di Luca Mazzucato

NEW YORK. Immaginate per un momento di essere il capo del governo. È il momento fatidico di scrivere la legge di stabilità per l'anno prossimo e tutti vi tirano per la giacchetta: i banchieri vogliono più soldi per coprire i propri rischi, i sindacati più fondi per la cassa integrazione, l'aviazione una nuova portaerei per stanare i terroristi subacquei, i ricchi meno tasse per tutti. Dove abbattere la scure: tagliare i servizi sociali o le spese militari? Che fare con le tasse?

Diventate anche voi premier per un giorno: i ricercatori del Programma per le Consulazioni Pubbliche dell'Università del Maryland hanno creato un sito internet in cui potete procedere passo dopo passo nella creazione della vostra legge finanziaria e decidere le priorità dell'azione di governo.

Un aspetto strabiliante è che l'economia non è così difficile come la dipingono. Come una brava massaia che cerca di far quadrare i conti, il contribuente curioso deve spulciare uno per uno i capitoli di bilancio e decidere come allocare le risorse, tagliando qualcosa e aumentando qualcos'altro.

Una volta creata l'interfaccia, i ricercatori hanno deciso di usarla per fare un sondaggio. Con risultati strabilianti. Nelle ultime settimane, pare che a Washington si siano accorti del galoppante deficit americano, che ormai si conta in trilioni di dollari.

Particolare curioso, se ne sono accorti solo dopo aver tagliato le tasse ai super-ricchi, aggiungendo altri duecento miliardi di dollari di debito e creando una vera e propria crisi di bilancio entro il 2015. Il dibattito su come ridurre il deficit ora impazza su tutti i network televisivi. 

Secondo il Presidente Obama, bisogna tagliare un po' tutti i capitoli di spesa, eccetto quella militare. I Repubblicani sono più coraggiosi: minacciano di bloccare sine die l'approvazione della finanziaria, mandando gli Stati Uniti in esercizio provvisorio, se il Presidente rifiutasse di passare il piano di tagli draconiani da loro proposto. Ma la filosofia generale è bipartisan: non si possono alzare le tasse, né ridurre le spese milititari, dunque si andrà verso un taglio ai servizi sociali.

In questa totale empasse politica, i ricercatori si sono chiesti: secondo i contribuenti, qual è la migliore strategia per contenere il deficit? A quanto pare, il consenso bipartisan dei politici eletti a Washington, tutti pronti a tagliare i servizi sociali, non ha alcun sostegno tra la popolazione. Il che fa riflettere sulle loro vere motivazioni.

L'americano medio è perfettamente in grado di ridurre il deficit e sa dove e come tagliare. Gli intervistati hanno tagliato drasticamente la difesa, l'intelligence e le guerre in Iraq e Afghanistan, con una media del 18% di riduzione nelle spese militari, risparmiando centocinquanta miliardi di dollari. Contro un aumento proposto da Obama del 4%.

Allo stesso tempo, gli intervistati hanno deciso di aumentare sia le tasse ai più ricchi che le tasse sulle case, ricavando una media di trecento miliardi di dollari di entrate fiscali aggiuntive. Invece dei tagli proposti da entrambi i partiti.

Riguardo alle spese sociali, la differenza è altrettanto pronunciata. Il pubblico vuole in media aumentare del 130% la formazione professionale, mentre il Congresso l'ha tagliata del 50%. Il contribuente aumenterebbe inoltre il budget scolastico del 92%, mentre il Congresso lo vuole devastare, tagliandolo di un quarto.

E se dividiamo gli intervistati in base alla loro appartenenza politica? A quanto pare gli “indipendenti” sono quelli più efficienti nel ridurre il deficit, mentre i repubblicani, alla prova del fuoco, tagliano le spese di poco, nonostante tutti i giorni i politici repubblicani siano i paladini della responsabilità fiscale (con i soldi degli altri). Che cosa succederebbe se una simile indagine demoscopica fosse compiuta in Italia?

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