di Carlo Benedetti

MOSCA. Risultati zero tra Putin e Bush che si avviano in quel dorato viale del tramonto che caratterizzerà la fine dei loro mandati presidenziali. I due, per mettere fine alla serie di 27 incontri svoltisi nel passato, si sono concessi - al ritorno dal vertice Nato di Bucarest - una tappa in quello scenario del piccolo Cremlino chiamato “Bociarov Rucei” che - nascosto in un parco di palme e di oleandri in quel di Soci, sul Mar Nero - segna il punto di arrivo quanto a rapporto diretto tra Washington e Mosca. Putin, comunque, non ha voluto perdere l’occasione per mettere nelle valige di Bush una serie di dossier di politica estera e di rapporti segnati da un “niet” a tutto campo. E così si chiude questa lunga parentesi di relazioni che va a segnare una fase di nuova guerra fredda. Pur se tutto si è svolto tra sorrisi e pacche sulle spalle, brindisi ufficiali a colpi di vodka e whisky come avvenne sull’Elba quando sovietici ed americani si abbracciarono. Ma quei tempi sono andati. Oggi c’è solo da festeggiare una nuova guerra fredda che dovrà essere gestita dal successore di Putin - Medvedev, che entrerà in carica il 7 maggio - e da quello di Bush. Per ora il documento che resta è quello testamentario dove i due hanno voluto esprimere la "ferma determinazione a lavorare insieme e con altri Paesi per risolvere i problemi legati alle sfide globali del XXI secolo passando le relazioni russo-americane dallo stato di rivalità strategica a quello di partnership strategica". Pur confermando l'esistenza di "divergenze", hanno poi voluto sottolineare la "disponibilità reciproca a lavorare insieme per superarle nello spirito del reciproco rispetto". Quanto allo scudo spaziale hanno "espresso il loro interesse a creare un sistema per rispondere alle potenziali minacce missilistiche nel quale la Russia, gli Usa e l'Europa parteciperanno come partner paritari". Pur ribadendo la sua contrarietà all'installazione dello scudo spaziale Usa nell'Europa dell'Est e rilanciando le proprie alternative, Mosca "apprezza le misure proposte dagli Usa e dichiara che, se concordate ed attuate, tali misure saranno importanti e utili per attenuare le preoccupazioni russe". Su questo tema le parti hanno concordato di "intensificare" il loro dialogo dopo Soci "sia in maniera bilaterale che multilaterale". Per ora sono, comunque, parole che dovranno essere messe al vaglio dei rispettivi parlamenti a Washington e a Mosca…

Altro elemento presente nel testamento è quello che si riferisce all’impegno a lavorare “insieme” per superare le “serie divergenze” incontrate nell’allargamento della Nato e del Cfe. Sul trattato Start, poi, Bush e Putin si sono lasciati confermando l'intenzione di ridurre i potenziali strategici offensivi fino al minimo livello possibile, in conformità alle esigenze della sicurezza nazionale e dei propri impegni verso gli alleati. E’ poi seguita una sottolineatura riferita ad una politica di “non proliferazione delle armi di distruzione di massa per evitare che finiscano nelle mani dei terroristi e dei loro sostenitori". Un obiettivo per il quale i due Paesi intendono esercitare la loro leadership "in uno spirito di collaborazione". Quanto al nucleare c’ è un impegno ad aiutare altri Paesi ad accedere all'uso pacifico dell'energia nucleare fornendo le infrastrutture e il combustibile nucleare. E qui c’è anche un avvertimento all’Iran perché rispetti “le richieste dell'Aiea e le risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'Onu". Non è poi sfuggito un accenno alla Corea del Nord rilevando il "pieno appoggio ai negoziati a sei" e la prosecuzione della collaborazione in base agli accordi già raggiunti per la denuclearizzazione della penisola coreana.

Infine Putin ha strappato un nuovo impegno per il WTO: e cioè l'adesione della Russia "nel più breve tempo possibile, nel rispetto dei suoi interessi commerciali", con l'auspicio che il traguardo possa essere raggiunto entro fine anno. Ora a parte tutte le dichiarazioni di intenti - segnate spesso da un certo pragmatismo - resta il fatto che il piatto forte relativo a quello scudo missilistico che Bush vuole costruire tra Varsavia e Praga è il muro che divide Mosca dagli atlantici. Si tratta di due basi per dieci missili intercettori (in Polonia) e di una sofisticata stazione radar (nella Repubblica Ceca) che la Russia di Putin considera come diretta minaccia alla sicurezza del suo paese. In sintesi: più incertezze che sicurezze.

Sarà importante vedere ora che tipo di reazioni si registreranno nelle due società - quella russa e quella americana - chiamate a decidere su un futuro che è estremamente incerto e che è segnato sempre più dalla mancanza di veri disegni strategici. Problemi seri, quindi, per l’erede di Putin - Medvedev - che a Soci ha trovato il tempo per un faccia-a-faccia con un Bush ormai dimezzato. E a chi gli chiedeva un giudizio sul collega d’oltreoceano ha glissato con un “mi sembra una persona in gamba". Dove quel “mi sembra” vale più di mille altre definizioni…

Pin It

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy