di Michele Paris

Si è conclusa qualche giorno fa tra molte polemiche la prima missione all’estero del nuovo Segretario di Stato Americano, Hillary Clinton. La ex first lady ha chiuso il suo tour asiatico a Pechino evitando di sollevare le spinose questioni legate ai diritti umani in Cina, attirando su di sé le critiche delle principali organizzazioni che si battono per il progresso delle libertà civili nelll’immenso paese. Al di là delle condanne espresse da molti circa le priorità manifestate ufficialmente dalla nuova amministrazione di Washington, la prima uscita ufficiale del responsabile della politica estera americana ha messo in luce però un innegabile inversione di rotta rispetto agli ultimi otto anni. Un atteggiamento improntato cioé ad un sostanziale realismo, che potrebbe far scorgere in lontananza una revisione delle basi su cui si fondano i rapporti bilaterali tra gli USA e gli altri principali attori planetari e, soprattutto, la possibilità di cogliere maggiori frutti nell’ambito della cooperazione internazionale.

di Michele Paris

A pochi giorni di distanza dalle celebrazioni per i duecento anni dalla nascita di Charles Darwin, negli Stati Uniti è tornata d’attualità la polemica intorno all’insegnamento del creazionismo nelle scuole pubbliche. Ancora una volta al centro dell’attenzione è lo stato della Louisiana, il cui governatore – l’astro nascente del Partito Repubblicano Bobby Jindal – la scorsa estate aveva firmato un provvedimento volto a consentire nelle classi l’uso di “libri di testo che stimolino negli studenti un approccio critico verso le teorie scientifiche”. Il regalo fatto dal governatore agli integralisti cristiani, che compongono una fetta importante della sua base elettorale, è però stato attaccato duramente da un’associazione di scienziati americani che ha cancellato per protesta un proprio convegno in programma a New Orleans.

di Mario Braconi

Secondo una direttiva comunitaria, recepita dall’ordinamento britannico circa due anni fa, tutti gli apparecchi elettrici ed elettronici di cui ci si vuole disfare devono essere smaltiti o riciclati in modo tale da non provocare danni ambientali in Gran Bretagna (e in teoria anche in altri paesi): infatti, secondo le leggi ambientali, un computer non funzionante è considerato a tutti gli effetti un rifiuto pericoloso. Ma è proprio vero che il cittadino responsabile che lascia il suo vecchio televisore rotto presso un sito di smaltimento può dormire sonni tranquilli? A quanto dimostra un’inchiesta promossa dal quotidiano The Independent, dal network Sky News e da Greenpeace, sembra proprio di no. Obiettivo dell’inchiesta congiunta delle due testate e dell’associazione ambientalista era capire che cosa succede ad un dispositivo elettronico non funzionante dopo essere stato “smaltito” presso un apposito sito gestito dal comune.

di Eugenio Roscini Vitali

Belgrado non riconoscerà mai l’indipendenza del Kosovo-Metohija e lo status della provincia non deve essere collegato all’integrazione serba nell’Unione Europea: a dirlo è il presidente Boris Tadic che, in un articolo pubblicato dal quotidiano statunitense Washington Times, parla della separazione unilaterale del Kosovo-Metohija e del processo di autodeterminazione conclusosi con la dichiarazione letta un anno fa dal premier Hashim Tachi come di un’aperta violazione alla Risoluzione 1244 delle Nazioni Unite e del mancato rispetto del Documento finale di Helsinki. Nel pezzo, intitolato “A judicial approach on Kosovo”, Tadic ribadisce che in un paese democratico la secessione non può essere imposta con la forza e che la posizione serba è dettata dalle norme contenute nella Costituzione e dalla necessità di mantenere inviolati i suoi confini, un elemento essenziale che non può essere ignorato e che ha già indotto gran parte dei paesi membri delle Nazioni Unite a prendere le parti di Belgrado.

di Carlo Benedetti

Accade in Russia e non è un caso. Il delitto - l’assassinio di Anna Politkovskaja, la giornalista assassinata il 7 ottobre 2006 a Mosca, nell'ascensore del suo palazzo, accanto alla centralissima via Tverskaja - c’è stato. Ma il castigo non è arrivato. Perché le indagini dei tanto reclamizzati servizi segreti - che tutti conoscono come Fsb cioè l’ex Kgb - sono clamorosamente fallite. Tutto si è perso nel groviglio delle accuse. E, forse, la cabina di regia del delitto si trovava e si trova proprio in quel lugubre palazzo della Lubjanka - sede dell’intelligence russa - dal quale, però non filtra una parola.


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