Gaza, gli scogli della tregua

di Michele Paris

L’attitudine dei vertici di Hamas nei confronti dell’ultima proposta di tregua avanzata da Israele sembra essere improntata a un’estrema cautela. Il movimento di liberazione palestinese che controlla Gaza ha fatto sapere nelle scorse ore che restano ancora elementi ambigui nella bozza sottoposta con la mediazione egiziana, anche se le trattative sono tuttora in corso e il documento potrebbe...
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Il pugno di ferro del Piano Ruanda

di redazione

Dopo due anni di ostruzionismo da parte della Camera dei Lord, il governo conservatore britannico ha alla fine incassato l’approvazione definitiva della legge che consente di deportare immigrati e richiedenti asilo in Ruanda. La “Safety of Rwanda (Asylum and Immigration) Bill” ha chiuso il suo percorso al parlamento di Londra poco dopo la mezzanotte di lunedì. Il provvedimento, introdotto per la prima volta dall'allora primo ministro Boris Johnson nell'aprile 2022, avrebbe dovuto essere approvato in via definitiva già la scorsa settimana, ma una serie di emendamenti alla legislazione, proposti dai “pari” alla Camera dei Lord, ne aveva rallentato nuovamente l’iter. Il primo ministro Rishi Sunak ha dichiarato che, se...
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di Tania Careddu

Hanno fra i quattordici e poco più di diciotto anni. Sono per lo più di genere maschile e il 32 per cento di loro è di origine straniera, molto diversificata per cultura ed etnia. Minori di seconda generazione, minori non accompagnati. La maggior parte di loro ha un diploma di scuola media inferiore e proviene da famiglie molto numerose.

Sono gli adolescenti entrati nel circuito della giustizia minorile. I quali non sono più espressione unica di famiglie con disagio (solo) economico ma sembrerebbero essere giovani che vivono in famiglie disgregate.

E non perché i minori si trovino in situazioni di conflittualità con la famiglia ma piuttosto in una condizione di assenza. Assenza di relazioni, di spiegazioni e di risposte. O di angoscia dei genitori che non riescono a trasmettere la speranza di potercela fare. La delusione, la rabbia e il senso di abbandono sono fattori di rischio rispetto alla devianza degli adolescenti. Ma anche l’uso di sostanze stupefacenti, così come la le altre dipendenze, sono caratterizzanti stili di vita strettamente connessi al fenomeno.

La maggior parte dei minori, secondo quanto si legge nell’indagine Lavori ingiusti di Save the children, finanziata dal Dpartimento Giustizia Minorile, afferma di aver iniziato le proprie azioni illecite tra i dodici e i quindici anni. Questi giovani sentono di vivere in un contesto di diffusa a-legalità, dove si è contratta l’idea di uguaglianza e dove si soffrono le discriminazioni non legate alle qualità personali. Proprio nel periodo più delicato: fra i quattordici e i quindici anni si acutizzano le forme più evidenti di dispersione scolastica, fra bocciature e abbandoni. Per loro, a detta degli operatori dei Centri per la giustizia minorile, la scuola è un ambiente respingente ed espulsivo.

Certamente l’ambiente scolastico si dimostra carente di risorse (soprattutto umane) per gestire situazioni più complesse. Perché parrebbe ancora (anacronisticamente, ndr) rispondere a un canone educativo fortemente strutturato su obiettivi da raggiungere ma troppo distante dalle esigenze di tanti minori. Il vuoto scolastico si concretizza, poi, principalmente dopo l’età dell’obbligo.

Difficilmente l’impegno degli studi costituisce l’occupazione principale né viene percepita come un investimento utile per formarsi e accedere a condizioni di vita diverse: i bisogni di vita personali e famigliari prendono il soppravvento. Sembrerebbero essere condannati a un destino ineluttabile, quello delle proprie famiglie, e a dover rispondere, appunto, a una mancanza di prospettive e alternative. Per sopravvivere alla complessità e al disorientamento sociale, si occupano solo dei bisogni primari.

Come? Lavorando precocemente. Si, perché, dalle interviste svolte nei Centri per la giustizia minorile, emerge che la maggior parte di loro ha svolto un’attività lavorativa tra i quattordici e i quindici anni e i restanti hanno lavorato prima di compiere tredici anni. Per le proprie spese personali o per aiutare la famiglia.

Impiegati nella ristorazione, in cantiere, in campagna, nelle officine, nelle fabbriche, nei distributori di benzina. Per pochi soldi. Con orari estenuanti, condizioni di sicurezza inesistenti, rapporti con i datori di lavoro e con i colleghi spesso aggressivi e violenti. Esperienze che, oltre a essere illegali, si dimostrano discontinue, sottopagate e non qualificanti. Non di rado, irreversibili.

E, certamente, non sono un deterrente alle possibili attività illecite e devianti. Tipo reati contro il patrimonio, vedi furto o rapina, o reati contro la persona, per esempio lesioni volontarie, fortunatamente, sono sempre meno.

Negli ultimi cinque anni, infatti, stando a quanto riportato dal 2° Rapporto sulla devianza minorile in Italia, elaborato dal Dipartimento per la Giustizia Minorile e dal Centro Europeo di Studi Nisida, diminuiscono le segnalazioni dell’Autorità Giudiziaria Minorile ai Servizi della Giustizia Minorile, cala il numero dei minori fermati e arrestati e il numero degli ingressi negli Istituti penali. Ad maiora.

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a cura di:
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