di Carlo Benedetti

All’Iran di Mahmud Ahmadinejad arrivano le prime forniture di armi russe. Il programma delle consegne è avviato con una partita di 29 missili “terra-aria” (i potentissimi “Tor-M1” montati su autocarri trasportabili per aereo). Il costo totale della partita è di 1,4 miliardi di dollari. La scelta di tali armamenti è stata fatta da Teheran con l’obiettivo di “difendere obiettivi statali e militari, in primo luogo i siti nucleari situati a Isfahan, Busher, Teheran ed altri nella zona orientale del Paese”. E’ questa, in sintesi, la spiegazione data dagli iraniani alle diplomazie di tutto il mondo. Da parte russa si precisa invece che si tratta di una normale vendita di armamenti missilistici - “tattici di contraerea” - della quinta generazione. Mosca sottolinea poi che i “Tor-M1” sono armamenti destinati a risolvere compiti di difesa contraerea a livello di divisione, e quindi in grado di garantire un'efficace difesa nei confronti di missili terra-aria, bombe aeree regolate, aerei, elicotteri, nonché apparati d'attacco privi di pilota e manovrati a distanza.

di Maria Pia Lari

C’é un altro capitolo della guerra in Iraq che adesso svela, in modo documentato, l’ennesima menzogna Usa riguardo all’utilizzo di armi non convenzionali durante le prime e più accese fasi del conflitto. Contrariamente a quanto sempre sostenuto, le truppe statunitensi utilizzarono bombe al fosforo contro la popolazione. Quelle al fosforo bianco sono bombe, non certo razzi illuminanti, come sostennero i generali americani quando scoppiò lo scandalo del bombardamento di Falluja. La prova l’hanno avuta i soldati italiani che ne hanno trovate alcune inesplose nella zona di Nassirya, nel raggio di sette, otto chilometri all’esterno della città, durante il loro lavoro di bonifica del territorio dagli ordigni inesplosi. La prova è in una serie di fotografie dell’autunno 2004 (come quella che pubblichiamo al lato ndr): ritraggono i nostri con una bomba che ha la forma di una granata, dipinta di bianco con una sigla rossa “Ph” che sta per Phosphor, fosforo.

di Luca Mazzucato


E' finalmente finita la guerra nella Striscia di Gaza. Domenica mattina, a sorpresa, il premier israeliano Ehud Olmert e il presidente palestinese Abu Mazen hanno dichiarato il cessate-il-fuoco, con decorrenza immediata. Dopo cinque mesi di feroci combattimenti casa per casa, le truppe israeliane si sono ritirate, lasciandosi dietro una scia di quasi cinquecento morti e cinquemila feriti palestinesi. L'IDF ha ceduto le posizioni a tredicimila uomini dell'esercito palestinese, legati a Fatah, che avranno il compito di sorvegliare i confini interni della Striscia per imporre a tutti i gruppi armati il rispetto della tregua. La rioccupazione di Gaza era iniziata in Giugno, dopo la cattura del caporale dell'IDF Gilad Shalit da parte di Hamas e portata avanti con lo scopo ufficiale di fermare il lancio dei razzi Qassam dalla Striscia verso le cittadine israeliane di Sderot e Ashkelon.

di Neri Santorini

Battuta d'arresto per i negoziati sull'ingresso della Turchia nell'Unione Europea a causa di Cipro. Tanto che l'11 dicembre i 25 capi di stato e di governo decideranno di congelarli. Per ora lo stop riguarda solo i capitoli commerciali, ha suggerito oggi la Commissione Ue,visto che Ankara continua a violare con Cipro i principi elementari di libero scambio. Ma il Consiglio Europeo potrebbe andare oltre e "punire" Ankara anche sul piano politico, fermando tutto il processo negoziale. Proprio adesso che Papa Ratzinger, tra mille difficoltà, compie un faticoso gesto di distensione con la sua visita in Turchia. "La Chiesa non fa politica", ha detto il Papa al premier turco Erdogan, che si è degnato di riceverlo in aeroporto per pochi minuti solo quando ha capito che gli islamici nelle piazze turche non sono poi tanti. E' vero che il Vaticano non prende decisioni a Bruxelles. Ma proprio la Chiesa di Ratzinger ha insistito molto, e invano, affinché la Costituzione europea sottolineasse le radici cristiane d'Europa.

di Bianca Cerri

Il giorno della sua nomina a responsabile della Difesa, Robert Gates era stato definito da Bush “un uomo nuovo” ma la definizione rischia di apparire sarcastica, visto che Gates ha fatto parte della CIA per oltre 26 anni. Lo hanno messo sotto inchiesta varie volte per stabilire quale fosse stato il suo ruolo nella vicenda Iran-Contras e risulta che fosse perfettamente al corrente sia della vendita di armi all’Iran che dei finanziamenti ai Contras del Nicaragua, così come sapeva che le attività della CIA in Nicaragua venivano finanziate con il ricavato di un fiorente traffico di cocaina. Secondo Rodney Stich, autore di “Defrauding America” ogni operazione ruotava attorno agli stessi personaggi: oltre a Gates, William Casey, Edwin Meese (oggi a capo del complesso industrial-carcerario) ed altri.


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