di Carlo Benedetti

L’Aquila ora è lontana. Polemiche e fasti alle spalle. Le macerie sono dove erano. Le first-lady hanno fatto shopping. Berlusconi incassa. I “grandi” del mondo tornano nei loro mondi. E due di loro in particolare - i più grandi di tutti, Obama e Medvedev - si trovano a fare i conti con strategie politiche e diplomatiche che si riferiscono non più al periodo del dopo-guerrafredda, ma alle strutture dei nuovi orizzonti. C’è, infatti, un rinnovamento delle classi dirigenti che tocca Washington e Mosca e del quale bisogna tener conto. L’americano ha formato da poco la sua squadra e deve risolvere i danni commessi da quella Rice che si presentava come esperta dell’Est; Medvedev, pur se già insediato da tempo al Cremlino, deve egualmente rivedere molte strategie inquinate dalla gestione di Putin.

di Luca Mazzucato

TEL AVIV.Nel cuore della capitale israeliana, il quartiere un tempo palestinese di Giaffa sta subendo una rapida trasformazione. Famiglie palestinesi vengono sfrattate e le loro case demolite, per far posto a lussuosi residence per ebrei. E persino ad un nucleo di coloni estremisti provenienti dagli insediamenti smantellati a Gaza nel 2005. Si tratta di vera e propria pulizia etnica, mascherata da semplice mercato immobiliare. Ne parliamo con Gen, un'attivista di origine canadese, che insieme al marito Fadi Shbaytah fa parte del Comitato Popolare contro la demolizione delle case di Giaffa. Di origine canadese, Gen abita a Giaffa da molti anni. Ci accoglie nella sede del Comitato, dove un gruppo indaffarato di palestinesi ed ebrei stanno dando aiuto legale alle famiglie povere del quartiere, minacciate di sfratto.

di mazzetta

L'ultimo grande spettacolo, prima della pausa che terminerà con la ripresa del campionato di calcio, sta ancora impegnando i nostri schermi, ma ancora nessuno sembra averne indagata la natura. In effetti ci sarà chi si chiede stupito a cosa serva il G8 e perché caspita quest'anno sembri tanto un grande evento. In fin dei conti dei 34 incontri precedenti se ne ricorda forse uno solo proprio nel nostro paese, perché ci è scappato il morto. Questioni importanti, non fosse per l'importanza dei convenuti, scivolano via senza che la grande giostra dell'informazione riesca ad afferrarle e mostrarle ai cittadini che basiti assistono da casa. Si tratta di un summit – informale - perché esistono già sedi sedi - formalizzate - dove ci si riunisce per decidere davvero degli accordi internazionali, eppure è promosso con molta più foga di tanti appuntamenti più importanti.

di Mario Braconi

Lo scorso 11 giugno, un parterre de roi, tra cui spiccavano Bill Gates, fondatore di Microsoft, il premio Nobel per la pace Desmond Tutu (“il piccolo gigante”) e Bob Geldof, si è dato appuntamento a Londra per presentare il quarto report ONE - DATA 2009. Com’è noto, ONE - DATA è il risultato della fusione tra ONE, una coalizione di organizzazioni di base americane fondata nel 2004 e DATA (Debt, AIDS, Trade, Africa, cioè Debito, AIDS, Commercio Africa) un gruppo di pressione capitanato, tra gli altri, dal cantante degli U2 Bono Vox. L’obiettivo esplicito è fare pressione sui governi dei paesi sviluppati affinché contribuiscano seriamente alla lotta contro la povertà estrema in Africa, con particolare attenzione ai temi della cancellazione del debito, delle terapie anti-AIDS e della sua prevenzione, e della riforma delle pratiche commerciali scorrette che penalizzano l’Africa (leggi: sussidi all’agricolura).

di Eugenio Roscini Vitali

Le condizioni globali dell’Eritrea di oggi si possono riassumere in una sola parola: tragedia. E non potrebbe essere altrimenti visti gli indicatori che concorrono a trasformare questo triste primato in un incubo, veri e propri record di povertà, fame, repressione e disperazione che fanno di questo Paese un caso quasi unico, un dramma che trova le sue origini nei sogni di libertà di un popolo tradito e nelle promesse che un leader non ha mai mantenuto. A quasi vent’anni dalla sua indipendenza, l’Eritrea non è altro che il prodotto delle decisioni e delle azioni politiche dell’uomo che ne ha disegnato i destini, di colui che ha combattuto perchè potesse diventare una nazione libera ed indipendente e che l’ha poi trascinata in una devastante guerra di confine, di chi l’ha costretta ad anni di immobilità diplomatica e l’ha portata all’isolamento totale, del suo primo ed unico presidente, di Isaias Afewerki.


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