Il pugno di ferro del Piano Ruanda

di redazione

Dopo due anni di ostruzionismo da parte della Camera dei Lord, il governo conservatore britannico ha alla fine incassato l’approvazione definitiva della legge che consente di deportare immigrati e richiedenti asilo in Ruanda. La “Safety of Rwanda (Asylum and Immigration) Bill” ha chiuso il suo percorso al parlamento di Londra poco dopo la mezzanotte di lunedì. Il provvedimento, introdotto...
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Gaza, terremoto nei campus

di Mario Lombardo

Le proteste degli studenti americani contro il genocidio palestinese a Gaza si stanno rapidamente diffondendo in molti campus universitari del paese nonostante le minacce dei politici e la repressione delle forze di polizia. Alla Columbia University di New York è in atto in particolare un’occupazione pacifica di alcuni spazi all’esterno dell’ateneo e nella giornata di lunedì i manifestanti hanno ottenuto l’appoggio dei docenti, i quali hanno sospeso le lezioni per protestare a loro volta contro l’arresto di oltre cento studenti nei giorni scorsi. Esponenti del Partito Democratico e di quello Repubblicano, così come il presidente Biden, hanno denunciato la mobilitazione, rispolverando le solite accuse di antisemitismo e a...
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di Mario Lombardo

La Camera dei Rappresentanti del Congresso di Washington questa settimana ha approvato a larga maggioranza il cosiddetto USA Freedom Act che dovrebbe mettere fine alla raccolta di massa di dati telefonici dei cittadini americani da parte dell’Agenzia per la Sicurezza Nazionale (NSA).

In realtà, il provvedimento non solo rischia di istituzionalizzare ancor più una pratica gravemente lesiva della privacy, sia pure con modeste limitazioni, ma lascia intatte le facoltà della NSA di sorvegliare le comunicazioni elettroniche che avvengono ogni giorno in ogni angolo del pianeta.

Il Freedom Act è stato licenziato con 338 voti a favore e 88 contrari e, se approvato anche dal Senato, modificherà una norma contenuta nella sezione 215 del famigerato Patriot Act del 2001 che autorizza l’intercettazione indiscriminata dei “metadati” telefonici gestiti dalle compagnie americane.

Questo emendamento potrebbe fare in modo che il governo non possa più raccogliere e archiviare direttamente i dati, i quali verranno invece conservati dalle stesse compagnie di telecomunicazioni. Le agenzie governative potranno tuttavia continuare ad accedere alle informazioni, ma dopo avere ottenuto l’approvazione del Tribunale per la Sorveglianza dell’Intelligence Straniera (FISC), che si riunisce e delibera nella totale segretezza. La NSA o l’FBI dovranno anche sottoporre alle compagnie richieste relativamente mirate, sulla base cioè di “termini specifici” legati a ipotetiche minacce terroristiche.

Inoltre, il Freedom Act istituisce una figura non ben definita che dovrebbe teoricamente rappresentare l’interesse dei cittadini di fronte al FISC, dove però continueranno a non apparire coloro che sono oggetto dei provvedimenti di sorveglianza del governo. Le compagnie telefoniche avranno poi la possibilità di rendere pubbliche le richieste che riceveranno dalle agenzie di intelligence, sia pure con serie restrizioni.

La leadership repubblicana alla Camera aveva di fatto blindato il Freedom Act, impedendo il voto in aula su qualsiasi emendamento, nonostante alcuni deputati avessero manifestato l’intenzione di presentare modifiche migliorative.

La quasi unanimità con cui è stata votata mercoledì la nuova legge alla Camera dovrebbe ora lasciare spazio alle divisioni che vengono registrate al Senato, soprattutto all’interno della stessa maggioranza repubblicana. Le pressioni per giungere a un provvedimento definitivo sono però notevoli, visto che il prossimo primo giugno scadrà proprio l’autorizzazione della NSA alla raccolta in blocco dei dati telefonici basata sulla sezione 215 del Patriot Act.

Un semplice rinnovo dell’autorizzazione sembra essere improbabile, poiché settimana scorsa una corte d’appello federale aveva dichiarato illegale il programma di sorveglianza autorizzato da questa legge. Un qualche compromesso dovrebbe quindi uscire dal Senato oppure, secondo i giornali americani, il Patriot Act potrebbe essere prorogato per un breve periodo in attesa di un accordo.

Politici e commentatori che appoggiano il Freedom Act insistono nel sottolineare l’importanza della legge nel raggiungere un punto di equilibrio tra la privacy dei cittadini americani e la necessità di difendere gli Stati Uniti dalla minaccia del terrorismo, anche se esistono prove abbondanti che le operazioni della NSA non hanno aiutato a sventare praticamente nessun attentato terroristico.

In realtà, le modifiche approvate questa settimana dalla Camera non sono altro che un giochetto politico per consentire alla NSA di continuare a intercettare a tappeto le comunicazioni di persone innocenti, dando l’impressione di avere rimediato agli eccessi dell’intelligence rivelati al mondo grazie al coraggio di Edward Snowden.

Oltre al fatto che le agenzie governative potranno comunque accedere alle informazioni desiderate grazie anche alla solerte collaborazione delle compagnie telefoniche e di un tribunale (FISC) che asseconda in pratica tutte le richieste sottoposte alla propria attenzione, la sorveglianza di massa continuerà a essere autorizzata da altre due leggi tuttora in vigore e che resteranno inalterate.

La prima è la sezione 702 del FISA Amendments Act, il quale, come suggerisce il nome, nel 2008 ha emendato la legge sulla Sorveglianza dell’Intelligence Straniera del 1978. In base a questa disposizione, il governo può intercettare le comunicazioni elettroniche di cittadini non americani che si trovano in un paese diverso dagli Stati Uniti anche in assenza di un ragionevole sospetto.

Nonostante questi limiti, la sorveglianza condotta secondo la sezione 702 può riguardare anche cittadini americani, se ciò viene fatto in maniera “non intenzionale”.

La vera perla nel ventaglio di norme pseudo-legali a disposizione della NSA è però l’oscuro Ordine Esecutivo 12333, firmato dal presidente Reagan nel 1981.

Questa sorta di decreto legge è stato modificato più volte negli anni successivi e dimostra come la gran parte dei programmi di sorveglianza di massa in America avvenga di fatto senza nemmeno l’apparenza di un qualche controllo o autorizzazione di un organo legislativo.

L’Ordine Esecutivo 12333 consente intercettazioni virtualmente illimitate ai danni di chiunque si trovi al di fuori degli Stati Uniti ma, anche in questo caso, nella rete finiscono puntualmente i cittadini americani, dal momento che la NSA inghiotte indiscriminatamente tutti i dati che transitano sui server delle compagnie private, spesso situati fisicamente in un paese straniero.

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