Gaza, gli scogli della tregua

di Michele Paris

L’attitudine dei vertici di Hamas nei confronti dell’ultima proposta di tregua avanzata da Israele sembra essere improntata a un’estrema cautela. Il movimento di liberazione palestinese che controlla Gaza ha fatto sapere nelle scorse ore che restano ancora elementi ambigui nella bozza sottoposta con la mediazione egiziana, anche se le trattative sono tuttora in corso e il documento potrebbe...
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Ecuador: la "valanga" referendaria

di Juan J.Paz-y-Miño Cepeda

Il 21 aprile (2024), su iniziativa del governo di Daniel Noboa, presidente dell'Ecuador, si è svolta una consultazione e un referendum su 11 quesiti, tre dei quali riguardavano il ruolo delle forze armate nella lotta contro la delinquenza e la criminalità organizzata, a sostegno della polizia; altri tre sull'estradizione degli ecuadoriani, sull'aumento delle pene e sulla scontata esecuzione di pene piene per i condannati; altri tre sulle magistrature specializzate in materia costituzionale, sul reato di porto d'armi e sul fatto che lo Stato diventerà proprietario dei beni sequestrati di origine illecita. Le altre due erano sull'arbitrato internazionale e un'altra per consentire l'introduzione del lavoro a ore e a tempo determinato....
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di Carlo Musilli

Ostriche, champagne e festicciole coatte. Dopo due anni e mezzo di bivacchi a spese dei contribuenti, è arrivato il momento di pagare sul serio. Lo scandalo dei fondi pubblici sperperati in allegria dalla Regione Lazio ha dato i primi frutti: ieri il capogruppo Pdl Francesco Battistoni si è dimesso e la sede del Consiglio è stata invasa dalla Guardia di Finanza. La poltrona di Renata Polverini scricchiola, ma per il momento la governatrice non molla. Continua a sostenere l'insostenibile, appoggiata senza indugio dalla pletora dei berluscones.

A ben vedere, le possibilità sono due: o non si è mai accorta di nulla perché non ha controllato, con una testa fra le nuvole che farebbe invidia a Forrest Gump, oppure sapeva tutto benissimo ma ha lasciato correre. In entrambi i casi non si capisce come il capo della Giunta possa sfuggire alle dimissioni.

Il bivio è simile a quello incontrato nei mesi scorsi da Umberto Bossi e Francesco Rutelli dopo le inchieste sugli ormai mitici Francesco Belsito e Luigi Lusi. Ma rispetto ai due ex tesorieri di Lega e Margherita, l'avversario che si erge davanti a Polverini si sta rivelando ben più agguerrito. E soprattutto più documentato. E' Franco Fiorito, il predecessore di Battistoni, noto fra i gentlemen della Pisana come "er Batman".

A luglio Fiorito era stato sfiduciato dai colleghi pidiellini perché aveva iniziato a fare storie sui soldi da smistare. E così, interrogato per sei ore dai magistrati che lo accusano di peculato, mercoledì sera "er Batman" si è trasformato in un jukebox. Non solo ha fatto i nomi, ma ha consegnato agli inquirenti anche "almeno due casse piene di documenti": lettere, e-mail ricevute dai consiglieri, richieste di soldi, raccomandazioni e fatture. Tanto per esser sicuro di non mancare il bersaglio, ha aggiunto anche un altro bel carico: "Ero ossessionato dalle richieste di danaro dei consiglieri del mio gruppo, non ne potevo più. Si era perso il senso della misura, ormai non si faceva più politica, ormai i consiglieri erano anche in lotta tra di loro per ottenere il denaro".

Risultato: dopo aver parlato in via dell'Umiltà con il segretario del Pdl, Angelino Alfano, Battistoni ha fulmineamente consegnato le sue "dimissioni irrevocabili". E negli stessi minuti i finanzieri hanno preso d'assalto il Consiglio regionale per cercare altre prove che confermassero le affermazioni di Fiorito. Qualcosa devono aver trovato, visto che gli inquirenti definiscono quello della Pisana un "sistema senza controllo" in cui i consiglieri Pdl intascavano soldi "con estrema facilità, anche con una telefonata, e non secondo le procedure stabilite dalle norme".

Ma non è finita: mentre i pidiellini si davano alla bella vita, gli assessori si spartivano vitalizi da un milione di euro l'anno e il fotografo personale della governatrice ne intascava altri 75 mila. Polverini non sapeva nulla neanche di questo? Come può avere ancora dei dubbi sulla necessità di dimettersi?  Prima di decidere, l'ex sindacalista dell'Ugl vuole veder approvata la norma da lei proposta per le riduzioni di spesa, che arriva in Consiglio proprio oggi. Lo scopo potrebbe essere di ripulire in extremis il proprio nome per poi issare bandiera bianca, ma non è detto.

Se dall'assemblea arriverà il via libera - com'è ovvio - Polverini potrebbe anche scegliere di rimanere al suo posto: "Ho condizionato il mio impegno al Consiglio - ha ribadito ieri -. Non sono disposta a pagare le colpe di altri".

A fare la parte del burattinaio è come sempre Silvio Berlusconi, da cui sono arrivate forti pressioni per convincere la governatrice a proseguire il mandato. Ieri, al termine di un vertice con lo stato maggiore del Pdl a Palazzo Grazioli, tutti i big del partito hanno recepito e rilanciato il seguente concetto: "Non mollare Renata, siamo con te!".

Il Cavaliere teme che l'eventuale implosione nel Lazio provochi un effetto domino in Lombardia, dove Roberto Formigoni si barcamena da mesi, annaspando fra le inchieste. A quel punto il partito sarebbe davvero al capolinea. E visto che solo i capitani affondano con la nave, sembra che nel frattempo i colonnelli ex An (in prima linea La Russa e Gasparri) stiano pensando di sfilarsi per tornare fra le braccia di Francesco Storace e ricreare una formazione di super-destra dura e pura.

Forse per avere più voti, forse solo per chiedere più posti in lista a Berlusconi nel caso si tornasse a votare con il Porcellum. La questione, emersa nei giorni scorsi, è stata appianata per il momento con un altro vertice notturno nella residenza romana del Capo, che ha piazzato un bel cerotto sulla ferita. Non rimane che attendere il prossimo Batman.

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