di Roberta Folatti

Un ponte di musica

Un regista israeliano Eran Kolirin cresciuto nell’incondizionata ammirazione per il cinema egiziano dei tempi d’oro, quello degli struggenti melodrammi con Omar Sharif e Fatem Hamama. Un piccolo film, premiato a Cannes come miglior opera prima, che, senza clamori, entra nei cuori del pubblico di tutta Europa. Questo è successo a La banda, esordio nel lungometraggio di Kolirin, ma la cosa più rilevante è il tema su cui è incentrata la pellicola. Un incontro molto particolare, che mette in contatto persone da tempo disabituate a comunicare. Perchè fra loro sono sorti muri di incomprensione e di odio, incancreniti da decenni di guerre, vendette, sotto gli occhi indifferenti di chi avrebbe dovuto trovare delle soluzioni. La storia narrata nel film è semplice: la banda della Polizia di Alessandria è stata invitata a suonare in una località israeliana dove si inaugura un centro culturale arabo. Per una serie di disguidi e di incomprensioni linguistiche, il gruppo di musicisti in vistosa divisa azzurra finisce nel posto sbagliato, un assurdo “avamposto” nel deserto, con poche case, poca gente e nessun centro culturale da inaugurare.

“La banda” è una commedia anche se con sfumature malinconiche e spunti riflessivi di grande spessore. Il film di Korilin a tratti fa ridere, più spesso sorridere. Imbastendo una situazione vagamente surreale, smaschera le paure reciproche di arabi e ebrei che hanno smesso da tempo di parlarsi, di conoscersi, di confrontarsi e si guardano con sospetto e rancore. Un contrattempo come quello accaduto all’orchestra di Alessandria crea il pretesto per mettere di fronte i “nemici”, gli sconosciuti, i “diversi”. E, superati in qualche modo i problemi di comunicazione legati alla lingua, attraverso sguardi, silenzi, emozioni veicolate anche dalla musica, i componenti della banda egiziana e gli abitanti dello sperduto paesino israeliano trascorrono una serata insieme. Vincendo l’iniziale diffidenza che li paralizza, si parlano.

Il direttore dell’orchestra, Tewfiq, è il più fortunato perchè viene invitato fuori e corteggiato dalla bella proprietaria dell’unico bar della zona. Ma ha un passato troppo doloroso per lasciarsi andare alle lusinghe di una notte con la donna, anche se Dina riuscirà ad oltrepassare le sue difese aprendogli il cuore a insolite confidenze. Un altro gruppetto di musicisti egiziani è ospitato in casa di due coppie non proprio felici, gli attriti tra coniugi si manifestano durante la cena sino a quando non si comincia a parlare di musica e a suonarla, e la tensione si scioglie. Alla fine arabi e israeliani si scoprono più simili del previsto, con le stesse fragilità, i medesimi dubbi, difficoltà identiche nel gestire rapporti familiari e interpersonali. E diventa persino possibile scambiarsi dei consigli.

La parte più diventente del film riguarda il musicista più giovane e spensierato dell’orchestra, donnaiolo impenitente, che finirà per beneficiare dei favori della bella Dina, delusa dalla freddezza di Tewfiq. Ma è la lezione di seduzione che il furbo egiziano impartisce a uno degli abitanti del villaggio, timido fino alla più assoluta goffaggine, la scena dove si ride più a cuor leggero.

Quando la banda riesce finalmente ad arrivare nel posto giusto e si esibisce davanti al pubblico che l’attendeva, le nostre orecchie ricompongono i suoni sparuti che si erano uditi sino a quel momento e il piacere della musica è davvero forte.

La banda (Israele, Francia, 2007)
Regia: Eran Kolirin
Sceneggiatura: Eran Kolirin
Fotografia: Shai Goldman
Cast: Sasson Gabai, Khalifa Natour, Ronit, Elkabetz
Distribuzione: Mikado

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