di Eugenio Roscini Vitali

In Afghanistan, il vertiginoso aumento del livello di scontro registrato negli ultimi mesi sta mettendo a dura prova le forze della coalizione internazionale. Dalla fine dello scorso anno le milizie talebane hanno cambiato strategia e alla guerra aperta hanno preferito il terrorismo usato dalla guerriglia irachena: più snervante, più efficace e meno rischioso. La scelta é dovuta soprattutto alla schiacciante supremazia dimostrata in precedenza dalle Forze della Nato e dai paesi che partecipano alla missione, ai mezzi a disposizione, alla loro potenza di fuoco e alla capacità operativa. Tutti fattori che avrebbero portato le milizie ad evitare il combattimento diretto in favore di una strategia basata su azioni clamorose, sull’uso massiccio di ordigni esplosivi improvvisati (più comunemente conosciuti come IED o Improvised Explosive Device), di bombe piazzate sul ciglio delle strade, di attacchi suicidi e rapide sortite. I successi ottenuti dalla guerriglia stanno determinato la reazione delle truppe della coalizione, che in questo modo si espone al rischio di errori tattici ed operativi; si conta un elevato numero di perdite e una crescente percentuale di “danni collaterali”, leggasi vittime civili che pagano con la vita tragici errori di valutazione. A sette anni dalla cacciata del regime talebano la popolazione afgana inizia a considerare le truppe straniere come una sorta di esercito di occupazione, un esercito da combattere cosi come furono combattuti i sovietici negli anni Ottanta.

di Carlo Benedetti

MOSCA. Il titolo è: “L’aggressione georgiana diretta da israeliani”. E subito dalle edicole moscovite vanno esaurite le 570.000 copie del settimanale Argumenty nedeli (Argomenti della settimana) che dedica una pagina a questa notizia che già circolava negli ambienti diplomatici della capitale. Ma ora arrivano i fatti, le testimonianze, i nomi precisi. Di qui l’interesse dell’opinione pubblica ed anche un certo allarme perchè questa “vicenda” può scatenare una reazione del nazionalismo russo, ferito e risentito. La vicenda generale è nota ed è l’argomento del giorno. Perchè il fatto che la Georgia abbia attaccato l’Ossezia del Sud e l’Abkhazia è già un fatto consegnato alla storia. Ma la domanda che resta si riferisce al “come” sia stato possibile che un paese così piccolo - e cioè la repubblica caucasica - sia stato in grado di muovere le sue armate con un blitz-krieg teso a mettere l’avversario con le spalle al muro. Molti, a Mosca, gli interrogativi sulle capacità o meno dell’intelligence di prevedere mosse aggressive, situazioni di fatto, sbocchi e conseguenze. E così la Russia potente e militarmente ben piazzata scopre di avere il suo tallone d’Achille.

di Alessandro Iacuelli

Il 7 settembre scorso, sul fiume Sambriero, nell'area del Delta del Niger, un gruppo di uomini armati ha dirottato una nave, la "Fulmar Lamnaco". Secondo quanto riferito dal portavoce dell'esercito nigeriano, il colonnello Musa Sagir, durante il dirottamento sarebbe morto un marinaio e un altro sarebbe stato rapito. Sagir ha anche dichiarato che la nave è di proprietà dell'Agip, del gruppo Eni, ma la multinazionale italiana ha smentito rapidamente: "La nave in questione non è di nostra proprietà ma di un'azienda contrattista australiana; al momento non ci sono nemmeno contratti in corso di esecuzione con l'Agip", ha dichiarato la multinazionale italiana che opera in Nigeria. Lo stato nigeriano è il primo produttore di petrolio del continente africano, ma anche il settimo esportatore mondiale. La regione è una delle aree del mondo più ricche di idrocarburi, con riserve provate di petrolio pari a 36 miliardi di barili ed è il quinto fornitore di greggio degli Stati Uniti. Di conseguenza, è di vitale importanza per l'Eni, che ha stabilito nel Delta del Niger numerosi impianti di estrazione.

di Ilvio Pannullo

Nei giorni subito successivi all’attentato alle Torri Gemelle di New York, l’11 settembre 2001, fu subito accusato degli attacchi lo sceicco saudita Osama Bin Laden. Ma chi è Osama Bin Laden? E soprattutto: quali sono state le motivazioni dietro al gesto che tutti si sono affrettati ad attribuirgli? È infatti necessario - ed è una banalissima prassi investigativa oltreché il modo più logico di procedere - prima di accusare chiunque, trovare un buon movente. A questo proposito stupisce che nessuno si sia mai chiesto quale fosse il movente di colui che è stato immediatamente accusato degli attentati dell’11/9. Si è parlato genericamente di un suo odio per l’occidente basato sulla diversa ideologia religiosa, ma questo stride ancora di più con il fatto che Osama Bin Laden, ufficialmente, non abbia mai rivendicato quegli attentati. La prima cosa, infatti, di cui si sono solitamente preoccupati i terroristi di tutto il mondo è di far trovare al più presto una rivendicazione, nella quale spiegare, con chiarezza, il motivo del loro gesto. Bin Laden, invece, pochi giorni dopo l’11/9 faceva sapere dal Pakistan che non aveva nulla a che fare con quegli attentati, come riportato da una agenzia di Rai News 24, il 16 settembre 2001. Solo tre mesi dopo avremmo visto un video amatoriale, trovato in Afghanistan dagli agenti della CIA e trasmesso dalla CNN, in cui Bin Laden sembrava rallegrarsi del crollo delle torri con un amico saudita.

di Valentina Laviola

Il test per diventare cittadini è una realtà, ora anche in Germania. In vigore dal 1 settembre, costa circa 25 € per ogni tentativo ed è obbligatorio per tutti coloro che aspirano al passaporto tedesco. L’annuncio ufficiale, in un comunicato dell’ufficio stampa governativo, precisa che, oltre alle preesistenti prova di lingua e giuramento alla Costituzione, ci sarà un questionario scritto: è composto da 33 domande a risposta multipla, che verranno scelte di volta in volta fra le 310 già preparate dall’università Humboldt di Berlino e pubblicate affinché i candidati possano prepararsi. Gli argomenti toccano la storia, la cultura e il sistema politico tedesco, ma anche quali simboli campeggiano su stemmi ed araldi dello Stato. Sono necessarie almeno 17 risposte corrette su 33 per superare l’esame, ma c’è già chi avanza forti dubbi: sembra che alcune domande abbiano risposte multiple completamente errate e che altre siano del tutto irrilevanti. Inesattezze che sono state parzialmente ammesse da una portavoce del dipartimento degli Interni di Berlino, la quale ha dichiarato che di certo alcuni quesiti andranno rielaborati, ma che nel complesso il test è valido.


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