di Roberta Folatti

Ricominciare dopo un viaggio nel nulla

Ci sono film girati bene, con un andamento lento, progressivo, pregnante che scava dentro le psicologie dei personaggi, film densi ed emozionanti ma con un finale sbagliato. Ti amerò sempre è uno di questi film.

di Roberta Folatti

Quando la Germania tentò di rialzare la testa

Un altro film ambientato durante la seconda guerra mondiale, proprio nel fulcro delle alte gerarchie militari naziste. Il Berghof, la “tana del lupo” nella foresta di Goerlitz in Prussia, la Berlino incalzata dall’Armata Rossa, in Operazione Valchiria si respira l’atmosfera di sgretolamento di un sistema che si era ritenuto invulnerabile. Tra i sodali più stretti di Hitler però sembra regnare una percezione distorta della realtà, diversa da quella che i militari al fronte toccano con mano quotidianamente. Il senso di imminente disfatta giunge attutito nei luoghi iperprotetti in cui si muovono Hitelr e i suoi più fedeli collaboratori, ancora ammantati di quell’aurea di invincibilità che era l’anima della propaganda nazista.

di Roberta Folatti

Crimini inconcepibili

Mentre guardavo questo film mi ha martellato costantemente un pensiero: le donne non avrebbero mai fatto una cosa del genere. Nè preso certe decisioni, nè obbedito a certi ordini. Un crimine come quello descritto nell’ultima fatica di Andrzej Wajda è talmente allucinante, insensato, enorme ed è stato eseguito con tale metodicità, con tale freddezza da apparire semplicemente inconcepibile a una mente femminile.

di Roberta Folatti

Sferzate alle convenzioni

A confronto con la compassata famiglia di John, Larita è un’autentica forza della natura. La sua figura snella e il suo sorriso ironico si stagliano come sfacciate fonti luminose nella penombra di una tradizionalissima casa inglese. Un’avita dimora, un po’ in decadenza ma con un passato glorioso.

di Roberta Folatti

Strumenti diversi per lo stesso spartito

Per uno come Walter Vale, con scarsa propensione ai rapporti sociali, ritrovarsi l’appartamento invaso da estranei avrebbe potuto apparire come un vero affronto. Ma la sua apatia emotiva, che lo spinge a ripetere da vent’anni lo stesso corso universitario, senza cambiare di una virgola il programma, e una dose di buona educazione unita a una mitezza di fondo, lo fanno reagire da gentiluomo, senza strepiti, con comprensiva disponibilità. In fondo L’ospite inatteso del titolo è proprio lui, che compare improvvisamente nelle vite di Tarek e Zainab, lui siriano, lei senegalese, entrambi clandestini, finiti nella sua seconda casa di New York per le manovre truffaldine di qualcuno che sui clandestini ci specula. La giovane coppia scopre che l’affitto che paga non va al vero proprietario e fa subito i bagagli, scusandosi con Walter e defilandosi nella metropoli.


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