Il pugno di ferro del Piano Ruanda

di redazione

Dopo due anni di ostruzionismo da parte della Camera dei Lord, il governo conservatore britannico ha alla fine incassato l’approvazione definitiva della legge che consente di deportare immigrati e richiedenti asilo in Ruanda. La “Safety of Rwanda (Asylum and Immigration) Bill” ha chiuso il suo percorso al parlamento di Londra poco dopo la mezzanotte di lunedì. Il provvedimento, introdotto...
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Gaza, terremoto nei campus

di Mario Lombardo

Le proteste degli studenti americani contro il genocidio palestinese a Gaza si stanno rapidamente diffondendo in molti campus universitari del paese nonostante le minacce dei politici e la repressione delle forze di polizia. Alla Columbia University di New York è in atto in particolare un’occupazione pacifica di alcuni spazi all’esterno dell’ateneo e nella giornata di lunedì i manifestanti hanno ottenuto l’appoggio dei docenti, i quali hanno sospeso le lezioni per protestare a loro volta contro l’arresto di oltre cento studenti nei giorni scorsi. Esponenti del Partito Democratico e di quello Repubblicano, così come il presidente Biden, hanno denunciato la mobilitazione, rispolverando le solite accuse di antisemitismo e a...
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di Tania Careddu

Sebbene siano più contenuti e l’Italia si collochi al quindicesimo posto nella graduatoria europea, nel 2014 gli incidenti stradali sono stati circa centosettantasette mila: tremilatrecento e rotti mortali e pressappoco duecentocinquantuno mila lesivi, di cui quindici mila gravi – il 16 per cento in più rispetto all’anno precedente, con valori di picco in Sardegna, nelle Province Autonome di Trento e Bolzano, in Emilia Romagna, in Abruzzo e nel Lazio contro il Veneto, il Molise, la Valle d’Aosta, la Lombardia, la Campania e la Basilicata, nelle quali si registrano i valori più bassi.

Ossia, ogni giorno, in media, sono accaduti quattrocentottantacinque incidenti, sono morte nove persone, per cui totalmente si contano, secondo quanto si legge nella ricerca Aci-Istat, per ogni milione di abitanti, cinquantacinque incidenti mortali. Più frequenti nelle strade urbane, quelli più gravi avvengono in quelle extraurbane, autostrade escluse, dove, invece, diminuisce il numero dei decessi.

I conducenti e i passeggeri di autovetture, i motociclisti e i ciclisti, fra i quali il valore dell’indice di mortalità è più che doppio rispetto a quello degli automobilisti, i pedoni, per i quali è quattro volte superiore e si contano, nel 2014, cinquecentoquarantotto morti, e gli occupanti dei mezzi pesanti, le vittime più coinvolte. Il giorno più nero, venerdì in cui si concentra il maggior numero di sinistri ma la domenica, seguita dal sabato, è quello nel quale avvengono quelli più gravi, principalmente nelle ore notturne, durante le quali le persone perdono la vita ogni cento incidenti, e fuori porta.

Alle nove del mattino, alle tredici e alle diciotto, gli orari più critici nei giorni feriali. Maggio, giugno e luglio, i mesi più caldi - oltre sedicimila incidenti al mese -; giugno, luglio, agosto e ottobre, quelli con il più nutrito numero di morti - trecentoventi ogni mese.

Scontro frontale-laterale e tamponamento, le tipologie più frequenti. Mancato rispetto delle regole di precedenza, soprattutto nelle vie dentro le città, guida distratta e velocità sostenuta, nelle strade extraurbane, le prime tre cause dei sinistri. Seguite da mancanza della distanza di sicurezza, manovra irregolare e comportamento scorretto del pedone.

Da sfatare il popolare, quanto vetusto, detto ‘donne al volante, pericolo costante’: sono soprattutto uomini, infatti, le persone più interessate, hanno tra i venti e i ventinove anni e tra i quarantacinque e i quarantanove; le donne, oltre le giovanissime, hanno tra le settantacinque e le ottantaquattro primavere, età che farebbe sospettare il coinvolgimento nel ruolo di pedoni (ottantasette morti e quasi milleseicento feriti).

Categoria maggiormente esposta insieme ai ciclisti che farebbero lievitare il numero delle vittime fra gli ultrasessantacinquenni e fra i bambini, fino ai quattordici anni. Sessantadue i decessi, di cui ben ventiquattro fra i minori sotto i cinque anni, fascia d’età nella quale si sono registrati anche oltre seimilacinquecento feriti, sul totale di dodicimila e duecento piccoli, under quindici, coinvolti.

“Sulla strada: nessun bambino deve morire”, è la vision a lungo termine, per arrivare ad azzerare la loro mortalità, del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Che stima, sulla base della valutazione dei costi sociali del 2010, in diciotto miliardi di euro (l’anno) i danni derivanti dagli incidenti stradali. Compresi quelli che coinvolgono gli adulti.

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