di Fabrizio Casari

Il Milan prosegue la sua corsa verso la vittoria, sconfiggendo per due a zero un Parma troppo molle per spaventare i campioni d’Italia. Che hanno mostrato un Ibrahimovic in grande spolvero, che ha disegnato assit, giocate e l’ormai solito rigore con le quali stabilisce perentoriamente le distanze tra i rossoneri ed il resto delle squadre italiane.

In attesa di misurarsi domani sera nella sfida di Coppa Italia (dove al Milan mancheranno però diversi titolari), per quanto riguarda il campionato i rossoneri sono in testa con quattro punti di vantaggio. Pur continuando ancora a recriminare sullo scontro diretto, che senza gli orrori arbitrali li vedrebbe oggi con sei punti avanti alla Juve, 4 di vantaggio non bastano a dispensare tranquillità, ma rappresentano comunque un discreto bottino da amministrare.

In attesa del Barcellona, dove la squadra di Allegri non avrà di che divertirsi, per i rossoneri si tratta dunque di mantenere lo spazio dalla Juventus, che però, umiliando la Fiorentina, ha risposto in maniera straordinaria sia alle critiche che l’avevano investite circa la “pareggite” sia all’allungo del Milan.

Cinque gol e una Fiorentina annichilita sono infatti il biglietto da visita che la squadra allenata da Conte ha presentato alla fase finale del campionato. Un’ottima partita, giocata con il coltello tra i denti, ma forse per la Fiorentina vista sabato, simile al burro, sarebbe bastato anche una forchetta. Indipendentemente dai guai nei quali versano i Viola, i bianconeri hanno mandato un segnale chiaro: non molleranno fino alla fine.

Ovviamente a Torino ci si augura che il doppio impegno del Milan nella fase finale della stagione possa incidere sulla marcia dei rossoneri, ma forse la situazione non è così scontata. Ibrahimovic, infatti, non è mai stato sufficiente ad arrivare a vincere la Champions, ma per il campionato basta e avanza. E il calendario non aiuta, dal momento che la Juventus avrà solo una partita (con il Cesena) semplice da qui alla fine, mentre il Milan ha un calendario decisamente più abbpordabile.

La Lazio porta a casa la seconda sconfitta consecutiva, perché trova un Catania che, coerentemente con il cammino fatto fin qui dall’inizio di stagione, conferma di essere squadra che sa giocare al calcio, che non ha timori reverenziali nei confronti di nessuno e che mette in difficoltà tutte le grandi. Occasione persa per i biancoazzurri per portarsi più vicini alla vetta e soprattutto per farsi spazio nella zona terzo posto, che rappresenterebbe un obiettivo straordinario per la squadra di Reja.

Lo scontro tra Udinese e Napoli, che si preannunciava ancor più caldo dopo la caduta della Lazio, era decisamente uno scontro diretto nella zona terzo posto, ma nessuno dei due ne ha approfittato. Il pareggio tra Udinese e Napoli è stato infarcito di polemiche per il pessimo arbitraggio (arbitrava Rocchi, non poteva essere diversamente); ma al netto dell’operato di un arbitro che non dovrebbe mai scendere in campo, la partita è stata bella, dura, piena di colpi di scena. Il Napoli, sceso negli spogliatoi alla fine del primo tempo in svantaggio e con un rigore sbagliato da Cavani, ha tirato fuori carattere e tecnica e lo stesso matador uruguayano ha realizzato una doppietta permettendo così ai partenopei di uscire indenni dalla partita.

Della caduta della Lazio non ne approfitta nemmeno l’Inter, che viene fermata sul pareggio dall’Atalanta. L’Inter non riesce proprio a costruire gioco. Non si tratta nemmeno più di corsa, pure non certo vertiginosa, ma proprio di schemi. Nessuno sa smarcarsi, nessuno sa dove andare e, quel che è peggio, Ranieri lo sa meno degli undici in campo, dal momento che opera scelte che solo lui capisce.

Occasione persa per avvicinarsi al terzo posto, obiettivo ormai difficilissimo da raggiungere viste le sole nove partite che mancano e le numerose squadre presenti tra i nerazzurri e la coppia di testa. Uscita dalla lotta per il campionato, uscita dalla Champions, uscita dalla Coppa Italia; difficile trovare un anno così negativo per l’Inter negli ultimi cinque anni.

Talmente negativo che potrebbe persino concludersi con la zona Uefa, che costringerebbe la squadra di Moratti a giocare l’Europa League, che non interessa e non può stimolare chi, un anno fa, diventava campione del mondo di club, mentre obbligherebbe ad un doppio lavoro e un doppio investimento per la stagione futura. In attesa di decidere quale sarà l’allenatore del prossimo anno al quale consegnare le chiavi della squadra per il suo rilancio, servirebbe forse lasciare da subito Ranieri al suo destino e affidare la squadra a Stramaccioni, almeno in funzione del prossimo mercato; schierare i giovani (cosa che Ranieri proprio non riesce a concepire) permetterebbe vedere quali tra loro sono all’altezza dell’Inter per il prossimo anno.

Colpaccio del Novara che vince in trasferta contro il Siena; peccato che sia ormai pressocchè inutile ai fini del verdetto finale, ma una soddisfazione per Tesser è cosa buona e giusta. Pareggio tra Lecce e Palermo e Bologna e Chievo, risultati che non cambiano la classifica per nessuna delle quattro. Il campionato in corso appare già segnato in tutte le sue posizioni.

 

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