di mazzetta

Se la clamorosa retata che martedì scorso ha scosso la Turchia avesse portato in carcere terroristi “islamici” lo avreste sicuramente saputo, molti giornali avrebbero suonato la tromba dello scontro di civiltà e molte voci allarmate si sarebbero levate contro l'ingresso della Turchia in Europa. In Turchia invece, gli arresti hanno riguardato i componenti di una pericolosa e sanguinaria organizzazione terroristica di estrema destra. Due noti e potenti mafiosi, il capo delle forze speciali turche, ex generali, avvocati, tutti accomunati dall'ossessione per la “turchità”; nazionalisti che avrebbero costruito all'ombra delle istituzioni un'organizzazione che aveva il compio di combattere chiunque attentasse all'identità turca. Organizzazione che, nei progetti, avrebbe voluto uccidere lo scrittore Oran Pamuk, così come pare gli sia riuscito già in numerose occasioni, provocando la morte di persone come Hrant Dink o Don Santoro, fino a quelle di numerose persone che avevano la sola colpa di rappresentare offese alla turchità.

di Alessandro Iacuelli

Sei invasi dove depositare rifiuti, la riapertura di tre vecchie discariche, l’attivazione di altrettanti siti di stoccaggio e l’utilizzo di due vasche per la raccolta del percolato. Questo è in estrema sintesi il piano di De Gennaro per risolvere l'emergenza rifiuti in Campania. A riaprire sono le discariche dismesse di Difesa Grande ad Ariano Irpino, che accoglierá fino a 42mila tonnellate di rifiuti, Villaricca in provincia di Napoli, con una capienza di 35mila tonnellate, e Montesarchio in provincia di Benevento, per 21mila tonnellate. In più, c’è l’allestimento di tre siti provvisori per lo stoccaggio di immondizia "tal quale" ed ecoballe. Sono Marigliano, per 98mila tonnellate, Ferrandelle in provincia di Caserta, per 350 mila tonnellate, e Pianura, per 20mila tonnellate. In quest’ultimo sito (un capannone privato, in un’area distinta da quella di Contrada Pisani sequestrata dalla magistratura) saranno stoccate solo le ecoballe e si avvieranno le procedure sperimentali per inertizzarle.

di Elena Ferrara

Comincia in Grecia un movimento “femminista” che avrà sicuramente grosse conseguenze. Almeno dal punto di vista delle normali relazioni tra cittadini, uomini e donne. Tutto avviene nella parte più orientale della penisola Calcidica dove si trova quella entità che si autodefinisce “Repubblica teocratica greco-ortodossa”. Una regione dove dal Medioevo è in vigore una rigida proibizione di ingresso nell'area a tutti gli esseri di sesso femminile. Vale ancora un editto del 1050, quando il Patriarcato di Costantinopoli sancì che l'accesso alla montagna sacra dell'Ortodossia - il Monte Athos - era da considerare come proibita ''alle donne, ai bambini, agli eunuchi e tutte le facce senza barba''. Da allora è questa la regola che vale. Ma l’inizio d’anno porta uno sconvolgimento che creerà sicuramente reazioni notevoli. Cominciano le proteste e i segnali che vengono avanti sono tutti in direzione della richiesta di profondi cambiamenti. Intanto saranno destinate ad essere annullate quelle regole (approvate dal centro da una Atene che si sente parte integrante dell’Europa) che fissano i documenti necessari per entrare nella “riserva”. Perché ancor oggi per superare il “confine” è necessaria una lettera di raccomandazione dalla propria ambasciata ad Atene o dal consolato a Tessalonica. Serve, inoltre, un permesso d'ingresso al Monte Athos rilasciato dal ministero degli Esteri greco (Divisione Amministativa per gli Affari Ecclesiastici) o dal ministero della Grecia Settentrionale. E per finire è necessario presentare il passaporto…

di Giuseppe Zaccagni

Non c’è pace per il Caucaso: la Georgia è ancora sconvolta dai contestati risultati elettorali delle settimane scorse; l’Azerbaigjan, diviso tra sunniti e sciiti, si trova a fare i conti con movimenti islamici filo-iraniani e una situazione a rischio che riguarda il Nakhchivan, l'enclave situata tra Turchia ed Armenia. E tutto questo per non parlare del contenzioso tra Baku ed Erevan a proposito del Nagorno-Karabakh. Ed ora ecco che l’Armenia (93,3% armeni e 1,6% russi) si appresta ad affrontare - il 19 febbraio - le elezioni presidenziali dalle quali dovrà uscire il nuovo Presidente che andrà ad occupare, per i prossimi cinque anni, il posto dove dal 1998 siede Robert Serdakovic Kocaryan (classe 1954), un personaggio più interessato al potere che allo sviluppo della democrazia e dello stato di diritto e che ora deve lasciare il seggio perché giunto al termine del suo secondo ed ultimo mandato. In lizza, praticamente, sono due i maggiori candidati - Sarkisian e Petrosian - che si scontrano, quanto a politica generale, su questioni nodali relative ai rapporti con Karabach, Turchia e Azerbajgian. Ed ecco una rapida panoramica su questa Armenia pre-elettorale.

di Eugenio Roscini Vitali

Il National intelligence estimate (Nie), il rapporto pubblicato il 3 dicembre scorso dalle 16 maggiori agenzie americane di spionaggio, ha stabilito in modo inequivocabile l’avvenuta sospensione del programma atomico iraniano, un progetto che le autorità di Teheran non dovrebbero riprendere prima di tre-cinque anni. Il giudizio del Nie contrasta con le dichiarazioni del presidente Bush che, comunque, non riduce la portata del pericolo sul nucleare e spinge affinché la comunità internazionale aumenti le pressioni sul regime di Mahmoud Ahmadinejad. Pur allontanando la minaccia di un conflitto, il rapporto compromette soprattutto i delicati equilibri politici iraniani, ed in particolar modo danneggia l’attuale leadership che, a pochi mesi dalle elezioni legislative, deve confrontarsi con i problemi del Paese. Anche se sembra assurdo, il Nie potrebbe riuscire là dove intimidazioni e sanzioni hanno fallito: mettere in crisi l’ex sindaco di Teheran; dimostrando allo stesso tempo che il cambiamento c’è, esiste e non sempre è necessaria una guerra.


Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy