Il pugno di ferro del Piano Ruanda

di redazione

Dopo due anni di ostruzionismo da parte della Camera dei Lord, il governo conservatore britannico ha alla fine incassato l’approvazione definitiva della legge che consente di deportare immigrati e richiedenti asilo in Ruanda. La “Safety of Rwanda (Asylum and Immigration) Bill” ha chiuso il suo percorso al parlamento di Londra poco dopo la mezzanotte di lunedì. Il provvedimento, introdotto...
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Gaza, terremoto nei campus

di Mario Lombardo

Le proteste degli studenti americani contro il genocidio palestinese a Gaza si stanno rapidamente diffondendo in molti campus universitari del paese nonostante le minacce dei politici e la repressione delle forze di polizia. Alla Columbia University di New York è in atto in particolare un’occupazione pacifica di alcuni spazi all’esterno dell’ateneo e nella giornata di lunedì i manifestanti hanno ottenuto l’appoggio dei docenti, i quali hanno sospeso le lezioni per protestare a loro volta contro l’arresto di oltre cento studenti nei giorni scorsi. Esponenti del Partito Democratico e di quello Repubblicano, così come il presidente Biden, hanno denunciato la mobilitazione, rispolverando le solite accuse di antisemitismo e a...
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Maryanne Wolf, psicologa alla Tuft University, esprime un concetto simile, sostenendo che non siamo tanto “quello” che leggiamo, ma “come” leggiamo. A differenza della parola, la lettura non è infatti una funzione istintiva per noi esseri umani: la nostra mente deve lavorare ai simboli per trasformarli in linguaggio comprensibile. Confrontandosi con modi diversi di rendere disponibili le informazioni, il nostro cervello è un organo estremamente flessibile e tende ad organizzarsi di conseguenza: studi recenti mostrano ad esempio che il modo in cui sono “cablati” neuroni del cervello di un cinese, abituato a ricavare significato dagli ideogrammi, è molto diverso, ad esempio, di quello in cui sono organizzati quelli rinchiusi nella scatola cranica di un occidentale, che spreme senso dalle parole.

Racconta Carr che quando il filosofo Friederich Nietsche, a causa dei gravi disturbi alla vista, decise di dotarsi di una macchina da scrivere, il suo stile cambiò drasticamente: come nota l’esperto di media tedesco Friederich Kittler, da quel momento la sua prosa passò “dall’argomentazione all’aforisma, dal pensiero al gioco di parole, dalla retorica allo stile telegrafico”. Secondo storici e sociologi, perfino l’invenzione dell’orologio meccanico ha finito per “dissociare il tempo dagli eventi umani e ha contribuito a generare il mito dell’esistenza di un mondo autonomo di sequenze misurabili tramite la matematica”; il tempo del sonno, quelli della veglia, del lavoro, del pasto, un tempo regolati dai fenomeni naturali, dal 1300 in poi sono stati scanditi da una macchina.

Dunque un cervello esposto in modo continuativo alla potenza magica e un po’ perversa della Rete comincerà a riorganizzare il proprio funzionamento in modo coerente al modello organizzativo prevalente su Internet, quello di Google, che ne rappresenta l’archetipo. Secondo il suo Amministratore Delegato, Eric Schmidt, Google Inc. è un’impresa fondata sul “concetto della scienza della misurazione” che si sta sforzando di “sistematizzare ogni cosa”. La società di Mountain View (California) declina così i suoi obiettivi strategici: “Organizzare le informazioni a livello mondiale e renderle universalmente accessibili e fruibili” e sviluppare un “motore di ricerca perfetto, definito dal cofondatore Larry Page come qualcosa che ‘capisce esattamente le richieste dell'utente e restituisce esattamente ciò che egli vuole’”.

In altre parole, per la Google Inc. “l’informazione è una specie di commodity, una risorsa utilitaristica che può essere sezionata ed analizzata con efficienza industriale”. Il pensiero sottostante è che l’intelligenza sia “il risultato di un processo meccanico, costituito da una serie di passaggi discreti che possono essere isolati, misurati, ottimizzati”. Secondo Carr, infatti, Google rappresenta il trionfo moderno dei principi di Friederick Winslow Taylor, che passò alla storia per aver tolto la pace agli operai della Midvale Steel di Philadelphia, presentandosi in fabbrica con un cronometro in mano e una massima inquietante nel cervello (“in passato veniva prima l’uomo, nel futuro il sistema verrà prima di ogni cosa”).

Anche se le considerazioni di Carr sono forse troppo pessimistiche - benché non manchino pensatori che hanno guardato con sospetto alla scrittura tout-court o alla stampa introdotta da Gutemberg, sono in effetti i libri che spesso ci salvano la via - esse meritano attenzione e rispetto, perché ci suggeriscono di non abbassare mai la guardia.
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a cura di:
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