di Sara Michelucci

Sono ancora una volta i sentimenti, quelli genuini, puri, dolorosi a percorrere il nuovo lavoro di Paolo Virzì, La pazza gioia, partito nel migliore dei modi, con ben 15 minuti di applausi al Festival del cinema di Cannes. Si piange e si ride nel film di Virzì, il quale ci ha abituati a questa ambivalenza di sentimenti che attraversa un po' tutti i suoi lavori.

Una storia al femminile, che racconta di Beatrice (una sempre brava Valeria Bruni Tedeschi) e Donatella (una convincente Micaela Ramazzotti), entrambe rinchiuse in una casa di cura per malattie mentali. La prima è una logorroica sedicente contessa, la quale non fa che vantarsi di tutti gli uomini potenti con cui ha avuto dei flirt. La seconda, al contrario, è una fragile donna, silenziosa  e tatuata, con un grave segreto che cela nel suo modo di essere scontroso e taciturno.

Entrambe sono definite socialmente pericolose. Da questa situazione di comune dolore nasce un'intesa amicizia, che porterà le due donne verso una fuga bizzarra e commovente, alla ricerca di quella felicità perduta. Dovranno fare i conti con un mondo, quello dei cosiddetti 'normali', forse ancora più strampalato di quello vissuto nel centro di recupero.

Virzì mette in atto una complicità non solo tra due donne, ma tra due esseri umani, e riesce a mostrare il dramma di una vita messa ai margini. La sua è un'analisi lucida e precisa di una società che non perdona, ma allo stesso tempo è anche un racconto di riscatto e voglia di vivere, ancora una volta, anche se la felicità, forse, non arriverà mai.

La Toscana è certamente protagonista, snodandosi in una bella fotografia diretta da Vladan Radovic, che ripercorre le varie zone che le due protagoniste si trovano ad attraversare e che si contrappone alla meschinità di alcuni personaggi con cui avranno a che fare. Un on the road, un po' alla Thelma e Louise, che coinvolge fin dall'inizio e non delude.

LA PAZZA GIOIA (Italia 2016)

REGIA: Paolo Virzì
ATTORI: Valeria Bruni Tedeschi, Micaela Ramazzotti, Valentina Carnelutti, Tommaso Ragno, Bob Messini, Sergio Albelli, Anna Galiena, Marisa Borini, Marco Messeri, Bobo Rondelli
SCENEGGIATURA: Francesca Archibugi, Paolo Virzì
FOTOGRAFIA: Vladan Radovic
MONTAGGIO: Cecilia Zanuso
MUSICHE: Carlo Virzì
PRODUZIONE: Lotus Production con Rai Cinema in coproduzione con Manny Film
DISTRIBUZIONE: 01 Distribution

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Nonostante il cast stellare, con George Clooney, Julia Roberts, Jack O'Connell e Dominic West, non convince pienamente il thriller Money Monster – L'altra faccia del denaro, per la regia di Jodie Foster. Lee Gates è un esperto di finanza che conduce un programma di successo chiamato appunto Money Monster. Durante una diretta televisiva, Gates viene preso in ostaggio da Kyle Budwell, un giovane uomo armato e disperato che ha perso tutti i soldi dopo aver seguito un consiglio finanziario di Gates in televisione.

La sua produttrice Patty si trova così in una situazione d'emergenza. Durante una diretta seguita da milioni di persone, Lee e Patty lottano furiosamente contro il tempo per rendere noto cosa si nasconde dietro una cospirazione all'interno del mercato dell'alta tecnologia globale, che viaggia alla velocità della luce.

Il racconto non risulta essere dei più originali, nonostante gli sforzi della Foster di voler creare un film di intrattenimento non risultano totalmente vani, con qualche buona battuta e una suspense che tiene comunque lo spettatore incollato alla poltrona, curioso di sapere come andrà a finire. La parte migliore del film la fanno gli attori, con la coppia Clooney-Roberts che risulta vincente.

