di Bianca Cerri

Sabato cinque aprile, gli agenti della polizia di Eldorado, in Texas, hanno bloccato le strade della città e dato il via ad una operazione conclusasi con il trasferimento di 182 minori dalla sede della Chiesa dei Santi degli Ultimi Giorni in istituti della zona. Secondo la portavoce dei servizi sociali, anche 133 donne appartenenti alla stessa comunità sono state caricate sui pulmini gialli presi in prestito dalle scuole del circondario e accompagnate in centri di prima accoglienza. In quattro anni, altri 500 minori erano già stati allontanati da sette e congreghe di vario tipo e natura sparse in tutto il Texas. Si tratta di bambini e ragazzi di età compresa tra i sei mesi ed i diciassette anni, attualmente affidati alla custodia dello Stato. La Chiesa dei Santi degli Ultimi Giorni, considerata l’ala fondamentalista del mormonismo, aveva inaugurato la sede, o “Tempio”, come amano chiamarlo gli adepti, nel 2003. L’edificio centrale, tutto in lucido marmo bianco, ha le stesse dimensioni di un Holyday Inn e si trova al centro di un podere dalla vastità impressionante nella contea di Schleiser, in pieno triangolo del petrolio. A occhio e croce, la proprietà nel suo insieme vale 15-16 milioni di dollari. D’altra parte, il mormonismo ha quasi una venerazione per il denaro e riesce a far coesistere tra loro l’anelito dell’animo e lo spirito capitalista. Ogni adepto è tenuto a versare alla comunità almeno il dieci per cento del suo reddito e tutto ciò che arriva nelle casse viene poi investito in assicurazioni, giornali, ecc.

Nelle comunità della Chiesa dei Santi degli Ultimi Giorni i ragazzi hanno l’obbligo assoluto di obbedire agli adulti. Non possono avere contatti con il mondo esterno o frequentare scuole pubbliche. La loro educazione è affidata agli adulti della comunità. Non possono leggere libri o giornali e vengono preparati molto
presto al matrimonio con un coetaneo scelto dal Profeta. Le cerimonie nuziali collettive, che gli adepti preferiscono chiamare “unioni celesti” vengono celebrate nel piazzale antistante il Tempio. Come accade per ogni altro matrimonio, gli sposi si mettono in posa per le foto di rito in un fluttuare di veli bianchi abbagliante. Le unioni non vengono registrate e quindi non hanno alcun valore per lo stato ma le neo-mogli sanno già che dovranno condividere il loro compagno con altre donne perché a Chiesa dei Santi degli Ultimi Giorni non solo tollera la poligamia ma la incoraggia. Le leggi americane e quelle occidentali in generale puniscono con il carcere i poligami ma se il matrimonio non viene registrato il reato non sussiste.

Il blitz della polizia nel ranch-Tempio di Eldorado aveva come scopo la cattura di Dale Barrow, un uomo di 50 anni accusato di aver sposato con la forza una sedicenne che lo in seguito denunciato per averla praticamente costretta ad avere rapporti con lui. Barlow non è stato trovato ma un’altra ragazza, Flora Jessop, oggi diciannovenne, ha avuto il coraggio di uscire allo scoperto e confermare che le molestie sessuali sono molto comuni all’interno della comunità. Jessop ha anche spiegato che chi osa ribellarsi agli ordini degli adulti viene intimorito con minacce di varia natura. Nessun commento da parte di David Allred, l’attuale “profeta” della comunità di Eldorado, che ha sostituito Warren Jeffs, guarda caso condannato a dieci anni di carcere per stupro e in attesa di un secondo processo per aver violato che leggi americane combinando matrimoni forzati.

Fra la gente di Eldorado, l’arrivo della comunità mormone non era stato accolto bene. La cittadina ha una rete idrica appena sufficiente a coprire il fabbisogno dei circa duemila residenti che subito si erano ritrovati a secco perché tutta l’acqua disponibile andava ad irrigare l’immenso podere che circonda il Tempio. I problemi idrici sono stati risolti con un nuovo serbatoio pagato con i soldi dei contribuenti. Dopo il blitz di sabato non sono però mancati rimproveri alla polizia e alla stampa che avrebbero dimostrato scarsa sensibilità nei confronti delle scelte religiose altrui. Il problema è però un altro: molti gruppi settari esercitano forme di controllo comportamentale che non hanno nulla a che fare con le scelte religiose.

Per i bambini tutto ciò comporta essere avvolti da una grande tristezza per il resto della vita. Le cronache hanno dovuto occuparsi troppo spesso di leaders spirituali usciti di senno che hanno coinvolto minori nella loro follia fino ad arrivare a tragedie irreparabili. Basti dire che quando Jim Jones, fondatore di Jonestown, una comunità composta da 900 americani riparati in Guyana, diede il via al più spettacolare suicidio di massa della storia, anche i 300 bambini al seguito dei genitori vennero costretti a bere una pozione avvelenata e morirono tra atroci dolori.

Esattamente quindici anni fa, il 10 aprile 1993, l’atroce rogo scatenato dai lanciafiamme delle squadre speciali nella sede dei Branch Davidians di Wacom in Texas, morirono 25 bambini assieme ai 67 membri della setta fondata da David Koresh. Nell’arco delle loro brevi vite avevano conosciuto soltanto un mondo distorto e violento. Se non altro l’operazione del cinque aprile si è conclusa senza spargimenti di sangue. Ora si può soltanto sperare che i ragazzi finiti negli istituti riescano a ritrovare le capacità sociali dei loro coetanei e ad avviarsi verso una vita autonoma e felice.

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