Trump-GB, sudditi e complici

di Mario Lombardo

L’accoglienza con tutti gli onori riservata nel Regno Unito al presidente americano Trump contrasta fortemente con le proteste che stanno accompagnando la sua seconda visita di stato in questo paese dopo quella, altrettanto controversa, del 2019. La stampa ufficiale, nell’analizzare la trasferta di due giorni dell’inquilino della Casa Bianca, ha insistito sulla distanza presumibilmente...
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Kirk: dall’omicidio alla repressione

di Michele Paris

L’assassinio di settimana scorsa in un campus universitario dello Utah dell’attivista trumpiano di estrema destra, Charlie Kirk, sta diventando la giustificazione per una nuova stretta repressiva dei diritti democratici in America e di un’autentica caccia alle streghe tra gli oppositori dell’amministrazione repubblicana. Senza attendere dettagli più precisi sugli (eventuali) orientamenti politici e sulle motivazioni del presunto responsabile, il 22enne Tyler Robinson, molti esponenti del partito del presidente e membri del suo stesso governo lo hanno classificato come un “radicale di sinistra”, denunciando automaticamente il dilagare della violenza negli Stati Uniti per opera di individui riconducibili a questi ambienti. È...
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di Tania Careddu

Sulla carta, sono misure antiterrorismo, nella loro applicazione, invece, minacciano le libertà fondamentali degli esseri umani. In seguito all’adozione della direttiva dell’Unione europea sul contrasto al terrorismo, i governi di quattordici Stati - Austria, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Regno Unito, Slovacchia, Spagna e Ungheria - hanno promulgato, alla velocità della luce, leggi “sproporzionate e discriminatorie”, secondo quanto riporta il dossier “Pericolosamente sproporzionato: uno stato di sicurezza nazionale sempre più in via di espansione in Europa”, redatto da Amnesty International.

Talmente pericolose per la libertà tanto da far intuire la deriva verso un profondo stato di permanente emergenza securitaria. Sono leggi, politiche e misure che erodono lo stato di diritto, rafforzano il potere esecutivo, indeboliscono la supervisione giudiziaria, limitano la libertà di espressione ed espongono chiunque a forme di sorveglianza governativa sotto controllo.

In Ungheria, per esempio, la nuova legislazione in materia vieta le manifestazioni, riduce notevolmente la libertà di movimento e congela i conti bancari. In Francia, ormai, è consuetudine dichiarare lo stato d’emergenza (già rinnovato cinque volte) standardizzando una serie di misure invadenti tra le quali quella di condurre perquisizioni senza mandato giudiziario.

In Polonia, la nuova disciplina antiterrorismo ha preso di mira, in maniera discriminatoria, i cittadini stranieri e ne autorizza la sorveglianza segreta, per tre mesi, attraverso intercettazioni telefoniche e controllo delle comunicazioni elettroniche e delle reti. Strumenti utilizzati da numerosi Stati, che possono essere, ormai, definiti di sorveglianza.

Tra questi spicca quello di trovare un nesso tra la crisi dei rifugiati e la minaccia di terrorismo, basato su stereotipi pregiudiziali: produce gravi abusi di legislazioni che già definiscono il terrorismo in modo del tutto generico.

In questo modo, molte persone vengono messe sotto coprifuoco, colpite da divieti di viaggio o sorvegliate elettronicamente senza mai essere state condannate per alcun reato.

E’ l’effetto delle misure basate sul concetto di prevenzione, a cui i governi destinano sempre più risorse, sempre più orientati come sono da ordinanze amministrative di controllo per limitare la libertà di espressione.

Così tanto da suscitare il terrore di essere (tutti, indistintamente) una minaccia alla sicurezza nazionale, fino a essere accusati di “glorificazione del terrorismo” o condannati per “apologia del terrorismo”.

Va a finire che la certezza - un tempo garantita dallo Stato - che i cittadini possano esercitare, in tutta sicurezza, i propri diritti, sarà sostituita dall’idea che i diritti delle persone debbano essere ristretti in nome della sicurezza.

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a cura di:
Fabrizio Casari
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Sullo sconfinamento dei droni russi in Polonia nelle prime ore di mercoledì non sono ancora emerse notizie chiare né prove certe, ma il governo di Varsavia e il resto della NATO non hanno come al solito esitato a lanciare una nuova ondata di attacchi e denunce contro Mosca per la presunta aggressione e il pericolo di...
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