C’era una volta la finestra invernale del calciomercato, che tra le attrattive che circondano il gioco del calcio è forse la più seguita. Un mese di contrattazioni, scambi, prestiti in entrata e uscita, vendite e acquisti che di solito servono a cercare di sistemare le operazioni estive non troppo riuscite, oppure sbavature tattiche e di panchina che devono essere corrette.

 

 

Lo si chiama non per caso mercato di riparazione ma, quest'anno, per qualcuno pare essere occasione per ristrutturare sbilanci pericolosi. Operazione non semplice, perchè i buoni affari si fanno in estate, prima dell'inizio dei tornei e non a metà cammino. Quest'anno i volumi e i nomi coinvolti fanno ipotizzare scambi e affari ben più importanti che le mosse di aggiustamento alle quali eravamo abituati, con alcune squadre impegate non solo a colmare gap ma a ridefinire il loro assetto.

 

Tra queste ultime ci sono le due convalescenti, Inter e Roma. A Roma le cessioni di Dzeko ed Emerson hanno scatenato le polemiche di una parte della tifoseria giallorossa. La Roma, partita come ogni anno come squadra tra le pretendenti della zona Champions, se non addirittura lo scudetto, viene ora descritta come squadra in via di destrutturazione, ma in realtà la situazione non è propriamente questa. Certo, dopo aver venduto Rutdiger e Salah, aver visto l’addio al calcio di Totti e l’arrivo in panchina di un allenatore benvoluto ma che non incanta, lo stato d’animo dei romanisti non è dei migliori. Ma è bene non fermarsi al piano emotivo.

 

Dal punto di vista dei conti non c’è nemmeno da discutere sulla bontà dell’operazione: la cessione per complessivi 60 milioni di Euro dei due giocatori è un ottimo affare che procura una boccata di ossigeno per la Roma, che ha un deficit annuo di 50 milioni sull’esercizio. In fondo Emerson non è certo un fuoriclasse e Dzeko, a quasi 33 anni, non è più in grado di fare la differenza. Si rimpiange il Dzeko dello scorso anno non considerando che segnare con Totti vicino, Nainggolan dietro e Salah sulla fascia è un conto, senza costoro è tutta un’altra storia.

 

E’ vero che l’ingresso in Champions porta tra i 50 e 60 milioni di Euro e che indebolirsi non aiuta a raggiungere l’obiettivo, ma chi dice che con Dzeko ed Emerson la Roma ci riuscirebbe? E’ vero invece che la prossima estate i due giocatori non avrebbero mai una valutazione simile e, per questo, i soldi non incassati oggi in buona parte rimarrebbero tali anche a Luglio. Insomma i vertici della Roma scelgono l’uovo oggi invece che la gallina domani: dov’è lo scandalo?

 

Anche l’Inter, che pure sembra star meglio della Roma, ha i sui problemi e non sono pochi. In attesa di trovare un centrocampista che dai tempi di Cambiasso, Thiago Motta e Snejider non ha più visto, e probabilmente pentita di non aver ceduto Brozovic alla Juve lo scorso anno, cerca adesso di sbolognare Joao Mario, che insieme a Shaquiri e Gabigol ha formato il podio delle delusioni dell’anno scorso. Illusioni pagate a carissimo prezzo e che hanno inguaiato i conti dei nerazzurri, costretti dall’accordo con la Uefa a non sforare il bilancio fino a Luglio 2019.

 

Arrivato Rafinha, la cui classe non si discute ma le condizioni fisiche sì, rinforzata la difesa con Lisandro Lopez, non riesce ad arrivare a Ramires, benché giochi in una squadra proprietà della stessa Suning e cerca di trovare acquirenti decenti per Eder. Mercato di basso profilo, insomma, a fronte di alto indebitamento.

 

Ausilio e Sabatini possono aver fatto errori, ma non è colpa loro se Santon regala due gol all’Udinese, uno alla Fiorentina e un altro alla Roma costando così ben 7 punti in classifica. Se non arrivasse il piazzamento in Champions, per l’Inter sarebbero guai grossi e i suoi due nomi più importanti - Icardi e Spalletti - potrebbero salutare la compagnia a fronte delle mancate promesse di rafforzamento della squadra.

 

Tra meno di dieci giorni, a mercato concluso, il dare e avere delle due compagini sarà l’indicatore semi-sicuro per stabilire se il campionato vedrà la resurrezione di nerazzurri e giallorossi o rimarrà orfano di due delle 5 grandi, alle prese con bilanci sballati causa operatori poco accorti e allenatori testardi fino alla sconfitta.

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