L’assassinio dell’ex primo ministro giapponese, Shinzo Abe, è avvenuto ad appena due giorni dalle elezioni per il rinnovo della camera alta del parlamento di Tokyo. A sparare al più longevo capo del governo della storia nipponica è stato un 41enne residente della città di Nara, dove era in corso un comizio in vista del voto. Erede di una dinastia politica di primissimo piano, Abe ha esercitato per quasi un decennio un’influenza profonda sulla realtà del suo paese. Il bilancio della sua esperienza di governo resta tuttavia in forte chiaroscuro, anche se segnata, sul piano internazionale, dall’impegno per la normalizzazione delle relazioni con la Russia e dalla ricerca di una relativa autonomia strategica dall’alleato americano.

Anche il nuovo tentativo diplomatico promosso dall’Europa per mandare in porto l’accordo bis sul nucleare iraniano (JCPOA) si è per il momento risolto in un nulla di fatto. I negoziati erano ripresi settimana scorsa a Doha, in Qatar, nella speranza di avvicinare le posizioni di Stati Uniti e Iran, ma il summit si era chiuso con uno scambio reciproco di accuse. La serietà dell’amministrazione Biden nel raggiungere un’intesa con Teheran è apparsa nuovamente chiara mercoledì, quando il dipartimento di Stato ha colpito con le proprie sanzioni unilaterali altre 15 “entità” della Repubblica Islamica e di altri paesi, accusate di favorire l’esportazione e la vendita di greggio iraniano.

Una vera e propria fuga dal governo conservatore di Boris Johnson sembra essere cominciata a Londra, preannunciando la probabile uscita di scena in tempi brevi di un primo ministro sempre più in difficoltà sul fronte domestico. Con una mossa quasi certamente coordinata, martedì hanno abbandonato l’esecutivo due pezzi grossi come il cancelliere dello Scacchiere – o ministro delle Finanze – Rishi Sunak e quello della Sanità, Sajid Javid. La decisione ha anticipato una rapida accelerazione della crisi nella giornata di mercoledì. Decine di funzionari e ministri si sono defilati, mentre una delegazione di membri del governo si è recata a Downing Street per convincere Johnson ad abbandonare l’incarico.

QUITO. Di fronte al consolidamento del governo neoliberista iniziato con Lenin Moreno, il traditore, e continuato dal banchiere Guillermo Lasso, c'è stato un enorme deterioramento del potere d'acquisto della popolazione, aggravato dalla pandemia di Covid-19. L'abbandono delle politiche pubbliche sotto la pressione del FMI ha portato come risultati importanti "risparmi" nel "deficit fiscale", accumulo fino a 10 miliardi di dollari nella riserva internazionale (assurdo in un'economia dollarizzata) e zero investimenti nel settore pubblico che compromettono seriamente  la salute, l'istruzione, la sicurezza dei cittadini, le infrastrutture  stradali.  

Le indagini di Israele e Stati Uniti sulle circostanze dell’assassinio nel maggio scorso in Cisgiordania della giornalista palestinese-americana di Al Jazeera, Shireen Abu Akleh, hanno avuto l’esito che ci si attendeva fin dall’inizio. Le conclusioni dei due governi sono apparse piuttosto simili, anche se il dipartimento di Stato USA ha scritto che la responsabilità dell’accaduto è da attribuire “probabilmente” ai militari dello stato ebraico. Il risultato sarà comunque in linea con l’obiettivo delle indagini, cioè di evitare conseguenze legali agli assassini e, più in generale, qualsiasi limitazione alle pratiche criminali di Israele nella repressione del popolo palestinese.


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