di redazione

La Juventus batte il Napoli e si porta a -1 dalla Roma capolista, fermata sull1-1 all'Olimpico dal Sassuolo. Nel big match del posticipo, i bianconeri strapazzano i ragazzi di Benitez con un secco 3-0. Il risultato è bugiardo rispetto ai valori visti in campo, ma segna una vittoria tattica di Conte, che blinda al centro difesa e mediana, disinnescando in partenza la fantasia di Hamsik e Higuaìn. Non a caso il più pericoloso degli azzurri è Insigne, che aggira regolarmente gli avversari accentrandosi dalla fascia, ma non riesce a superare un Buffon in serata di grazia.

Il primo gol juventino porta la firma di Llorente ed è irregolare. L'attaccante basco è in fuorigioco, ma stavolta la svista arbitrale non è imperdonabile: secondo i calcoli di Sky, parliamo di 21 centimetri. Nella ripresa il Napoli reagisce con orgoglio, ma deve incassare prima la solita punizione di Pirlo, poi un tiro strepitoso da fuori di Pogba, di quelli che si pescano dal cilindro dopo uno stop imperfetto.

Nell'altro posticipo, la Fiorentina supera 2-1 la Sampdoria con una doppietta di Rossi, che arriva a 11 gol in campionato ed è sempre più leader della classifica marcatori. Gabbiadini accorcia per i blucerchiati, che nel finale rischiano più volte di pareggiare, mettendo in luce alcune carenze difensive e di concentrazione della squadra di Montella. I viola però se la cavano e arrivano in classifica a 24 punti, portandosi in quinta posizione.

Juve e Fiorentina approfittano così del nuovo passo falso della Roma. Dopo le 10 perle iniziali, i giallorossi ciccano la seconda partita consecutiva. Stavolta però il pareggio è molto più clamoroso: se contro il Torino (fuori casa) molti meriti erano da ascrivere ai granata, gli uomini di Garcia non hanno giustificazioni per l'1-1 rimediato all'Olimpico dal Sassuolo. I capitolini dominano per gran parte dell'incontro, eppure s'intravedono le prime crepe rispetto alle faville di settembre e ottobre. L'attacco è volitivo, ma senza Totti e Gervinho riesce a segnare solo grazie a un assai goffo autogol di Longhi (pur propiziato da una bella azione di Florenzi, il migliore in campo).

LjaJic ce la mette tutta nella ripresa, ma per tre volte Pegolo respinge i suoi tentativi. Anche in difesa i giallorossi iniziano a perdere l'intensità fin qui dimostrata. Burdisso manca un anticipo molto semplice, ma sul tiro di Floro Flores è bravo De Sanctis. Il pareggio arriva al 94 esimo: con la difesa della Roma completamente schierata, Balzaretti si fa scavalcare e consente una sponda di testa, Bradley non riesce a liberare e Rigoni scarica in porta da pochi passi. Una vera beffa. 

I punti persi da Roma e Napoli fanno bene all'Inter, che riduce il gap dal terzetto di testa battendo 2-0 il Livorno. Sabato sera i nerazzurri passano prima con una comica autorete del portiere Bardi - che s'infila in porta un cross di Jonathan -, poi allo scadere con Nagatomo, servito in modo splendido dal gioiellino Kovacic. I toscani recriminano per un fallo in area su Paulinho non segnalato dall'arbitro. L'Inter sale in classifica a quota 25 e festeggia nel migliore dei modi il ritorno in campo dell'immortale Javier Zanetti.

Perde contatto con i nerazzurri il Verona, che si fa battere 2-0 dal Genoa e rimane a 22 punti. A Marassi i rossoblù segnano nel primo tempo con due bei colpi di testa di Portanova e Kucka, poi si limitano ad aspettare la fine della partita. Nella ripresa i veneti mettono sotto assedio la porta avversaria, ma per una volta non riescono nemmeno a riaprire l'incontro. Il Genoa arriva così in settima posizione (17 punti), scavalcando di una lunghezza la Lazio.

I biancazzurri a Parma non vanno oltre l'1-1. La difesa è ancora una volta ampiamente insufficiente: l'ennesimo errore in marcatura di Novaretti consente a Lucarelli di pareggiare in disturbato con un colpo di testa su calcio d'angolo. L'unica buona notizia per la squadra di Petkovic è il primo gol in serie A del teenager Keità, prodotto della cantera del Barcellona. E' però singolare che il presidente Lotito continui a esser convinto d'aver allestito una squadra da terzo posto, dovendosi affidare in attacco a un ragazzo nato nel 1995.

Con il punto rimediato contro la Lazio, il Parma aggancia a 13 punti il Milan, l'unica squadra ad aver deluso le aspettative ancor più dei biancocelesti in questa prima parte di stagione. Contro il Chievo - ultimo in classifica - i rossoneri non riescono a segnare e tornano a casa con un mesto 0-0. Non mancano le palle gol, mancano i bomber. Fra le varie occasioni costruite e divorate dai milanisti, ne segnaliamo due: Poli, completamente libero a un metro dalla porta, invece di colpire di testa si accartoccia scoordinato sul pallone; Robinho, solo davanti al portiere, coglie il palo nel deserto, e sugli sviluppi Kakà sparacchia in orbita. A questo punto la panchina di Allegri, più che calda, è ai limiti della fusione nucleare, nonostante le rassicurazioni arrivate in serata da Berlusconi.

Allunga sul Milan anche l'Atalanta, che si porta a 16 punti battendo all'ultimo respiro il Bologna. I bergamaschi passano nella ripresa con un bel diagonale da fuori di Brivio, cui risponde Bianchi, che si sblocca e mette a segno la prima rete in maglia emiliana. Il gol partita arriva al 48esimo e lo firma Livaja, che ringrazia il portiere Curci per la gentile collaborazione.

In coda alla classifica, il Catania rialza la testa e arriva a 9 punti grazie all'1-0 interno contro l'Udinese, deciso da un rigore di Maxi Lopez. Una vera beffa per i friulani, che attaccano infruttuosamente per tutta la partita, ma devono scontare un Muriel in giornata no. La squadra di Guidolin viene così raggiunta a 13 punti dal Cagliari, che negli stessi minuti supera 2-1 in casa il Torino (fermo a quota 12) grazie a due punizioni di capitan Conti.

Fin qui le partite. L'ultima giornata del pallone italico dovrà però essere ricordata per la vergognosa pantomima andata in scena a Salerno. I padroni di casa avrebbero dovuto disputare il derby di Lega Pro contro la Nocerina, ma gli ultras degli ospiti - cui il Prefetto aveva proibito la trasferta per ragioni di ordine pubblico - hanno minacciato di morte la propria squadra, intimandogli di non scendere in campo. E il club, spaventato, ha obbedito.

Prima ha chiesto invano di non giocare, poi, ignorando le rassicurazioni della Questura, si è esibito in una farsa tristissima: dopo 50 secondi l'allenatore della Nocerina ha speso tutte le sostituzioni e in appena 21 minuti ben cinque giocatori della squadra hanno abbandonato il campo simulando infortuni di varia natura. Risultato: partita interrotta (in sei non si può giocare), la Salernitana vince 3-0 a tavolino. E il nostro calcio perde un'altra fetta di dignità. 



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