di Roberta Folatti

Quant’è riposante un film di Pieraccioni

Lo confesso, non sono un’esperta della cosiddetta commedia all’italiana, quella degli ultimi decenni, e nemmeno conosco l’opera omnia di Leonardo Pieraccioni. Credo di aver guardato distrattamente in tv “Il Ciclone”, ma non è che mi sia rimasto impresso. So che il regista/attore toscano fa ruotare le sue storie attorno alla bellissima di turno, mi ricordo di una certa Lorena Forteza lanciata da “Il ciclone” e poi entrata in crisi per eccesso di pressione mediatica. So anche che i film di Pieraccioni escono puntualmente in periodo natalizio – pare che sotto le feste la gente abbia più voglia di leggerezza – e che fanno concorrenza a quelli targati Vanzina, di impronta decisamente più greve.
Comunque prima o dopo tocca a tutti e pure io mi sono trovata in una sala in cui si proiettava un “film di Natale”, col senno di poi credo mi sia andata bene... Insomma Una moglie bellissima non è certo un capolavoro, la trama è a dir poco banale, ma ogni tanto si ride e mancano quasi del tutto le volgarità che infarciscono il filone vanzinesco. La scena in cui Pieraccioni spiega agli abitanti delle Seychelles i vizi italiani, dal condono alla tassa di successione, è abbastanza riuscita.

Con Pieraccioni – lo dice lui stesso – vai sul sicuro, niente scosse particolari, nessuna grande innovazione. Come attore fa un po’ sempre lo stesso personaggio, il simpaticone, buono e ingenuotto, e da regista segue la strada conosciuta. Del resto perché lasciarla, se il pubblico è questo che vuole?
Citiamo le sue parole per introdurre la trama: 'Io e il mio sceneggiatore di sempre, Giovanni Veronesi, siamo partiti dalla sindrome del “fidanzato di miss Italia”, quello che ad elezione avvenuta viene regolarmente abbandonato in provincia dalla vincitrice che si lancia in altri mondi. Ogni donna che si viene a trovare alle prese con un cambiamento radicale di vita di questo tipo finisce col minare il suo rapporto di sempre e quindi noi abbiamo voluto raccontare un tipo di passaggio emblematico in questo momento in cui ci sono tanti programmi televisivi che usano persone normali facendole diventare star. Se uno però non ha un particolare talento finisce col subire dei traumi da questa trappola micidiale...'

Insomma una sorta di morale c’è nella storia della bellissima Miranda, che nonostante il fisico prorompente lavora al banco di frutta e verdura del marito Mariano, alzandosi ogni mattina all’alba. Il rapporto romanticamente esclusivo con il suo uomo fa sì che questi sacrifici non le pesino, sino a quando qualcuno non la nota e non le propone di fare un calendario. La vicinanza di Gabriel Garko nei panni del bel fotografo “tentatore” corromperà l’ingenua fanciulla... ma questa è la parte meno riuscita del film, visto che la trama prevederebbe lo scoppio di una passione fra i due e invece non c’è traccia di scintille. Non si capisce che cosa Miranda ci trovi in quell’uomo cinico e vanitoso, e nemmeno perché lui se la tenga vicina dato che si stufa quasi subito della fidanzata “carciofara”.
Fatto sta che il lieto fine è assicurato e che Mariano/Pieraccioni manterrà fede al suo immodificabile personaggio. Attorno ai due protagonisti si muove un simpatico gruppo di attori che, tra trovate goliardiche e autentici spunti di comicità, vivacizzano la storia. Tra loro i fedelissimi Rocco Papaleo e Massimo Ceccherini, e Tony Sperandeo nei panni di un prete depresso. Cammeo di Francesco Guccini.


Una moglie bellissima (Italia, 2007)
Regia: Leonardo Pieraccioni
Sceneggiatura: Leonardo Pieraccioni, Giovanni Veronesi
Scenografia: Francesco Frigeri
Musiche: Gianluca Sibaldi
Cast: Leonardo Pieraccioni, Laura Torrisi, Gabriel Garko, Tony Sperandeo, Rocco Papaleo
Distribuzione: Medusa






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