Money Monster – L'altra faccia del denaro (Usa 2016)

REGIA: Jodie Foster
ATTORI: Julia Roberts, George Clooney, Jack O'Connell, Caitriona Balfe, Dominic West, Giancarlo Esposito, Emily Meade, Olivia Luccardi
SCENEGGIATURA: Alan Di Fiore, Jim Kouf, Jamie Linden
FOTOGRAFIA: Matthew Libatique
MONTAGGIO: Matt Chesse
PRODUZIONE: Allegiance Theater, Smokehouse Pictures, Sony Pictures Entertainment
DISTRIBUZIONE: Warner Bros

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Intenso e per nulla scontato il film di Gabriele Mainetti, Lo chiamavano Jeeg Robot, fresco di conquiste al David di Donatello, dove si è guadagnato la statuetta come Miglior regista esordiente e come Miglior attore protagonista per Claudio Santamaria. Una Roma difficile, piena di brutture e debolezza quella raccontata nel film scritto da Nicola Guaglianone e Menotti.

Omaggio alla serie manga e anime Jeeg robot d'acciaio di Go Nagai, identifica l'eroe Hiroshi Shiba della serie, con Enzo, antieroe metropolitano che trova la redenzione nell'amore per una ragazza dalla vita difficile.

Enzo Ceccotti è un ladruncolo di Tor Bella Monaca, che viene inseguito da due poliziotti per aver rubato un orologio; la fuga prosegue fino alle rive del Tevere sotto Ponte Sant'Angelo, dove Enzo, dopo essersi buttato nelle acque, entra a contatto con delle sostanze radioattive contenute in alcuni bidoni. E questo cambierà per sempre la sua vita, dandogli dei poteri inaspettati.

È lo scontro tra bene e male, tra giusto e sbagliato, tra egoismo e altruismo a pervadere tutto il film, in una dicotomia costante che ha il sapore del surreale e il gusto eccessivo di tarantiniana memoria. Un mix che risulta di grande efficacia, per smascherare il mostro. Quello di una società dedita al male, dove i più deboli sono destinati a soccombere, non solo per il marciume che si incontra sulla strada, ma anche per quello che si cela nelle istituzioni.

La figura di Alessia è in questo senso emblematica. Una ragazza dalla mente di bambina, ossessionata dal famoso cartone animato giapponese, che rivela ad Enzo gli abusi subiti fin da bambina sia da parte del padre che degli assistenti che l'hanno avuta in cura dopo la morte della madre. Ma è solo nel bene che può fare agli altri che Enzo riuscirà a ritrovare se stesso e la propria liberazione da un mondo fatto di macerie e soprusi.

E il nemico da combattere è Fabio Cannizzaro, detto Zingaro (il bravo Luca Marinelli), un delinquente ossessionato da manie di grandezza, tanto da aver partecipato da ragazzo a Buona Domenica come cantante, e deciso ad allargare il proprio giro per diventare uno dei più potenti boss della malavita di tutta Roma e dell'Italia intera. Uno scontro che si combatterà proprio attraverso l'uso di super poteri, in una lotta senza esclusioni di colpi.

Lo chiamavano Jeeg Robot (Italia 2016)

REGIA: Gabriele Mainetti
ATTORI: Claudio Santamaria, Luca Marinelli, Ilenia Pastorelli, Francesco Formichetti, Salvatore Esposito, Antonia Truppo, Stefano Ambrogi, Maurizio Tesei, Gianluca Di Gennaro, Daniele Trombetti
SCENEGGIATURA: Nicola Guaglianone, Menotti
FOTOGRAFIA: Michele D'Attanasio
MONTAGGIO: Andrea Maguolo
MUSICHE: Gabriele Mainetti, Michele Braga
PRODUZIONE: Goon Films con Rai Cinema
DISTRIBUZIONE: Lucky Red

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Un bel film quello del regista Cesc Gay, Truman - un vero amico è per sempre. È l'amicizia vera, quella che non tradisce, ma che consola, aiuta e protegge la protagonista di questo lavoro che riesce a commuovere e a far sorridere allo stesso tempo. Molto bravi gli attori, Javier Cámara e Ricardo Darín che già hanno dimostrato le loro capacità in lavori come Parla con lei di Pedro Almodovar o Il segreto dei suoi occhi per la regia di Juan José Campanella.

Due persone quasi agli antipodi Julián e Tomas. Il primo è un attore argentino che vive e lavora a Madrid. Il secondo è sempre natio della capitale spagnola, ma si è trasferito in Canada, dove ha una famiglia e insegna all’università.

