Il pugno di ferro del Piano Ruanda

di redazione

Dopo due anni di ostruzionismo da parte della Camera dei Lord, il governo conservatore britannico ha alla fine incassato l’approvazione definitiva della legge che consente di deportare immigrati e richiedenti asilo in Ruanda. La “Safety of Rwanda (Asylum and Immigration) Bill” ha chiuso il suo percorso al parlamento di Londra poco dopo la mezzanotte di lunedì. Il provvedimento, introdotto...
> Leggi tutto...

IMAGE
IMAGE

Ucraina, l’illusione delle armi

di Michele Paris

L’approvazione di una nuova all’apparenza consistente tranche di aiuti americani da destinare all’Ucraina è stata per mesi invocata come la soluzione alla crisi irreversibile delle forze armate e del regime di Kiev di fronte all’avanzata russa. Il via libera della Camera dei Rappresentanti di Washington nel fine settimana ha perciò scatenato un’ondata di entusiasmo negli Stati Uniti e in Europa. I quasi 61 miliardi appena stanziati non faranno però nulla per cambiare il corso della guerra e, se anche dovessero riuscire a rimandare la resa ucraina, aggraveranno con ogni probabilità i livelli di distruzione e morte nel paese dell’ex Unione Sovietica. La propaganda di governi e media ufficiali, scattata subito dopo il voto in...
> Leggi tutto...
Secondo il Frankfurter Allgemeine Zeitung, noto giornale “bolscevico” tedesco, non sarebbe proprio così, se accusa il Cavaliere di sfacciataggine. Il suo piano non solo è etichettabile come smaccatamente statalista, ma anche beffardo di tutte le normali e logiche regole del mercato. In marzo venne fatto decadere il piano Spinetta, perché i 2.100 esuberi erano troppi, perché il progetto sottoponeva l’italianità della compagnia a una struttura multinazionale come quella Air France-Klm, perché le tratte dalla Penisola sarebbero state dirottate chissà dove tra Parigi e Amsterdam.

Tutte queste affermazioni forse avevano qualcosa di vero, ma dopo anni di malagestione, pur di salvare Alitalia, su qualcosa si poteva pure soprassedere. Di fronte al colabrodo della Magliana, il desiderio di mantenere due Hub e un management nazionale incapace sembrava la ripetizione del giapponese intento nella difesa solitaria dell’atollo del Pacifico a guerra finita.

Per carità, Parigi non faceva regali a nessuno, faceva semplicemente “impresa”. Di fronte a un’azienda malata e sull’orlo del fallimento, i francesi pagavano quel che valevano le sue quote, ma in parallelo le fornivano il sufficiente ossigeno (2 miliardi di euro, di cui la metà per accollarsi l’indebitamento) per sopravvivere e chissà per ritornare ad avere un ruolo, magari subordinato, ma di sicuro senza che i contribuenti italiani dovessero ancora finanziare in via coatta ogni volta azioni di salvataggio disperato. Spinetta con sciovinismo gallico prevedeva per il 2010 il risanamento, Berlusconi con spavalderia brianzola rifiutò, adducendo di avere lui la soluzione a tutti i mali, compresa la possibilità di far entrare i suoi figli del prodigioso piano italico di rilancio.

Questo era il passato, sono passati 5 mesi, il problema sembra risolto e il premier soddisfatto ne snocciola i risultati: gli esuberi non sarebbero meno di 5.000 (7.000 se si considerano anche quelli di AirOne); la parte sana della società, ridimensionata e avviata a un traffico prevalentemente domestico e in competizione con Ferrovie dello Stato e Ryanair, andrà alla cordata dei vari manager che di tutto s’intendono, tranne che di aerei; la parte malata con debiti e problemi a carico dei contribuenti e coordinata da un amministratore che, chiamandosi Fantozzi, non sembra ricevere onori e glorie. Berlusconi ne è più che soddisfatto e non può che complimentarsi con Passera, boss di Intesa Sanpaolo, e deus ex machina di questa grande operazione.

Poteva andare peggio? Probabilmente no, se si considera che per il futuro è in progetto una partnership con nientepopodimenoche Air France, British Airways o Lufthansa, visto che l’italianissima cordata ha nei suoi interessi fare soldi, rivendendo da qui a 2/3 anni il tutto, non potendosi lanciare in piani industriali di lungo periodo nella giungla della concorrenza aerea, di cui è nella sostanza incompetente. Come si dice in questi casi, la frittata è fatta, con il condimento di leggi ad hoc protezioniste e anticomunitarie. Salata o sciapa che sia, toccherà mangiarla ora ai sindacati, che correi di aver contribuito a chiudere la porta ai francesi a marzo, oggi vengono minacciati da Berlusconi che in caso di diniego, sarebbero gli unici responsabili del commissariamento e del relativo fallimento della compagnia di bandiera italiana.

Il Cavaliere ha sentenziato l’ultima delle sue verità: “Questa è l’unica operazione che si può fare”. In fondo a fronte di 20.000 lavoratori a rischio licenziamento, i “soli” 7.000 senza lavoro possono - a detta sua - essere riciclati nel pubblico impiego. Dopo anni di lavoro in Alitalia, riusciranno a resistere alle frustate di Brunetta in scuole, ministeri e uffici statali?
Pin It

Altrenotizie su Facebook

altrenotizie su facebook

 

 

ter2

Il terrorismo contro Cuba
a cura di:
Fabrizio Casari
Sommario articoli

 

Cattiverie a domicilio

di Luciano Marchetti

Quando si riduce tutto a questo, le parole sono solo parole, non importa come siano messe insieme. È come vengono interpretate che conta. Ciò che è offensivo per te potrebbe non esserlo per me. Tali sono le macchinazioni in gioco in Cattiverie a domicilio, uno di quei giochini britannici pieni di personaggi stravaganti...
> Leggi tutto...

IMAGE

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy