di Sara Michelucci

E’ una critica lucida e severa quella che Ken Loach lancia contro il sistema dei sussidi della Gran Bretagna. Lo fa con il nuovo film, Io, Daniel Blake, raccontando la storia di un falegname di 59 anni che, dopo una grave crisi cardiaca, si ritrova senza lavoro. Così è costretto a chiedere un sussidio statale. Il suo medico gli ha proibito di lavorare, ma per una serie di cavilli e incongruenze burocratiche si trova nella condizione di dover comunque cercare lavoro, altrimenti sarà sottoposto a una severa sanzione.

Passano i giorni, mentre aspetta che venga approvata la sua richiesta di indennità per malattia. Ma in occasione di uno dei vari colloqui al centro per l'impiego, Daniel incontra Katie, giovane madre single di due figli piccoli, la quale è in serie difficoltà economiche. Le due vite si uniranno in maniera indissolubile, mostrando un'umanità le cui speranze vengono messe a repentaglio da una forte politica di austerity da parte del governo britannico e dai tagli al sistema del welfare.

Loach, che con questo film si è aggiudicato la Palma d'Oro all'ultimo festival del cinema di Cannes, usa ancora la sua arte come strumento di impegno sociale, gridando attraverso la voce dei suoi personaggi contro le storture della società.

Il registro, come sempre, è chiaro e diretto, vicino a quelli che sono i personaggi e mai ridondante. La forza dei film di Loach è quella di ridestare nello spettatore passioni sopite, di provocare delle reazioni, di avere la forza e il coraggio di ribadire che c'è qualcosa che non va e che il prezzo si paga sulla pelle dei più deboli. E anche questa volta, Loach, è andato a segno.

Io, Daniel Blake (Gran Bretagna, Francia 2016)

REGIA: Ken Loach
ATTORI: Hayley Squires, Micky McGregor, Natalie Ann Jamieson, Dave Johnson, Colin Coombs
SCENEGGIATURA: Paul Laverty
FOTOGRAFIA: Robbie Ryan
PRODUZIONE: BBC, BFI, Sixteen Films
DISTRIBUZIONE: Cinema di Valerio De Paolis

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

La gravidanza in giovane età torna protagonista al cinema con il film Piuma, firmato da Roan Johnson. Una storia tenera, che ricorda un po' quella di Juno diretto da Jason Reitman, quella tra Ferro e Cate, due ragazzi come tanti. Ma a stravolgere le loro vite arriva una gravidanza inattesa e il mondo che inizia ad andare contromano.

Ferro è un ribelle che ha una famiglia di origine accogliente e normale. Cate è una ragazza con la testa sulle spalle, assennata e che proviene invece da una famiglia un tantino sgangherata e fuori dagli schemi. A risentire della situazione sono tutte le attività che coinvolgono la vita dei due ragazzi: la scuola con i fatidici esami di maturità, gli amici che se da un lato li capiscono, dall'altro devono partire per il viaggio organizzato dopo gli esami, il lavoro che non c'è e i soldi che quindi mancano.

Il punto di vista dei personaggi è messo in risalto da una loro costruzione puntuale, dove emergono i tentennamenti, la paura di prendersi delle responsabilità importanti e l'incoscienza tipica della giovane età. I due protagonisti attraverseranno i nove mesi più emozionanti e complicati della loro vita, ma faranno di tutto per non perdere quello sguardo poetico che li rende così speciali.

Il film risulta piuttosto interessante anche dal punto di vista della costruzione della storia, piuttosto divertente, riuscendo ad affrontare una tematica spinoso, come quella di una gravidanza in giovane età, attraverso 'lo strumento' della commedia dai tratti agro dolce.

Piuma (Italia 2016)

REGIA: Roan Johnson
ATTORI: Luigi Fedele, Blu Yoshimi, Michela Cescon, Sergio Pierattini, Francesco Colella, Brando Pacitto, Francesca Antonelli, Massimo Reale
SCENEGGIATURA: Roan Johnson
FOTOGRAFIA: Davide Manca
MONTAGGIO: Paolo Landolfi, Davide Vizzini
MUSICHE: Lorenzo Tomio
PRODUZIONE: Sky Cinema e Palomar
DISTRIBUZIONE: Lucky Red

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Los Angeles e New York. Due città opposte, come lo sono Bobby e suo zio. Il primo è un ragazzo un po' imbranato, ma dai sentimenti sinceri e dalla voglia di farsi posto nel mondo. Il secondo è un pezzo grosso di Hollywood che tradisce la moglie con la giovane segretaria Vonnie.

Il nuovo film di Woody Allen, Cafè Society, ambientato negli anni trenta, racconta la storia di questo giovane ragazzo che lascia la sua famiglia ebrea che vive a New York, per tentare la strada del successo nel mondo del cinema, volendo diventare un agente cinematografico e contando sull'aiuto dello zio.

A Los Angeles Bobby incontra Vonnie, di cui si innamora perdutamente, tanto che è pronto a tornare con lei nella Grande Mela e a sposarla. Ma non tutto è come sembra e dopo aver scoperto alcune verità amare torna a casa dove, grazie al fratello legato alla malavita, gestisce un locale di successo e si sposa. Ma il nuovo incontro con Vonnie a New York rimetterà le cose in discussione.

Woody Allen, che per la prima volta gira in digitale, mette al centro un personaggio molto simile a se stesso e a quelli di cui già ha narrato le gesta: tipi sentimentali, un tantino nevrotici e che hanno un rapporto difficile con le donne. Anche in questo caso, Bobby, è una sorta di antieroe, non è un vincente in senso stretto, ma uno che comunque sperimenta la vita e affronta le sue problematiche.

