di Giuseppe Zaccagni

E’ il massimo esponente dei narco-atlantici albanesi; è “ricercato” per i crimini commessi nei territori dell’ex Jugoslavia; è stato il terrorista numero uno delle milizie dell’Uck; ha guidato gli squadroni della morte sostenuti militarmente dalla Nato e da Washington; lo hanno sempre chiamato “il serpente” perché si comportava con aggressività nei confronti di tutti gli oppositori. Ora - forte degli appoggi occidentali, contento della sua recente vittoria elettorale e coperto dalla fama di essere il “primo socialdemocratico” dell’indipendentismo kosovaro-albanese - si appresta a dichiarare il distacco del Kosovo dalla Serbia e a sancire la secessione da Belgrado divenendo primo ministro di Pristina. Il personaggio si chiama Hashim Thaci, quaranta anni. E’ nato a Drenica, un centro della resistenza albanese contro la Serbia. Condannato nel ’93 e nel ’97 con l’accusa di terrorismo è arrivato ad ottenere l’appoggio degli Usa e, in particolare, del Sottosegretario Madeleine Albright, che nel ’99 lo consacrò leader del Kosovo. Ora conta di ricevere, a stretto giro di posta, il placet di Washington e Bruxelles per quella che definisce come la “soluzione definitiva”. Ed è certo che anche l’Italia (il cui governo, nel 1998, approvò i bombardamenti della Nato contro la Jugoslavia) si affretterà a riconoscere la nuova realtà kosovara. In proposito, Thaci si vanta di aver ricevuto assicurazioni in merito durante una sua missione a Roma.

di Michele Paris

Con 260 voti a favore e 152 contrari la Camera dei Rappresentanti del Congresso USA ha fallito la scorsa settimana nel suo secondo tentativo di annullare il veto posto dalla Casa Bianca sul provvedimento di legge democratico volto ad allargare il programma pubblico di copertura sanitaria a circa quattro milioni di bambini attualmente privi di qualsiasi assicurazione. Ai parlamentari democratici, sostenuti in questo progetto anche da 42 repubblicani, sono mancati 15 voti per raggiungere la maggioranza dei due terzi dell’Assemblea, numero necessario secondo la Costituzione per far passare una legge alla quale il Presidente abbia posto il veto. Nonostante al nuovo testo di legge, voluto dai democratici per fronteggiare gli effetti della crisi economica sulle famiglie a basso reddito, fossero state apportate significative modifiche rispetto a quello presentato lo scorso mese di ottobre, che ricevette uguale trattamento, esso è nuovamente naufragato tra le divisioni ideologiche dei due schieramenti e la difesa di interessi lobbystici di parte.

di Carlo Benedetti

Sarà un caso, sarà colpa di qualche sbaglio tecnico, sarà il frutto di una macchinazione di palazzo o sarà una semplice vendetta firmata dalla più alta nomenklatura del Paese, ma un fatto è, comunque, certo ed è che l’unico e reale oppositore del Cremlino alle prossime presidenziali del 2 marzo resterà lontano dalla competizione. Perché per Michail Kasyanov - un personaggio classe 1957, discusso ed anche compromesso con giri di affari sporchi - la commissione elettorale, che doveva ammetterlo alla corsa presidenziale, lo ha rimandato a casa adducendo che nella raccolta di firme in suo favore (2 milioni) si sono registrati errori tecnici e sono state individuate 80.147 firme false. E così la messa fuori gioco di Kasyanov - leader di un’opposizione liberale - toglie di torno un esplicito avversario del Cremlino da una gara che l'opposizione considera già sbilanciata a favore di Dmitry Medvedev, il quarantaquattrenne che Putin vuole imporre come suo successore. Kasyanov, che è stato il primo premier durante la presidenza di Putin (fra il maggio 2000 e il febbraio 2004), non ha mai goduto di buona stampa. Molti russi lo chiamano ancora “Misha due per cento” alludendo alle tangenti che avrebbe avuto l`abitudine di chiedere quando apparteneva alla nomenklatura russa.

di Bianca Cerri

In una fredda mattina del febbraio del 2005, un’auto bianca con a bordo alcuni dipendenti della Biomedical Tissues Services Inc. si fermò nei pressi della Luis Garzone Funeral Home. Gli uomini scesero ognuno con in mano una borsa e si diressero verso l’entrata dell’agenzia, dove furono accolti da un impiegato e accompagnati in una delle salette interne. Su un tavolo piazzato al centro c’era un cadavere completamente nudo. Senza mostrare la benché minima emozione, gli uomini della Biomedical lo sezionarono prelevando alcune ossa, i bulbi oculari e parecchi lembi di pelle. In cinque minuti esatti, l’operazione era compiuta e i macabri sezionatori se ne andarono senza neppure lavarsi le mani. Sette mesi dopo, nel reparto chirurgia dello Shore Memorial Hospital di Somers, nel New Jersey, i medici operarono un uomo di 54 anni che soffriva da anni di una dolorosa forma di artrosi cervicale. Si chiamava Anthony Vitola ed era terrorizzato dalla paura del bisturi ma sapeva che solo la mano del chirurgo poteva salvarlo dal rischio di una paralisi delle vertebre. Tutto andò bene. Il chirurgo asportò alcune ossa dalla base del collo del paziente e le sostituì con altre prelevate da un donatore. Cinque giorni dopo Vitola tornò a casa felice per lo scampato pericolo.

di Carlo Benedetti

Putin torna all’attacco e sceglie l’arena della Nato per avviare una politica di nuove, forti e dure critiche, usando come teatro le stesse strutture dell’Alleanza Atlantica dove la Russia ha diritto ad un suo posto non decisionale, ma pur sempre di rilievo. Tutto avviene nel momento in cui la questione del Kosovo è il nervo scoperto del rapporto tra Mosca e Washington. Ed ecco che il Cremlino - con una mossa che si rivela subito come strategica - richiama dalla Nato il suo ambasciatore (“rappresentante permanente”) Konstantin Totskij e lo sostituisce con Dmitrij Olegovic Rogozin (classe 1963). Il nuovo quadro diplomatico è un personaggio di spicco della vita politica russa di questi ultimi anni. Si è sempre vantato di non aver aderito al Partito Comunista dell’Urss e, per questo, di aver pagato anche in termini di carriera… Lungo e tormentato il suo rapporto con il potere. Emotivo, impetuoso, incapace di controllare le sue reazioni, ma sempre schierato apertamente nel settore della destra nazionalista e sciovinista. Ha organizzato una formazione denominata “Congresso russo”.


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