di mazzetta

Abbandonati i propositi bellicosi verso l’Iran, l’amministrazione USA si rivolge ora contro la Corea del Nord cercando di far dimenticare il clamoroso fallimento delle due guerre in corso (Afghanistan ed Iraq) agitando una nuova “minaccia. C’è da dire che il regime nordcoreano, come a suo tempo quello iraniano, agisce mirabilmente di sponda alle necessità dell’amministrazione Bush, ma non è il caso di pensare a pazzie quando è in gioco il potere. Erano passati pochi mesi dall’inizio del primo mandato di Bush che gli Stati Uniti decisero di arrestare gli aiuti alimentati del programma alimentare mondiale (World Food Programme, agenzia ONU), mettendo in oggettiva difficoltà il regime nordcoreano, fino ad allora impegnato nel colloqui con la controparte meridionale in vista della riunificazione del paese. A quel punto a Kim, il dittatore coreano, non rimase che agitare lo spauracchio atomico, cercando di ottenere dalla comunità internazionale quel che desiderava sotto la minaccia di un aumento della proliferazione nucleare.

di Bianca Cerri

Fino al 2000, il futuro della Blackwater USA appariva alquanto incerto, ma nei cinque anni appena trascorsi, la modesta agenzia che affittava contractors nel Delaware è divenuta una multinazionale dal fatturato stratosferico. La nuova Direzione Generale ha sede nella Carolina del Nord ed è circondata da chilometri quadrati di prati verdissimi. Nell'ingresso principale troneggia un gigantesco orso impagliato che pare porti fortuna alla compagnia, almeno a giudicare dal fatturato che supera i cento milioni di dollari annui. In questo lussuoso contesto si tengono anche i corsi d'addestramento per futuri mercenari, che pagano ventimila dollari ciascuno per accedervi.Li frequentano anche molti agenti della polizia di Stato che sperano di abbandonare la divisa per lavorare come privati a 600 dollari al giorno piuttosto che per i miserevoli 1200$ al mese dei normali poliziotti. Gli allievi non sono mai meno di tremila, anche se ogni tanto qualcuno rinuncia.

di Cinzia Frassi

Dopo quattro votazioni esplorative, il ministro degli Esteri sudcoreano Ban Ki-Moon ha in tasca il Consiglio di Sicurezza che, con tutta probabilità, lo raccomanderà all’Assemblea Generale quale ottavo Segretario generale delle Nazioni Unite. L’ultima votazione, avvenuta lo scorso 2 ottobre, ha visto l’accordo unanime di tutti e cinque i membri permanenti con diritto di veto del Consiglio di Sicurezza. Ben Ki-Moon ha raccolto tra i 15 membri del Consiglio ben 14 voti ed un solo astenuto. Anche se il Consiglio di Sicurezza si riunirà il prossimo 9 ottobre per votare il prossimo Segretario, i giochi sono ormai conclusi e il ministro degli Esteri sudcoreano può considerarsi con tutta probabilità il successore di Kofi Annan.

di Fabrizio Casari

Ha un prodotto interno lordo misero, ma una storia straordinaria. Un territorio piccolo, ma incute un timore grande. Sarà per questo che il Nicaragua, 16 anni dopo la sconfitta sandinista seguita a dieci anni di guerra e di embargo, continua regolarmente ad agitare i piani dell’Amministrazione statunitense. Il Segretario alla Difesa Usa, Donald Rumsfeld, che si trova in questi giorni proprio a Managua, dove partecipa ai lavori della Conferenza dei ministri della Difesa delle americhe, rappresenta la più forte - per quanto celata - preoccupazione statunitense per l'esito possibile della campagna elettorale. E per capire quali siano ancora i margini per l’intervento diretto statunitense in vista del prossimo 5 Novembre.

di Alessandro Iacuelli

Dopo gli esperimenti missilistici dello scorso 4 luglio, nei giorni scorsi il regime nordcoreano ha annunciato, tramite la propria agenzia ufficiale, che a breve terrà un test nucleare. L’annuncio crea allarme sia nella regione asiatica sia in occidente. E’ la prima volta, da quando a febbraio del 2005 affermò di avere messo a punto la bomba, che la Corea del Nord fa sapere di preparare un test nucleare, tra l’altro senza specificarne la data. Durissima la nota d’agenzia con la quale viene dato l'annuncio: “La gravissima minaccia di una guerra atomica rappresentata dagli Stati Uniti costringe la Repubblica popolare a condurre un test, quale passo indispensabile per mettere a punto un deterrente nucleare”. Altrettanto dura la risposta americana, affidata a Sean McCormack, portavoce del dipartimento di Stato americano che, in una dichiarazione rilasciata al Cairo, dove si trova in visita con la segretaria di Stato Condoleezza Rice, afferma: “Un test della Corea del Nord minerebbe la nostra fiducia negli impegni presi da essa nei negoziati a sei e rappresenterebbe una minaccia inaccettabile alla pace e alla stabilità in Asia e nel mondo”, chiudendo con ciò ogni possibile via di mediazione.


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