Le notizie dal vertice del classifica dicono che il Napoli non si ferma. Ricominciare dopo due settimane di sosta sul campo dell’Atalanta poteva rivelarsi una trappola, ma la squadra di Sarri porta a casa i tre punti e blinda il primo posto in solitaria. Lo fa con cinismo, senza giocare bene, ma tanto basta. A decidere la partita è una rete di Mertens, su cui Gasperini protesta per un presunto fuorigioco.

 

 

Il match più atteso, quello di Milano tra Inter e Roma, offre uno spettacolo poco interessante. Le due squadre sembrano non aver trovato la cura per il male di stagione che le affligge. L’Inter ha costruito 4 o 5 occasioni da gol e - pur non rubando l’occhio - avrebbe meritato di vincere. Tre grandi parate di Allison con Handanovic disoccupato raccontano però solo parzialmente la partita. La squadra di Spalletti ripresenta i suoi gravi limiti tecnici e di corsa, aggravati dalla cocciutaggine di voler uscire in palleggio dalla propria area senza avere le qualità per farlo, con i centrocampisti che non si propongono e con l’infinita serie di scambi ravvicinati fatte da gambe lente e senza foga. Paga oltremodo l’assenza di  D’Ambrosio e Spalletti proprio non riesce a trovare soluzioni diverse per verticalizzare.

 

La Roma, che gioca con un baricentro molto alto, rispetto a quella dell’anno scorso ha perso incisività e risulta prevedibile; è soprattutto intensità di metà campo ed esce indenne da San Siro grazie al suo fortissimo portiere e a un palo, ma con l’impronta di Di Francesco non somiglia nemmeno un po’ alla brillantissima squadra dello scorso anno. Il gol di El Sharawy è l’ennesimo regalo che Santon confeziona per gli avversari e tre corner in tutta la partita e nessun intervento di Handanovic raccontano la sterilità offensiva. Insomma, i giallorossi sono una squadra difficile da superare centralmente ma poco pericolosa negli attacchi. In comune, Inter e Roma hanno una difficoltà a costruire gioco e a finalizzare, mentre godono di ottime difese. Stanno nel posto in classifica che meritano: Juventus, Napoli e la stessa Lazio sono superiori.

 

E proprio la Lazio sale a 43 punti travolgendo 5-1 in casa il Chievo. La notizia è che i biancazzurri riescono a mettere a segno una “manita” pur senza il contributo di Immobile, uscito dopo pochi minuti per un fastidio muscolare. Da due prime volte all’Olimpico: la doppietta di Milinkovic Savic (che non segnava fra le mura amiche da oltre un anno) e il gol di Nani.

 

In sesta posizione, l’ultima buona per l’Europa, si conferma la Sampdoria, che vince 3-1 sulla Fiorentina e si porta a 33 punti. A Marassi è la giornata di Fabio Quagliarella, che sta attraversando una seconda giovinezza: il capitano doriano realizza una tripletta e vola a quota 15 gol, suo nuovo record in un singolo campionato di Serie A. Inutile la rete di Sanchez nel finale.

 

Si rifà sotto anche il Milan, che grazie alla vittoria per 2-1 sul campo del Cagliari scavalca di una lunghezza l’Atalanta (31 punti a 30) e si ritrova settimo ancora a due lunghezze dalla Samp. Barella apre le marcature in favore dei sardi, ma poi Kessie ribalta il risultato con una doppietta. Seconda vittoria di fila per Gattuso.

 

L’Udinese perde l’occasione per fare un importante passo avanti in classifica, facendosi fermare in casa sull’1-1 dalla Spal: Gomis illude i friulani, poi Floccari firma il pari. La squadra di Oddo rimane così a pari merito con il Torino (29 punti), che negli stessi minuti pareggia, sempre per 1-1, sul campo del Sassuolo.  Si rivede Berardi, che torna al gol pareggiando il vantaggio granata firmato da Obi.

 

Nella lotta per non retrocedere colpaccio del Crotone, che scavalca la Spal di due lunghezze (18 a 16) vincendo 3-0 sul campo del Verona. Zenga ha davvero rivitalizzato i calabresi, a segno con Barberis, Stoian e Ricci. Per Pecchia, invece, si tratta della quarta sconfitta consecutiva.

 

In attesa di Juve Genoa, chiude il quadro della giornata il 3-0 del Bologna sul Benevento: gol di Destro, De Maio e Dzemaili. Ma ancora una volta a illuminare il gioco della squadra di Donadoni è Verdi.

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