Romelu Lukaku, gigante belga e goleador straordinario, è da ieri un nuovo giocatore dell’Inter. L’arrivo di Lukaku è, ancor più di quello di Rabiot alla Juventus, il colpo del mercato estivo fino a questo momento. E, visti i tentativi della Juventus d’inserirsi nella trattativa già in corso tra Inter e Manchester United, è anche la prima consacrazione nerazzurra dell’abilità riconosciuta di Beppe Marotta.

 

Proprio sulle trattative per l’acquisto del giocatore belga, infatti, si è consumata una battaglia senza esclusione di colpi tra Inter e Juventus, dove il dirigente interista ha schiantato il suo collega juventino Paratici. La battaglia era cominciata quando la Juventus, pur consapevole della trattativa in corso tra Inter e Manchester, approfittando della distanza tra la richiesta inglese (85 milioni di Euro più bonus) e l’offerta interista (60 milioni di Euro più bonus) aveva deciso di provare a soffiare Lukaku e portarlo a Torino. Come? Proponendo al Manchester lo scambio sostanzialmente alla pari con Dybala.

 

 

Una vera e propria incursione, quella di Paratici e Nedved, che ha avuto per qualche ora una chanche di successo, dato che Marotta ha subito dichiarato di non essere disposto a partecipare ad aste per Lukaku. Ma qui viene fuori l’abilità del manager interista, che aveva convinto Dybala a non accettare la destinazione inglese e, così facendo, l’operazione juventina è fallita. Ovviamente Marotta avrà rassicurato il fuoriclasse argentino circa il trattamento economico che l’Inter sarebbe disposta ad offrirgli nel caso la Juventus, fallito l’assalto a Lukaku, avrebbe cercato di portare a casa lo scambio con Icardi.

 

Marotta si è quindi ripresentato al Manchester a 24 ore dalla chiusura del mercato in entrata inglese con un rilancio a 65 milioni di Euro più 10 di bonus e un 5% di diritti di “recompra” futura ottenendo il sì inglese. D’altra parte Lukaku aveva rotto con l’ambiente Manchester e tenerlo a forza non avrebbe portato a niente di buono. L’Inter, con un piccolo ritocco all’offerta iniziale si è aggiudicato uno dei più forti bomber europei, comunque l’unico sul mercato e ha dato così a Conte un giocatore che l’allenatore salentino chiedeva prima di chiunque altro. Prossimi colpi? Dzeko dalla Roma e Icardi a chi lo prende alle condizioni che l’Inter pone.

 

E la Juventus? A quel punto ha tentato di cedere Dybala al Tottenham ma anche questa trattativa non è andata a buon fine per l’opposizione finale della Joya. Insomma Paratici è rimasto a bocca asciutta. Ha provato a sfidare Marotta su Lukaku e ha perso clamorosamente. Il dirigente juventino, peraltro, notoriamente ostile anche sul piano personale al suo ex capo (di numeri due che si sentono numeri 1 e che dichiarano guerra a chi li ha formati abbonda la letteratura), ha denunciato arroganza e superbia che solo pochi possono permettersi e, tra questi, lui non c’è.

 

La novela Icardi

Da Febbraio ormai, Maurito Icardi, un tempo bomber e capitano dell’Inter, ha rotto con la società nerazzurra. Via la fascia da capitano da Febbraio, fuori dal progetto tecnico e societario da Maggio. Chiunque si è espresso sulla vicenda, pur essendovi stata un autentico muro di silenzio sul perché di una rottura a molti apparsi inspiegabile. In fondo Icardi è sempre stato un bravissimo ragazzo ed un calciatore dai numeri straordinari, con 123 gol all’attivo in tre anni e due titoli di capocannoniere alle spalle. Persino l’ex presidente interista, Massimo Moratti, ha provato ad intervenire e a mediare per cercare di far rientrare lo scontro. In pochi hanno capito la publicizzazione dell’Inter dell’intenzione di estromettere Icardi dalla squadra, ritenendo che si tratti di una tattica suicida, visto che dichiararlo in vendita senza ripensamenti ne riduce il prezzo in partenza.

 

Si è ritenuto che lo scontro con alcuni giocatori slavi (Jovetic e Perisic, ma anche Handanovic) abbia determinato la rottura con i suoi compagni; che le esternazioni fuori luogo della moglie-procuratrice (straordinaria affossatrice della carriera di Maurito per pura vanità) dalla spregiudicata imperizia abbiano rappresentato la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ma certo, è opinione condivisa, sono vicende, queste, che di per sé non consentirebbero una rottura così clamorosa.

 

Allora, probabilmente, c’è dell’altro. Sembrerebbe, secondo voci insistenti, che Wanda Nara abbia trattato Icardi con la Juventus sin da Gennaio. Quando cioè il capitano dell’Inter trattava il rinnovo di contratto dichiarando ogni due ore il suo interismo senza tentennamenti. La procuratrice, insomma, avrebbe trattato ripetutamente via sms con Paratici la possibilità di rottura con l’Inter per accasarsi a Torino, sponda Juve, se l’offerta economica fosse stata migliore di quella dei nerazzurri.

 

Se così fosse, un simile livello di slealtà aziendale giustificherebbe eccome l’allontanamento totale e definitivo di Icardi dal mondo nerazzurro. Che, a questo punto, o va a Torino in cambio di Dybala o al Napoli, dove però De Laurentiis non cederà mai i diritti d’immagine. Difficilmente alla Roma, per via del lignaggio considerato inadeguato per le ambizioni degli Icardi’s e che, comunque, non sarebbe in grado di verargli 10 milioni di euro a stagione più bonus.

 

All’Inter rischia di scendere in campo dieci volte in tutta la stagione e non per molti minuti; solo quelli sufficienti a rendere inefficace un ricorso per mobbing. Per due anni Icardi appartiene all’Inter. Ha ventisette anni e lui per primo sa benissimo che non può stare due anni fermo se non vuole buttare la sua carriera. Ha perso l’Inter e la nazionale, un rinnovo importante e la prossima Champions. Seguire i consigli di Wanda ha già dimostrato non essere un’idea fantastica. Rischia allenamenti a parte e palleggi nel giardino di casa.

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