…FERMIAMO CHI SCHERZA COL FUOCO ATOMICO… METTIAMOCI INSIEME PER IL DISARMO!

Una grave emergenza chiama a raccolta tutte le associazioni, i movimenti, le persone che da tanti anni lavorano per il ripudio della guerra, per la nonviolenza e per la pace.

La crisi USA-Iran, alimentata anche dalla gravissima escalation di violenze ed azioni belliche in Palestina, in Libano/Isarele, ed in tutto il Medio Oriente, non fa che aggravarsi. Essa è un elemento chiave nella strategia americana di controllo sull' area strategica della "cintura del petrolio". La possibilità di una guerra atomica torna prepotentemente alla ribalta con le accuse statunitensi a Teheran di fomentare il terrorismo e di perseguire l'arricchimento dell'uranio per fini bellici. L'uso della "Bomba" per "disarmare l'Iran" è ufficialmente pianificato e rivendicato come lecito e possibile da parte dell'Amministrazione Bush. Questa minaccia non fa che alimentare ulteriormente il terrorismo.

di Giovanna Pavani

Peccato. Ci eravamo illusi, anche solo per un attimo, che quella promessa di un anticipato ritiro dalla politica, da spendere nella sontuosa villa del paradiso fiscale delle Bahamas, si stesse lentamente concretizzando. Che, insomma, l'ossessione del riconteggio delle schede e lo spettro del broglio avessero talmente preso il sopravvento su un uomo ripetutamente provato da ben tre pesanti batoste elettorali, in rapida successione, da convincerlo a lasciare ad altri, più giovani e capaci delfini, la guida della Casa delle Libertà o di quello che ne resta. Pia illusione. Il Cavaliere è di nuovo tra noi. E non è affatto vero quel che dice Roberto Benigni di lui per compiacere Prodi che lo guarda, benevolo, sotto il palco del suo show fiorentino. Non è vero che Berlusconi "dorme come un bambino perché si sveglia ogni tre ore. E piange". Silvio Berlusconi è appena ridisceso in campo. Non è più Napoleone. Non è più l'unto del Signore. Si è, invece, autoproclamato "uomo di confine": "Nel nome e per il bene del paese sarò io il grande mediatore".

di Sara Nicoli

E' passata alla Camera la legge sull'indulto. Ma il prezzo da pagare è stato alto per il governo e la maggioranza che lo sostiene. Con fatica e con una mediazione politica che a tratti ha avuto i connotati della farsa, della bagarre, del "tutti contro tutti", si è alla fine riusciti a trovare quei due terzi necessari per consentire ad almeno 12 mila detenuti dei 38 mila rinchiusi nelle patrie galere, di vedere in mare almeno il prossimo ferragosto: 460 sì, 94 no, 18 astenuti. Carceri presto più vuote, dunque. Ma ciò che ha mostrato l'agone politico, ieri mattina alla Camera, ha messo in straordinaria evidenza come la maggioranza navighi in acque ogni giorno più insidiose. E come lo spirito di giustizia sia stato spesso un pretesto per alzare il prezzo su partite diverse, che nulla avevano a che vedere con l'oggettiva necessità di dare il via libera ad un provvedimento di clemenza, ma facevano esclusivo riferimento a logiche di mera spartizione del potere interno alla maggioranza. Uno spettacolo davvero poco edificante, anche se i predecessori del centrodestra ci avevano abituato al peggio; un po' di amarezza, però, resta comunque.

di Alessandro Iacuelli

Il commissario di Governo per la sicurezza dei materiali nucleari autorizza una nota azienda, la Sogin, a realizzare un nuovo deposito di scorie nucleari presso la centrale di Borgo Sabotino, alla periferia di Latina. L'ordinanza del commissario è datata al 4 luglio scorso. In particolare, si autorizza la Sogin, che si occupa dello smantellamento delle ex centrali nucleari italiane, alla costruzione presso la centrale nucleare di Latina degli edifici di "estrazione" e "condizionamento" dei fanghi radioattivi, di un edificio "cutting facility" nonché di un deposito temporaneo di rifiuti nucleari. "L'ordinanza ha di fatto esautorato il Comune di Latina, che ancora non si era espresso sulla richiesta di permesso a costruire avanzata dalla Sogin". E' quanto denuncia in una nota Zaratti, Capogruppo dei Verdi alla Regione Lazio.
In realtà i protagonisti di questa vicenda coincidono tra loro, poiché il commissario di Governo è il generale Carlo Jean, che ricopre contemporaneamente anche la carica di presidente della Sogin.

di Sara Nicoli

Forse ha ragione la senatrice di Rifondazione, Rina Gagliardi, che dalle colonne di Liberazione ha lanciato un j'accuse senza sconti: la mina vagante all'interno dell'Unione non sono i senatori con il mal di pancia per il voto sull'Afghanistan, né tantomeno Fassino e la sua voglia di socialismo europeo e di Pse. La mina si chiama Antonio Di Pietro e lo scoglio è l'indulto. Oggi il provvedimento di sconto di pena, scritto da Mastella (e già approvato dalla commissione Giustizia) approda alla Camera. E mentre si registra un assenso sostanzialmente plenario su un testo che prevede tre anni di abbuono per tutti i reati, ad esclusione di quelli per terrorismo, mafia, violenza sessuale e pedofilia, l'ex Guardasigilli del primo governo Prodi, oggi sulla poltrona di quello delle Infrastrutture, evidentemente scomoda, scalpita e dice "no". L'indulto non gli piace. Poco importa se serve per svuotare carceri al limite del collasso, dove i detenuti vivono in condizioni subumane a causa del sovraffollamento di strutture obsolete e dove il suicidio è spesso considerato come l'unica via d'uscita plausibile.


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