino con un frigorifero e un cartello (in italiano e in inglese): “Potete prendere le bevande e mettere i soldi in questo contenitore. Nessuno vi controllerà, non ci sono telecamere che possano verificare l’importo esatto o che, addirittura, non paghiate. A noi piace fidarci delle persone che ospitiamo. Abbiamo l’ambiziosa idea di diffondere la cultura della fiducia verso il prossimo e di credere, anche attraverso questi gesti, in un mondo migliore”. E pare che “finora, nessuno dei circa cento ospiti, compresi diversi stranieri, che abbiamo avuto dall’apertura dell’ostello, ha tradito la nostra fiducia”.

 

I centocinquanta metriquadri destinati allo spogliatoio dei ferrovieri della stazione di Melfi, invece, sono stati allestiti per accogliere (temporaneamente) dodici migranti: “In teoria, questo centro dovrebbe ospitare le persone per pochi mesi, in pratica alcuni arrivano fino a tre anni, in attesa di entrare nei progetti di integrazione dello SPRAR”, racconta la direttrice della cooperativa Solidarietà, Antonella Robortaccio, nel volume Stazioni Impresenziate, redatto da Rete Ferroviaria Italiana.

 

Al nord, le stazioni dismesse, per lo più conservano memorie, diventano pinacoteche, depositi per bici, palestre, spazi conviviali, musei e biblioteche, luoghi di conservazione del patrimonio enogastronomico e folkloristico locale, centri di educazione ambientale, laboratori di creatività, presidi di sicurezza e della protezione civile, esercizi per pubbliche celebrazioni, depositi di bagagli di conoscenze. E binari vitali senza fermate.

Pin It

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy