Per chi conoscesse poco il nostro Paese, la manovra varata la settimana scorsa dal Parlamento potrebbe funzionare da corso accelerato di italianità. Per come è andata a finire, verrebbe da pensare che il relatore del provvedimento sia Brancaleone da Norcia, disposto a imbarcare chiunque nella sua armata per affrontare le crociate.

L’obiettivo è giusto: ridurre il precariato. I mezzi scelti per perseguirlo, tuttavia, si riveleranno certamente inefficaci. Dopo lo tsunami di numeri che ha certificato il fallimento del governo Renzi sul tema del lavoro, finalmente il governo Gentiloni decide di fare qualcosa per mettere una toppa sul buco che da 10 anni disperde le energie del nostro Paese.

Il Bitcoin diventa grande e fa ancora più paura. Da Lunedi scorso è possibile scambiare contratti future legati alla regina delle criptovalute sul più importante mercato al mondo per i derivati, il Chicago Board Option Exchange. La stessa cosa si può fare anche sul Chicago Mercantile Exchange e a breve dovrebbe aggiungersi alla lista il giapponese Tokyo Financial Exchange.

Le prime volte era un colpo di scena, ormai è una tradizione. Come ogni anno, la Commissione europea ha qualcosa da ridire sul progetto di legge di Bilancio presentato dall’Italia. In particolare, Bruxelles ci rimprovera di non rispettare gli impegni sulla riduzione del debito e del deficit strutturale, ma rimanda la valutazione decisiva alla primavera del 2018, cioè a dopo le elezioni. Solo allora conosceremo la pagella finale sul debito, che secondo le autorità europee rimane “fonte di preoccupazione”.

Le proposte sono ridicole, l’accordo non c’è. Sul fronte dei contenuti sembrava un finale già scritto quello del confronto fra governo e sindacati sul tema delle pensioni. La trattativa non è chiusa (un nuovo incontro è in agenda per martedì), ma le linee tracciate dall’Esecutivo sono ormai chiare. E saranno loro a finire nel testo della legge di Bilancio, l’ultimo testo finanziabile che passerà per le mani di questo Parlamento.


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