Iran: sipario sull’AIEA

di Mario Lombardo

La sospensione formale della collaborazione tra Iran e Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) è una delle conseguenze potenzialmente più importanti della recente “Guerra dei 12 giorni” o, più precisamente, dell’aggressione militare illegale di Stati Uniti e Israele contro la Repubblica Islamica. Il governo di Teheran ha preso mercoledì l’unica iniziativa possibile per...
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Siria, il “rebranding” del terrore

di Mario Lombardo

Il governo americano e quello di Israele stanno cercando di accelerare il processo di normalizzazione dei rapporti con il regime di fatto siriano, guidato dal qaedista Ahmed al-Sharaa, nel quadro del riassetto strategico perseguito dai due alleati in Medio Oriente. L’amministrazione Trump ha sospeso lunedì in via formale quasi tutte le sanzioni che gravavano da oltre un decennio sulla Siria, così da facilitare il processo di avvicinamento tra Damasco e Tel Aviv. L’operazione viene propagandata in Occidente come un inevitabile adeguamento alla cambiata realtà siriana, finalmente liberata dall’oppressione del regime di Assad. La verità dei fatti racconta tuttavia una storia molto diversa. Le forze al potere a Damasco sono com’è...
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Parrebbe di no, la missione è intitolata per tutti ai profughi per il Darfur. All'opposizione in Ciad invece sembrava una missione intitolata a legittimare la presenza dei militari francesi, che lì a combattere non ci potrebbero stare. Così pochi giorni prima dell'inizio del dispiegamento del contingente EUFOR, contingente modesto e ovviamente sotto comando francese, l'opposizione ci ha riprovato ed è giunta ad assediare il tiranno. Speravano che la Francia non intervenisse per non pregiudicare la neutralità della missione europea, ma hanno sperato male. I militari francesi non hanno combattuto, pare, ma hanno protetto l'aeroporto, dove sono arrivate munizioni dalla Libia e da dove sono partiti gli elicotteri che hanno sconfitto il mini-esercito di mille ciadiani arrabbiati.

Il portavoce del ministero della difesa francese ha raccontato tranquillamente che la Francia ha riarmato vecchi carri armati di produzione sovietica con ricambi e munizioni libiche, come di aver fornito carburante e razioni alimentari all'esercito del dittatore. Secondo la Francia l'intervento è legittima “cooperazione tecnica” prevista dagli accordi siglati con Idriss Deby Itno, non infrangono minimamente l'impegno solenne di non ingerenza siglato ai tempi della decolonizzazione del Ciad e nemmeno le leggi internazionali.

La Francia, che insieme agli Stati Uniti ha ottenuto a tempo di record una condanna della ribellione da parte del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, adesso chiede pietà per i ribelli, visto che il presidente democraticamente eletto ha dato il via alla solita rappresaglia a base di rastrellamenti degli oppositori, torture ed uccisioni; come se non fosse scontato. Ugualmente scontato il tandem Francia-USA nell'occasione, visto che i due paesi si dividono la produzione petrolifera del Ciad. Nel mezzo il redivivo Deby è uscito dall'assedio al palazzo presidenziale graziando i rapitori di bambini francesi condannati poco tempo fa e lamentando l'aggressione da parte del Sudan.

Per l'opposizione è notte: tanto per i parlamentari come per i semplici cittadini; per i parenti ribelli di Deby come per il suo ex-ministro della difesa, alla guida dello sparuto esercito ribelle. Per la comunità internazionale e per l'Africa è invece l'ennesima sconfitta, l'ennesima prevaricazione armata in nome di una legalità che è quella della dittatura. Nel nostro paese non ce ne siamo nemmeno accorti, la Francia era sì al centro dell'attenzione nel nostro paese, ma esclusivamente per la telenovela degli amori di Sarkozy. Molto più interessante del martirio di una sconosciuta massa di neri lontani.
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