di Cinzia Frassi

"Ogni nazione indipendente ha il diritto di perseguire i criminali condannati per un crimine in base alle proprie leggi e qualsiasi interferenza esterna rappresenta un’ingerenza negli affari interni", ha detto Mohammad Ali Hosseini, portavoce agli Esteri di Teheran, ma le stesse parole potrebbero venire da qualsiasi altro Paese. Per quanto riprovevole, l’affermazione del portavoce iraniano risulta un principio irrinunciabile per ogni paese, occidentale e non, nelle relazioni internazionali. La comunità internazionale si fonda proprio su questo dogma che declina i comportamenti di ogni Stato: la sovranità di ciascun Paese resta intatta davanti a qualsiasi ingerenza esterna. E anche il rispetto dei diritti umani diventa, in definitiva, una prerogativa nazionale. Perciò assistiamo spesso a battaglie nobili su temi importantissimi come i diritti umani, l’ambiente, le risorse naturali e il loro sfruttamento, che diventano questioni annose e che molto spesso finiscono con lo stagnare senza risultati apprezzabili. Gli attori delle relazioni internazionali sono governi che portano avanti la loro politica economica, i loro interessi particolari, la loro ideologia.

di Giuseppe Zaccagni

L'attenzione delle cancellerie di tutto il mondo si concentrerà su Biskek, la capitale della Kirghisia (repubblica ex sovietica dell'Asia centrale) dove dal 15 al 16 agosto si svolgerà il vertice della Shangai Cooperation Organization (Sco), l'organizzazione intergovernativa formata nel 2001 da Russia, Cina, Kasachstan, Kirghisia, Tagikistan e Usbechistan. Sarà appunto in quest'occasione solenne che Putin scoprirà le sue carte sulla politica estera e al conseguente rapporto con gli Usa. Sarà, per il leader del Cremlino, l’ultima occasione per mettere le cose in chiaro prima d’incontrare Bush in Australia, a settembre. Il suo discorso potrebbe essere centrato sulla valorizzazione delle nazioni eurasiatiche, presentate come "un arco di stabilità nel mondo" e, di conseguenza, come contrappeso all'egemonismo statunitense, in quanto destinate a gettare le basi di un mondo multipolare. Biskek, quindi, come piattaforma di lancio di un nuovo equilibrio mondiale che dovrebbe vedere i paesi asiatici uniti, non solo per rafforzare la loro Alleanza, ma soprattutto per dare il via a una fase più avanzata di rapporti internazionali, politici ed economici. Rapporti che dovrebbero includere anche paesi come Iran, India e Afghanistan, che sino ad oggi si sono tenuti lontani dall'Organizzazione di Shangai.

di Daniele John Angrisani

Quando la nave inizia ad affondare i topi scappano, afferma uno dei proverbi più conosciuti. Questo vale sicuramente se pensiamo a ciò che è accaduto all'Amministrazione Bush negli ultimi anni: quasi tutti coloro che in un modo o nell'altro hanno preso le decisioni più importanti della politica della Casa Bianca, si sono dimessi o hanno abbandonato il proprio posto, per un motivo o per un altro. L'ex ministro della difesa Donald Rumsfeld, lo stratega della fallimentare guerra in Iraq, si è dimesso dopo la sconfitta elettorale dei repubblicani nel novembre dello scorso anno. L'ex ideologo neoconservatore, Paul Wolfowitz, ha lasciato il posto per assumere la carica di presidente della Banca Mondiale, prima di essere costretto a mollare anche questa a seguito di uno scandalo infarcito di sesso e corruzione. L'ex braccio destro del vicepresidente Dick Cheney, Lewis Libby, ha dovuto dimettersi dopo essere stato rinviato a giudizio per aver mentito nell'ambito delle indagini sul Ciagate, a seguito delle quali è stato anche condannato al carcere, prima di essere graziato per decisione presidenziale. Alcuni portavoce presidenziali, tra cui Scott McClellan si sono dimessi per "motivi personali".

di mazzetta

Il cardinale Tarcisio Bertone ha detto che Condoleeza Rice è assistita dagli angeli nel suo difficile compito. Il cardinal Bertone è un collega di Condoleeza, essendo Segretario di Stato Vaticano, una carica che assomma i poteri del primo ministro e di ministro degli esteri; è lecito supporre quindi che parli in qualità di capo della diplomazia vaticana quando si riferisce al ministro degli Esteri della prima potenza planetaria, anche se ha rilasciato questa dichiarazione in mezzo ad altre facezie sui preti pedofili e sulla presunta superiorità morale dell'istituzione che rappresenta. Diplomazia di segno decisamente diverso da quello corrente durante il pontificato di Woytila, il quale semmai raccontava di divinità ostili alla guerra, non certo di protezione divina per chi porta in giro per il mondo la guerra in nome di Dio e della civiltà occidentale. Evidentemente Joseph Ratzinger ha un atteggiamento molto diverso nei confronti degli spargimenti di sangue non cristiano e il cardinale Bertone condivide, altrimenti non si spiegherebbe. Purtroppo non ci sono angeli al Dipartimento di Stato e neanche alla Casa Bianca, ma solo gente che spende il nome di Dio per legittimare politiche di dubbia efficacia quanto sicuramente tragiche per le popolazioni che devono sopportarne le conseguenze. Non sono stati gli angeli a consigliare la Casa Bianca di armare nuovamente i nemici dei propri nemici una volta esaurite tutte le opzioni della “War on Terror”.

di Carlo Benedetti

MOSCA. L’onda lunga della “Casta” nostrana arriva a Mosca e sconfigge l’ormai usata e abusata terminologia relativa alla “nomenklatura”. E così è la “casta russa” che domina nelle ricerche sociologiche, nelle rivelazioni di stampo giornalistico. Duma (il parlamento) e Cremlino - luoghi ritenuti strategici - sono i primi accusati. C’è una corsa a scoprire stipendi, privilegi, giri di tangenti, nepotismi, conflitti di interesse, cordate, imbrogli, macchinazioni politiche... Un mondo che si rivela sempre più separato dalla vita nazionale, carico di verità scomode e dove si pratica un nuovo sport non ancora ammesso alle olimpiadi: la corsa a rubare il più possibile a tempo di record... Si comincia dal basso prima di attaccare la fortezza dove siede Putin e dove si avvicina sempre più il rumore degli scandali che coinvolgono “governatori” regionali ed alti funzionari dello Stato. E così comincia l’indagine sulla “casta russa”... Ma prima di entrare nel merito fissiamo alcuni dati relativi al valore del rublo. Che, nel momento in cui scriviamo, è così valutato: 35 rubli equivalgono ad 1 euro e 24 rubli sono pari ad 1 dollaro.


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