di Mariavittoria Orsolato

Il tanto sospirato passaggio a La7 è stato ufficializzato ormai da tempo ma Michele Santoro non ha intenzione di privare la Rai della sua presenza. Ad annunciarlo lo storico collaboratore e produttore Sandro Parenzo, che ai cronisti di Avvenire ha presentato il nuovo progetto del giornalista salernitano. Un progetto del tutto nuovo che non ha nulla a che vedere con la formula talk che ha tenuto incollati milioni di spettatori anche con l'esperimento multimediale di Servizio Pubblico, ma che finalmente asseconda in toto la passione del conduttore per le docu-fiction.

I tempi non sono ancora definiti ma è ormai certo che Santoro tornerà a viale Mazzini, stavolta però in veste di regista per il film-documentario “Processo all'Olocausto”, in cui proverà a ricostruire una spinosa vicenda giudiziaria dove ad essere chiamati in causa sono i temi del negazionismo e della storiografia.

La sceneggiatura, di cui il giornalista è tra l'altro autore, ripercorrerà per intero il processo Irving contro Lipstadt tenutosi a Londra nel 2000, in cui il saggista britannico David Irving (storico dalle simpatie neonazi e autore de La guerra di Hitler) querelò per diffamazione la storica statunitense Deborah Lipstadt che lo aveva definito nel suo saggio Denying the Holocaust uno dei più pericolosi portavoce del negazionismo.

Un dibattimento nato come un semplice processo per calunnia, si trasformò in un acceso dibattito sul negazionismo che interessò il mondo intero e si concluse con il prevedibile rigetto della causa di Irving, definito nella sentenza finale dalla Corte stessa «attivo negatore dell'Olocausto, antisemita, razzista, associato con gli estremisti di destra che promuovo il neonazismo».

A conferma della sentenza britannica, Irving venne poi arrestato in Austria nel 2005 e  riconosciuto ulteriormente colpevole nel 2006 di «aver glorificato ed essersi identificato col partito nazista tedesco» rimanendo in carcere per 400 giorni.

«Si tratterà di una fiction che ha Michele come soggettista, regista e direttore artistico - spiega Parenzo. Una prima sceneggiatura è già pronta, ora va rivista. Eravamo partiti con due puntate, ma per dargli un po’ più di ritmo ci concentreremo a realizzarla in un unico film tv».

Un denso racconto storico alternato a parti di fiction, un esperimento narrativo che si annuncia, almeno sulla carta, molto coraggioso sia dal punto di vista della tecnica narrativa che dell'incandescente argomento trattato. Le riprese dovrebbero cominciare nella primavera del 2013, quando Santoro concluderà il suo impegno con La7, ma già da ora il team di giornalisti che affianca il conduttore è all'opera, così come i casting per gli attori.

La nuova Rai del duo Tarantola-Gubitosi non ha ancora ufficializzato la sua sottoscrizione ma, stando agli annunci di efficienza e sostenibilità fatti in passato dalla presidenza e dalla direzione generale, è probabile che il prodotto di Santoro e soci abbia uno sbocco nell'etere. Magari proprio su quella Rai2 orfana di Annozero e dei suoi ghiottissimi introiti pubblicitari.

È prevedibile infatti che viale Mazzini, tenendo presenti gli eccellenti risultati pubblicitari di tutti i “prodotti a marchio Santoro”, esamini con attenzione il progetto e dia il suo via libera prima dei tempi prestabiliti. Ad ogni modo, Sandro Parenzo ha fatto capire che quello di “Processo all'Olocausto” potrebbe non essere solo un banco di prova ma, anzi, se il pubblico lo dovesse premiare, sarebbe un trampolino di lancio per l'idea di giornalismo che Santoro paventa sin dai tempi della querelle con l'allora direttore Mauro Masi.

In attesa di scoprire le doti da cineasta del giornalista salernitano, tutto è pronto per la nuova serie di Servizio Pubblico, che dal 25 ottobre si alternerà ogni due giovedì con Piazza Pulita dell'ex pupillo Corrado Formigli.

 

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