di Eugenio Roscini Vitali

“Le elezioni legislative del 18 febbraio saranno libere, eque, trasparenti e pacifiche”: sono queste le parole che ha usato il presidente Pervez Musharraf per convincere l’occidente che la situazione in Pakistan è sotto controllo. Durante il suo viaggio diplomatico a Bruxelles, dove ha incontrato all'alto rappresentante per la politica estera dell'Unione Europea, Javier Solana, Musharraf ha parlato di cooperazione nelle attività intelligence per la lotta al terrorismo, di democrazia e dei successi economici ottenuti dal suo Paese, di elezioni, di rinnovato sistema di scrutinio e dell’importanza del sostegno europeo. La morte dell’ex premier Benazir Bhutto, uccisa il 27 dicembre scorso a Rawalpindi, ha certamente cambiato gli equilibri politici di un Paese già al collasso e i dubbi sul mandante dell’attentato non fanno altro che aggravare una situazione già critica. Pur essendo l’unico soggetto politico in grado di contrastare lo strapotere istituzionale dell’ex Capo delle Forze Armate, il leader del Partito popolare pakistano rappresentava uno dei pochi motivi di cambiamento e una componente di stabilità con la quale Musharraf avrebbe potuto condividere parte del potere.

di Luca Mazzucato

Centinaia di migliaia di palestinesi che si riversano in Egitto, passando sopra i resti del muro di acciaio che isolava la Striscia di Gaza. Uomini che trasportano carretti carichi di cibo e taniche di benzina, che fanno la spola carichi di sigarette, famiglie che si ricongiungono al confine dopo anni di separazione. Più semplicemente, migliaia di persone che si godono il primo giorno di libertà e vanno a vedere come è fatta l'altra metà di Rafah, la città egiziana e palestinese tagliata in due dal confine. La notizia che nessuno si aspettava è arrivata nella notte di mercoledì scorso: un gruppo di militanti palestinesi ha fatto saltare in aria parte del muro di acciaio di dodici chilometri che separava Gaza dall'Egitto, liberando il milione e mezzo di abitanti di Gaza dal blocco disumano imposto da Israele sulla Striscia. La situazione era infatti precipitata due settimane fa. Un attacco israeliano su Gaza aveva provocato una strage, uccidendo una trenta palestinesi, tra cui il figlio di Mahmoud Za'ar, esponente di spicco del governo Hamas che controlla la Striscia dal Luglio scorso.

di mazzetta

Se la clamorosa retata che martedì scorso ha scosso la Turchia avesse portato in carcere terroristi “islamici” lo avreste sicuramente saputo, molti giornali avrebbero suonato la tromba dello scontro di civiltà e molte voci allarmate si sarebbero levate contro l'ingresso della Turchia in Europa. In Turchia invece, gli arresti hanno riguardato i componenti di una pericolosa e sanguinaria organizzazione terroristica di estrema destra. Due noti e potenti mafiosi, il capo delle forze speciali turche, ex generali, avvocati, tutti accomunati dall'ossessione per la “turchità”; nazionalisti che avrebbero costruito all'ombra delle istituzioni un'organizzazione che aveva il compio di combattere chiunque attentasse all'identità turca. Organizzazione che, nei progetti, avrebbe voluto uccidere lo scrittore Oran Pamuk, così come pare gli sia riuscito già in numerose occasioni, provocando la morte di persone come Hrant Dink o Don Santoro, fino a quelle di numerose persone che avevano la sola colpa di rappresentare offese alla turchità.

di Alessandro Iacuelli

Sei invasi dove depositare rifiuti, la riapertura di tre vecchie discariche, l’attivazione di altrettanti siti di stoccaggio e l’utilizzo di due vasche per la raccolta del percolato. Questo è in estrema sintesi il piano di De Gennaro per risolvere l'emergenza rifiuti in Campania. A riaprire sono le discariche dismesse di Difesa Grande ad Ariano Irpino, che accoglierá fino a 42mila tonnellate di rifiuti, Villaricca in provincia di Napoli, con una capienza di 35mila tonnellate, e Montesarchio in provincia di Benevento, per 21mila tonnellate. In più, c’è l’allestimento di tre siti provvisori per lo stoccaggio di immondizia "tal quale" ed ecoballe. Sono Marigliano, per 98mila tonnellate, Ferrandelle in provincia di Caserta, per 350 mila tonnellate, e Pianura, per 20mila tonnellate. In quest’ultimo sito (un capannone privato, in un’area distinta da quella di Contrada Pisani sequestrata dalla magistratura) saranno stoccate solo le ecoballe e si avvieranno le procedure sperimentali per inertizzarle.

di Elena Ferrara

Comincia in Grecia un movimento “femminista” che avrà sicuramente grosse conseguenze. Almeno dal punto di vista delle normali relazioni tra cittadini, uomini e donne. Tutto avviene nella parte più orientale della penisola Calcidica dove si trova quella entità che si autodefinisce “Repubblica teocratica greco-ortodossa”. Una regione dove dal Medioevo è in vigore una rigida proibizione di ingresso nell'area a tutti gli esseri di sesso femminile. Vale ancora un editto del 1050, quando il Patriarcato di Costantinopoli sancì che l'accesso alla montagna sacra dell'Ortodossia - il Monte Athos - era da considerare come proibita ''alle donne, ai bambini, agli eunuchi e tutte le facce senza barba''. Da allora è questa la regola che vale. Ma l’inizio d’anno porta uno sconvolgimento che creerà sicuramente reazioni notevoli. Cominciano le proteste e i segnali che vengono avanti sono tutti in direzione della richiesta di profondi cambiamenti. Intanto saranno destinate ad essere annullate quelle regole (approvate dal centro da una Atene che si sente parte integrante dell’Europa) che fissano i documenti necessari per entrare nella “riserva”. Perché ancor oggi per superare il “confine” è necessaria una lettera di raccomandazione dalla propria ambasciata ad Atene o dal consolato a Tessalonica. Serve, inoltre, un permesso d'ingresso al Monte Athos rilasciato dal ministero degli Esteri greco (Divisione Amministativa per gli Affari Ecclesiastici) o dal ministero della Grecia Settentrionale. E per finire è necessario presentare il passaporto…


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