Julián e Tomás sono amici da moltissimo tempo, nonostante caratteri dissimili. Tomas è pragmatico e responsabile, mentre Julian è estroso e bohémien. È separato, ha un figlio, una vita movimentata, vissuta con leggerezza, e un unico compagno di vita: Truman, un fedele e inseparabile cane.

Un giorno Tomás fa una sorpresa all'amico e si presenta alla sua porta. Julian sta infatti vivendo un periodo piuttosto difficile, a causa di una malattia. Tomás lo accompagna per sistemare le cose della sua vita cercando però, di convincerlo a non prendere decisioni affrettate. Ma a Julián l’unica cosa che sta veramente a cuore è con chi lasciare l’adorato cane, quando lui non potrà più occuparsene.

Tra gli incontri con le potenziali famiglie adottive, le visite mediche, le serate a teatro dove recita Julián, e un viaggio inaspettato ad Amsterdam, i due amici trascorreranno momenti di condivisione e a Tomas non resterà che accettare quanto deciso dal suo amico.

Truman - un vero amico è per sempre
(Spagna, Argentina 2015)

REGIA: Cesc Gay
ATTORI: Ricardo Darín, Javier Cámara, Dolores Fonzi, Eduard Fernández, Àxel Brendemühl, Pedro Casablanc, José Luis Gómez
SCENEGGIATURA: Tomàs Aragay, Cesc Gay
FOTOGRAFIA: Andreu Rebés
MONTAGGIO: Pablo Barbieri Carrera
PRODUZIONE: BD Cine, Impossible Films, Instituto Nacional de Cine y Artes Audiovisuales (INCAA)
DISTRIBUZIONE: Satine Film

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Un cast esemplare e un racconto dalle tinte fosche e cupe rendono decisamente interessante il nuovo film di John Hillcoat, Codice 999. La polizia e le sue derive corrotte sono al centro di un noir metropolitano, dove spicca la capacità registica e attoriale di dar vita a un racconto diverso dai soliti luoghi comuni, dove la tensione domina in maniera sapiente e produttiva per la narrazione, senza sbavature di sorta.

Un gruppo di poliziotti corrotti viene ricattato dal cartello della mafia russa. A capo del gruppo c'è Michael Atwood (Chiwetel Ejiofor), ex membro delle Forze Speciali. Quando una rapina in banca finisce con una frenetica sparatoria in autostrada, ad indagare sull'accaduto è chiamato il sergente Jeffrey Allen (Woody Harrelson), ignaro che proprio suo nipote sia diventato senza saperlo il partner di uno dei rapinatori della gang di Atlanta.

Ma c'è una donna a capo della mafia russo-israeliana. Si tratta di Irina Vlaslov (Kate Winslet), la quale non ha nessuna remora nell'usare il pugno duro con i membri della banda per costringerli a tentare un’ultima e, all’apparenza impossibile, rapina. La sola speranza che la banda ha di portare a termine il colpo è quella di distrarre tutte le forze dell’ordine organizzando un '999', ovvero il codice usato dalla polizia per segnalare che un agente è stato colpito in azione.

Il caos si innesca con l'uccisione di un poliziotto sul campo, che rappresenta il diversivo perfetto di cui il gruppo ha bisogno per fare la rapina. Il piano della banda viene però stravolto quando un insospettabile recluta sventa l'attacco, innescando una frenetica caccia all’uomo. Si dà così il via a un finale ricco d’azione, tradimenti, avidità e vendetta.

La forza del film è quella di non fare nessuna morale, ma nemmeno nessuno sconto alle forze dell'ordine, colpendo dritto al cuore del malaffare.

Codice 999 (Usa 2016)

REGIA: John Hillcoat
ATTORI: Kate Winslet, Chiwetel Ejiofor, Casey Affleck, Woody Harrelson, Aaron Paul, Gal Gadot, Teresa Palmer, Norman Reedus, Clifton Collins Jr., Anthony Mackie
SCENEGGIATURA: Matt Cook
FOTOGRAFIA: Nicolas Karakatsanis
MONTAGGIO: Dylan Tichenor
PRODUZIONE: Worldview Entertainment, Anonymous Content, Surefire Entertainment Capital
DISTRIBUZIONE: M2 Pictures

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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