di Fabrizio Casari

Con il calciomercato ancora aperto, la novità degli arbitri di porta e le consuete recriminazioni sugli errori arbitrali, il campionato è cominciato con alcune vittorie attese, un tonfo sonoro e alcuni risultati inaspettati. Buona la prima per il Chievo contro il Bologna e per il Genoa che ospitava il Cagliari. Buona la prima anche per la Juventus, che batte il Parma, e per la Fiorentina, che farà certamente un campionato diverso da quello degli ultimi anni.

Il tonfo è quello del Milan, che perde in casa con la Sampdoria e ricorda a tutti come i fuoriclasse non sono figurine intercambiabili. Inaspettato dunque è il risultato dei blucerchiati guidati da Ciro Ferrara e anche la vittoria della Lazio in trasferta a Bergamo, solitamente campo difficile da arare per chiunque. Tra i risultati inaspettati quello della Roma, che con fatica acciuffa il pareggio in casa negli ultimi minuti, dopo essere andata in svantaggio per due volte contro un Catania che pare non aver dimenticato il calcio insegnato da Montella.

Il risultato della Roma non deve stupire più di tanto, essendo da sempre difficile la prima fase delle squadre allenate da Zeman (carico fisico, movimenti e posizioni in campo ordinati dal boemo non sono semplici da digerire in breve tempo). La Roma ha comunque mostrato di avere giocatori con un tasso tecnico assolutamente superiore alla media e l’assimilazione graduale del modello di gioco zemaniano consentirà ai giallorossi una crescita progressiva che li vedrà certamente protagonisti. Ma per battersi per il vertice della classifica, la Roma dovrebbe tentare un ultimo sforzo negli sgoccioli del mercato per assicurarsi una coppia di difensori di sicuro rendimento ed esperienza.

Tra i mattatori della giornata ci sono soprattutto Napoli e Inter, entrambe vittoriose in trasferta sui campi di Palermo e Pescara. Due risultati simili per il numero di gol e per essere stati raccolti in trasferta che certamente miglioreranno di gran lunga l’umore nella settimana dei due amici Moratti e De Laurentiis. Il Napoli lo si temeva indebolito dalla partenza di Lavezzi e l’Inter erano cinque anni che non otteneva una vittoria alla prima giornata. Il Napoli, pure orfano di Lavezzi, ha con Insigne un’ottima soluzione e, data per certa la conferma dello straordinario Cavani, vede un possibile ruolo ancor più importante che in passato di Hamsick, talento purissimo. Mazzarri può ragionevolmente guardare con fiducia alla stagione che si è aperta e se arrivasse un centrocampista in grado di coprire la partenza di Gargano, la squadra sarebbe completa.

L’Inter di Stramaccioni gioca un buon calcio e appare equilibrata, risultato di un mercato intelligente. La cessione di Lucio e quella prossima di Julio Cesar, come quella di Pazzini, sono state perfettamente assorbite; Handanovic, Silvestre, Palacio, Gargano, Mudingay  e il riscatto di Guarin, con la ciliegina Cassano, dicono che nei rispettivi ruoli l’Inter ha preso i migliori disponibili nel campionato italiano e Pereira, proveniente dal Porto, è un top player nel suo ruolo. Due le incognite: Cambiasso sarà anche intelligentissimo nel leggere calcio, ma è un giocatore ormai fermo che obbliga agli altri di centrocampo a correre per lui. Zanetti, grandissimo capitano, va ormai dosato, soprattutto quando si trova a dover contrastare giocatori veloci e con vent’anni di meno. Ma se comunque sul piano difensivo è ancora un giocatore notevolissimo, non rappresenta nemmeno per idea il potenziale di sbocco offensivo dell’Inter sulla fascia che Maicon ha sempre garantito. Se il brasiliano dovesse approdare a Madrid o a Londra, quello della fascia destra sarà il punto debole; ci vuole altro che il pur sufficiente Jonathan.

E’ dunque il tonfo del Milan a rappresentare la “notizia” della prima giornata. Allegri sostiene che il Milan sa di cosa ha bisogno e ad essere sinceri ci pare di saperlo anche noi: di un allenatore, di una dirigenza e di giocatori. Tre gli artefici dell’indebolimento cronico dei rossoneri: Allegri, che ha voluto cedere Pirlo, chiudere con Seedorf, Gattuso e Inzaghi. Si dirà: tutta gente a fine carriera. Non è vero, soprattutto per Pirlo.

Poi ci sono le responsabilità di Galliani: perché se da una squadra vanno via anche Nesta, Favalli, Van Bommel, Seedorf, Gattuso, Inzaghi devi correre sul mercato a cercarne i sostituti. Se invece sul mercato vai solo per vendere Ibrahimovic e Thiago Silva prima, e Cassano poi, significa che deliberi scientificamente la cacciata dei fuoriclasse successivamente all’addio di coloro che con la loro fatica gli consentivano le giocate. Insomma, eliminando i faticatori prima e i fuoriclasse poi, hai smembrato definitivamente la squadra.

Davvero si ritiene che Pazzini sia in grado di sostituire Ibra o anche solo Inzaghi? Significa non aver mai visto giocare Pazzini negli ultimi 12 mesi. Davvero si pensa che Bonera possa sostituire Thiago Silva? E che senso ha l’ennesima “operazione nostalgia” per riportare a Milano Kakà che non è più quello che avevamo ammirato da tre anni? O si pensa che Mourinho lo farebbe vegetare in panchina se solo fosse il fuoriclasse che incantava quando giocava nel Milan?

Considerando che campionato e Champions non faranno sconti, il terzo responsabile, cioè Berlusconi, dovrà sbrigarsi a togliere dall’imbarazzante conflitto d’interessi la figlia Barbara, che impedisce a Galliani di fare un capolavoro con il PSG nel Gennaio scorso rifilandogli Pato e che, per buona misura, gli toglie anche Ibra così da dargli più spazio, senza capire che lo spazio di Pato non lo tocca nessuno. E’ quello dell’infermeria. E qui, anche la storiella di Milan-lab ha trovato la fine. Se pure dovessero arrivare Diarrà e a Kakà, il Milan non sembra in nessun caso attrezzato per l’inverno calcistico.

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