La capacità di Allen è sicuramente quella di saper utilizzare il detto e il non detto con grande maestria, dando ai personaggi uno spessore tale da risultare completamente delineati. Rispetto alla maggior parte dei lavori del passato, però, nonostante il finale aperto, quest'ultimo perde quella originalità che ha sempre caratterizzato un regista come Woody Allen.


Cafè Society (Usa 2016)
REGIA: Woody Allen
ATTORI: Jesse Eisenberg, Kristen Stewart, Steve Carell, Blake Lively, Jeannie Berlin, Sheryl Lee, Corey Stoll, Parker Posey, Anna Camp, Stephen Kunken, Paul Schneider, Ken Stott, Paul Schackman, Sari Lennick, Don Stark, Gregg Binkley, Anthony Di Maria
SCENEGGIATURA: Woody Allen
FOTOGRAFIA: Vittorio Storaro
MONTAGGIO: Alisa Lepselter
PRODUZIONE: FilmNation Entertainment, Gravier Productions, Perdido Productions
DISTRIBUZIONE: Warner Bros. Italia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Edoardo De Angelis scegli di raccontare la storia di due gemelle siamesi nel suo ultimo film, Indivisibili. Il racconto ruota attorno a Viola e Dasy, le quali si esibiscono nei matrimoni e nelle feste come cantanti e danno da vivere a tutta la famiglia. Le cose vanno bene fino a quando non scoprono di potersi dividere.

Il loro sogno è proprio quella normalità tanto attesa e che ora può diventare realtà: un gelato, viaggiare, ballare, bere vino senza temere che l’altra si ubriachi, fare l’amore. Una delle due vuole farlo subito, mentre l'altra è molto più titubante e ha paura di perdere quel rapporto esclusivo con la sorella.

Il nuovo film del regista di Perez, in concorso alle Giornate degli Autori della 73esima Mostra del Cinema di Venezia, racconta il dramma di due vite in una e della brutalità di coloro che cercano di sfruttare una condizione di svantaggio per trarne dei benefici economici. Un padre avido e una madre debole e incapace di opporsi, sono l'ostacolo più grande, reso ancora più arduo da tutta una schiera di personaggi meschini che tentano di raggirare le due ragazze.

Il regista dosa bene gli elementi della storia, non eccede mai in pietismo o accenni di moralismo, ma racconta lo spaccato di una società fatta di soprusi e aberrazione. La forza di questo lavoro sta anche nella capacità di narrare una zona precisa del Paese, partendo da Castelvolturno, in provincia di Caserta, per aprire lo sguardo sulla condizione di un pezzo d'Italia che ha ancora tante difficoltà e luoghi oscuri.

Le due protagoniste, nonostante la giovanissima età, riescono a sostene il peso di un film sicuramente importante dal punto di vista narrativo, ma anche della messa in scena. E il risultato è convincente.

Indivisibili (Italia 2016)
Regia: Edoardo De Angelis
Personaggi: Angela Fontana, Marianna Fontana, Antonia Truppo, Massimiliano Rossi, Tony Laudadio, Marco Mario De Notaris, Gaetano Bruno, Gianfranco Gallo, Peppe Servillo.
Produzione: Tramp Limited & O’ Groove
Distribuzione: Medusa Film

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Quattro amiche, un viaggio, il segno che qualcosa sta cambiando. Questi giorni, del regista ascolano Giuseppe Piccioni, traccia proprio il passaggio all'età adulta di quattro giovani donne che intraprenderanno un percorso verso la conoscenza profonda di se stesse ma, soprattutto, di quello che rappresentano l'una per l'altra.

Si parte da una città di provincia, come tante. Tra le vecchie mura, nelle scorribande notturne sul lungomare, nell’incanto di un temporaneo sconfinamento nella natura, si consumano i riti quotidiani e le aspettative di quattro ragazze la cui amicizia non nasce da passioni travolgenti, interessi comuni o grandi ideali.

Ad unirle non sono le affinità, ma le abitudini, gli entusiasmi occasionali, i contrasti inoffensivi, i sentimenti coltivati in segreto. Il loro legame è tuttavia unico e irripetibile come possono essere unici e irripetibili i pochi giorni del viaggio che compiono insieme per accompagnare una di loro a Belgrado, dove l’attendono una misteriosa amica e un’improbabile occasione di lavoro.

Selezionato in concorso alla 73esima Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, il film non riesce a essere completamente libero da certe sovrastrutture e pecca in una costruzione troppo rigida dei personaggi, che a tratti risultano essere eccessivamente delineati e poco spontanei. Non male l'incontro tra le quattro ragazze con tre coetanei serbi. Occasione per 'ammorbidire' alcune rigidità registiche e di sceneggiatura, ma che non bastano per renderlo originale.

Questi giorni (Italia 2016)
REGIA: Giuseppe Piccioni
ATTORI: Marta Gastini, Laura Adriani, Maria Roveran, Caterina Le Caselle, Margherita Buy, Filippo Timi, Sergio Rubini, Alessandro Averone
SCENEGGIATURA: Giuseppe Piccioni, Pierpaolo Pirone, Chiara Ridolfi
FOTOGRAFIA: Claudio Cofrancesco
MONTAGGIO: Alice Roffinengo
MUSICHE: Valerio C. Faggioni
PRODUZIONE: 11 Marzo Film, Publispei e Rai Cinema.
DISTRIBUZIONE: BIM

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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