di Michele Paris

Uno dei leader repubblicani del Congresso americano è finito al centro di un’accesa polemica nei giorni scorsi per avere tenuto un discorso di fronte a una conferenza di un gruppo suprematista bianco nel 2002. Il politico in questione è il deputato della Louisiana Steve Scalise, attualmente il terzo membro più potente della Camera dei Rappresentanti dopo lo “speaker”, John Boehner, e il leader di maggioranza, Kevin McCarthy.

Scalise ricopre la carica di “whip” di maggioranza dall’agosto scorso in seguito al rimpasto all’interno della leadership repubblicana provocato dalla sconfitta nelle primarie e dalle successive dimissioni dell’ex numero due della Camera, Eric Cantor. La figura del “whip” al Congresso USA ha l’incarico di tenere le fila della delegazione del partito e assicurare la disciplina dei propri membri durante le votazioni in aula.

La notizia che ha rivelato i legami imbarazzanti di Scalise è stata diffusa dal blog dedicato alla politica nello stato della Louisiana CenLamar ed è subito rimbalzata sui media nazionali sollevando un polverone.

Nel 2002, Scalise era dunque stato tra gli ospiti che erano intervenuti in un incontro organizzato dall’Organizzazione Euro-Americana per l’Unità e i Diritti (EURO), fondata dall’attivista di estrema destra ed ex leader del Ku Klux Klan, David Duke.

Quest’ultimo è un veterano del movimento nazionalista bianco, razzista e anti-semita americano, ma è stato anche un deputato repubblicano nell’assemblea legislativa statale della Louisiana e ha corso più volte senza successo per il Congresso di Washington. Duke sostiene apertamente teorie cospirazioniste e a suo dire gli americani bianchi sarebbero esposti alla minaccia di “genocidio”. I membri dell’organizzazione ai quali aveva parlato nel 2002 il deputato repubblicano Scalise sono a loro volta sostenitori della Germania nazista e si oppongono alla desegregazione razziale negli Stati Uniti.

Nel corso del suo intervento in un hotel alla periferia di New Orleans, l’allora deputato repubblicano all’assemblea statale parlò, tra l’altro, della carenza di fondi pubblici per le comunità bianche svantaggiate, dovuta a una presunta eccessiva generosità nei confronti di “gruppi selezionati in base alla razza”, cioè degli afro-americani. Questo tema è uno dei preferiti tra quelli promossi dall’organizzazione, la quale afferma di battersi per i “diritti civili” della razza bianca.

Un riassunto dell’evento apparso sul web dopo la conferenza dava poi ampio spazio all’intervento di Scalise, mentre quelli dello stesso Duke - collegatosi dall’Europa - e del suo braccio destro, Vincent Breeding, non erano nemmeno citati.

Ciò rivela l’importanza del discorso di Scalise nell’ambito della conferenza, smentendo le dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dallo stesso deputato repubblicano per cercare di minimizzare l’episodio. Scalise e il suo staff stanno cercando infatti di dipingere la vicenda come un errore di valutazione commesso da un politico inesperto che non condividerebbe in nessun modo le posizioni dell’organizzazione suprematista.

Se i membri dell’entourage del numero tre dei repubblicani alla Camera hanno assicurato che il loro superiore non avrebbe partecipato all’evento nel 2002 se avesse conosciuto le opinioni politiche del gruppo, David Duke in un’intervista all’Huffington Post, dopo avere definito Scalise come “un uomo per bene”, ha giudicato “strane” le sue affermazioni circa la presunta ignoranza sul messaggio che l’organizzazione intendeva promuovere.

Scalise, inoltre, aveva uno stretto rapporto di amicizia con il responsabile delle varie campagne elettorali di Duke, Kenny Knight, il quale era stato appunto l’organizzatore dell’evento del 2002. Il gruppo EURO avrebbe poco più tardi espresso anche il proprio sostanziale appoggio all’elezione di Scalise a deputato statale, in caso di bocciatura dello stesso Duke.

Dopo un iniziale silenzio, nella giornata di martedì i leader repubblicani hanno in ogni caso rilasciato dichiarazioni di solidarietà nei confronti del loro collega con simpatie neo-naziste. I due diretti superiori di Scalise, in particolare, hanno appoggiato la versione dell’errore di giudizio e lo speaker Boehner ha elogiato sia l’ammissione di responsabilità sia l’integrità morale del compagno di partito nei guai.

L’intervento dei due leader della Camera è ovviamente dettato da motivi di convenienza politica a pochi giorni dall’insediamento del nuovo Congresso a totale maggioranza repubblicana, tanto più che lo scandalo che ha coinvolto Scalise è giunto a breve distanza dall’esplosione di un’altra grana all’interno del partito, vale a dire l’ammissione da parte del deputato di New York, Michael Grimm, di avere evaso le tasse.

L’apparente assenza di imbarazzo tra i vertici repubblicani nella difesa delle frequentazioni di Steve Scalise è però forse anche la conseguenza dei legami - ben documentati - tra membri autorevoli del “Grand Old Party” e organizzazioni di estrema destra se non apertamente razziste e neo-naziste.

Nel 1999, ad esempio, Bob Barr, allora deputato della Georgia nonché uno dei principali protagonisti dell’impeachment di Bill Clinton, parlò a una convention del Consiglio dei Cittadini Conservatori (CCC), cioè un gruppo suprematista bianco vicino al Ku Klux Klan.

Al CCC era legato infine anche l’ex capo di maggioranza al Senato Trent Lott, dimessosi dalla sua carica nel 2002 in seguito alla polemica esplosa dopo che aveva espresso ammirazione per l’ex senatore della South Carolina, Strom Thurmond, oppositore delle leggi sui diritti civili negli anni Sessanta e già candidato alla presidenza nel 1948 sotto le insegne del Partito Democratico (segregazionista) per il Diritto degli Stati.

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