Il pugno di ferro del Piano Ruanda

di redazione

Dopo due anni di ostruzionismo da parte della Camera dei Lord, il governo conservatore britannico ha alla fine incassato l’approvazione definitiva della legge che consente di deportare immigrati e richiedenti asilo in Ruanda. La “Safety of Rwanda (Asylum and Immigration) Bill” ha chiuso il suo percorso al parlamento di Londra poco dopo la mezzanotte di lunedì. Il provvedimento, introdotto...
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Gaza, terremoto nei campus

di Mario Lombardo

Le proteste degli studenti americani contro il genocidio palestinese a Gaza si stanno rapidamente diffondendo in molti campus universitari del paese nonostante le minacce dei politici e la repressione delle forze di polizia. Alla Columbia University di New York è in atto in particolare un’occupazione pacifica di alcuni spazi all’esterno dell’ateneo e nella giornata di lunedì i manifestanti hanno ottenuto l’appoggio dei docenti, i quali hanno sospeso le lezioni per protestare a loro volta contro l’arresto di oltre cento studenti nei giorni scorsi. Esponenti del Partito Democratico e di quello Repubblicano, così come il presidente Biden, hanno denunciato la mobilitazione, rispolverando le solite accuse di antisemitismo e a...
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di Mariavittoria Orsolato

Dice che di fare televisione in modo tradizionale si è stancato. Dice che preferirebbe dirigere docu-fiction, possibilmente per la RAI, e che già ha degli script pronti nel cassetto. Dice che questo sarà sicuramente il suo ultimo anno da conduttore. Eppure Michele Santoro c'è. Quasi come condannato ad un eterno ritorno, il giornalista salernitano non riesce a stare lontano dal piccolo schermo e giovedì sera ha debuttato su La7, riportando il suo personalissimo Servizio Pubblico sulle frequenze della tv generalista.

Concluso il positivo esperimento multipiattaforma dello scorso anno, la redazione del fu "Annozero" ha traslocato sulla rete principe di Telecom Italia Media riproponendo tale e quale lo show che, ormai da 25 anni  - il primissimo "Samarcanda" è del 1987  -  informa, intrattiene e fa battibeccare i polemici telespettatori italiani.

Quello che i manuali sicuramente definiranno a breve come “format Santoro” è infatti ormai un cliché: con i monologhi iniziali del conduttore, gli ospiti in quota fissa da par condicio, i servizi d'assalto, l'angolo vox populi, Travaglio, l'intervistona, Vauro e la giornalista carina a tastare il polso della gente online. Niente di nuovo dunque, non fosse per quell'incipit - l'inno di Forza Italia della prim'ora - con cui il giornalista salernitano ha consciamente deciso di aprire la puntata.

Berlusconi, la sua nemesi dichiarata, ha furbescamente annunciato di ritirarsi dalla vita politica e l'irriverente omaggio di Michele Santoro - oltre che essere autocelebrativo al limite dell'onanismo - si è rivelato un riuscitissimo Verfremdungseffekt, ovvero quell'effetto teatrale di straniamento e alienazione per cui lo spettatore si ricorda di assistere ad una rappresentazione e grazie al quale ne prende le doverose distanze.

Un momento topico in cui (almeno alla sottoscritta) è parso che il giornalista salernitano si accomiatasse dalla sua battaglia contro il Cavaliere, ponendo di fatto la parola fine a quello che negli annali televisivi verrà ricordato come IL duello epico della seconda repubblica.

Perché, come ha giustamente notato Riccardo Bocca sul suo blog all'interno del portale de L'Espresso, “non ha più senso, e logica, che Santoro torni per l’ennesima stagione con un programma ingessato in antichi schemi, brillanti e funzionali soltanto quando c’era un nemico enorme e pacchiano”. Lo stesso Santoro pare esserne consapevole e forse proprio per questo quello di abbandonare la conduzione per dedicarsi alla sceneggiatura e alla regia di docu-fiction, più che un desiderio è una reale necessità.

Per il resto, l'esordio su La7 di Servizio Pubblico ha propinato sempre la stessa fuffa. Renzi che fa il rottamatore dimenticandosi di non usare un linguaggio vetusto. Fini che si discolpa ancora per la casa di Montecarlo e sbaglia continuamente il nome della fidanzata di una vittima della Camorra. Quindi Della Valle, che recita la parte dell'imprenditore illuminato senza rendersi conto di assomigliare paurosamente alla parodia (strepitosa) che Maurizio Crozza ha fatto di lui.

L'unica novità, se novità può davvero essere considerata, è quella del "Partito Liquido" che riprende la trita e ritrita formula del reality, consentendo al pubblico a casa di scegliere il candidato premier televotando, di volta in volta, per l'eliminazione di uno dei personaggi politici in gioco.

Con l'ottimo risultato del 12,9% di share, quello di Santoro è comunque un format che non stanca, un programma che, per quanto risulti fin troppo fedele a sé stesso e spesso noioso, ha avuto indubbiamente il pregio di fidelizzare il pubblico (anche di colore opposto), garantendo ampi margini di guadagno ai network che nel corso degli anni lo hanno ospitato e imperitura fama al suo ideatore. Michele Santoro infatti sarà anche (per sua stessa ammissione) un fesso ma di certo, come dicono dalle sue parti, televisivamente parlando non è nu strunz'.






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