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La Juventus di Andrea Pirlo continua a zoppicare. L’1-1 contro la Lazio amareggia i bianconeri non solo per come è arrivato - zampata del solito Caicedo oltre il 94esimo - ma anche perché all’Olimpico la Signora non ha mostrato alcun miglioramento rispetto alle ultime uscite deludenti.
Il gol dopo un quarto d’ora di Cristiano Ronaldo è arrivato più per demeriti della retroguardia laziale che per abilità dei campioni d’Italia, che da lì in avanti hanno prodotto poco altro, a parte un incrocio dei pali colpito in proprio dal solito CR7. Il problema di Pirlo è chiaramente a centrocampo, dove si registra un drammatico deficit di fantasia e brillantezza.
Domenica di scorno anche in casa Inter, che a Bergamo passa in vantaggio con un colpo di testa vincente di Lautaro Martinez, ma viene poi raggiunta dall’Atalanta con Miranchuk. Ancora una volta i nerazzurri si dimostrano incapaci di chiudere la partite: stavolta sono Vidal e Barella a sprecare le occasioni del raddoppio.
Sorride invece la Roma, che sbanca Marassi grazie a un grande Mkhitaryan. L’1-3 finale sul Genoa porta proprio la firma dell’armeno, autore di una tripletta, la sua prima in Serie A, dopo il momentaneo 1-1 di Pjaca.
Rallenta la corsa del Milan che a stento raggiunge il Verona a Milano sul 2 a 2 e rallenta anche il Sassuolo, che in casa contro l’Udinese non va oltre lo 0-0 e manca l’occasione di portarsi (momentaneamente) in testa alla classifica. Pareggi a reti bianche anche fra Parma e Fiorentina e fra Torino e Crotone.
Nella lotta per non retrocedere, importante successo dello Spezia in casa del Benevento (0-3). Decidono un gran gol di Pobega e la doppietta del francese Nzola.
Classifica coerente, gioco scarso, incertezza alta, spalti vuoti, polemiche sempre vive. Fino ad ora, il campionato è tutto qui.
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Il Milan vince ancora, trascinato da Ibra. La Juve torna al successo, portata in spalla da Cristiano Ronaldo. Che sia per i ritmi bassi della Serie A o per l’eccezionalità dei due campioni, è innegabile che - al momento - le due stelle più brillanti del nostro Campionato siano entrambi over-35.
Il dominio più sorprendente è quello del 39enne Ibrahimovic, che domenica mette un altro sigillo sull’ennesima vittoria dei rossoneri. La vittima di giornata è l’Udinese, superata 2-1 al Friuli. Il gol decisivo dello svedese arriva dopo la rete di Kessie e il momentaneo pareggio di De Paul. C’è spazio anche per le proteste dei padroni di casa su un contatto Ibra-Okaka in area rossonera. Alla fine però la squadra di Pioli porta a casa i tre punti e si conferma da sola al primo posto in classifica, a quota 16.
Quattro lunghezze più in basso si rivede la Juventus, che ritrova Ronaldo e liquida 4-1 fuori casa lo Spezia. Il portoghese, dopo essere guarito dal Covid, parte dalla panchina, ma nel secondo tempo entra, segna dopo tre minuti e firma il bis su rigore col cucchiaio. In gol per i bianconeri anche Morata e Rabiot.
In mezzo a Milan e Juve, con 14 punti, che il sorprendente Sassuolo, che batte a sorpresa 2-0 il Napoli. Al San Paolo la gara è combattuta, ma il rigore trasformato da Locatelli per un fallo di Di Lorenzo su Raspadori e una giocata di Lopez nel recupero regalano la vittoria alla squadra di De Zerbi, che ora è seconda.
A pari punti con la Juve c’è l’Atalanta, che – reduce da due sconfitte consecutive – passa 2-1 sul campo del Crotone. Nel primo match della sesta giornata i bergamaschi sbancano lo Scida con una doppietta di Muriel. Per i padroni di casa inutile la rete di Simy.
Un punto sotto, a quota 11 insieme al Napoli, c’è anche l’Inter, che in casa contro il Parma non va oltre il pareggio (2-2). E dire che si era anche messa peggio: una doppietta di Gervinho lancia gli emiliani, ma poi Perisic segna il pari dopo una rete di Brozovic. Ennesimo rigore negato ai nerazzurri ma nel finale Vidal si divora il gol del 3-2.
Rimonta completata invece per la Lazio, che a Torino vince una partita da antologia. Al 94esimo i granata erano avanti 3-2, dopo una girandola di gol notevole: rete in apertura di Andreas Pereira; pareggio di Bremer; sorpasso firmato Belotti; nuovo pari di Milinkovic Savic; rete di Lukic all’87esimo su svarione di Hoedt. Poi, al 95esimo Immobile pareggia di nuovo su rigore e tre minuti dopo Caicedo – uno specialista dei gol nel recupero – segna la rete del definitivo 3-4.
Sull’altra sponda del Tevere, bene anche la Roma, vittoriosa per 2-0 all’Olimpico sulla Fiorentina. Con un gol per tempo (Spinazzola e Pedro) i giallorossi archiviano la pratica viola, salendo a quota 11 punti in classifica. La squadra di Iachini parte bene, ma una volta sotto sparisce dal campo. Martinez Quarta espulso nel finale.
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In attesa di Milan-Roma, le squadre che inseguono la capolista rosicchiano terreno, con la sola eccezione dell’Atalanta. Dopo il tonfo della settimana precedente contro il Napoli, i ragazzi di Gasp avevano ritrovato smalto con il poker rifilato al Midtjylland in Champions League, ma domenica subiscono una nuova e clamorosa sconfitta per mano della Sampdoria. Quagliarella segna e sbaglia un rigore, Thorsby raddoppia e Jankto chiude il match. La Dea marca il momentaneo 2-1 con Zapata su penalty, ma non basta. Per i blucerchiati si tratta della seconda vittoria consecutiva contro-pronostico, dopo il 3-0 rifilato la settimana precedente alla Lazio.
Rispetto all’Atalanta, il Napoli segue un percorso inverso. Reduci dalla delusione in Europa League (0-1 al San Paolo contro l’AZ), gli azzurri vincono in rimonta il derby campano contro il Benevento: apre Roberto e risponde Lorenzo (dopo una traversa di Manolas e un gol annullato), ma a decidere l’incontro è Petagna su un grande assist di Politano.
La squadra di Gattuso raggiunge così in classifica a 11 punti il Sassuolo, che in uno degli anticipi di giornata si fa fermare sul pareggio dal Torino. Alla fine però i rimpianti sono tutti per i granata, avanti prima per 1-0 e poi per 3-1, ma poi ripresi nel finale dai neroverdi con Chiriches e Caputo.
Quanto all’Inter, la vittoria per 2-0 sul campo del Gneoa permette ai nerazzurri di agganciare a quota 9 in classifica l’atalanta. Il risultato di Marassi porta le firme di Lukaku e D’Ambrosio, entrambi a segno nella ripresa. Per la prima volta in stagione, la difesa di Conte finisce una partita con la porta inviolata.
A -2 dall’accoppiata nerazzurra c’è la Lazio, che contro il Bologna trova la prima vittoria casalinga del suo campionato. Decidono nella ripresa una bellissima azione personale di Luis Alberto e un colpo di testa di rapina del solito Immobile. Nel recupero i biancocelesti si distraggono e gli emiliani accorciano le distanze con De Silvestri, ma poi il risultato non cambia più.
Non pare attraversare un buon momento la Juventus, che viene fermata in casa dal Verona, decisamente un ritmo diverso da quello che aveva avuto nei campionati precedenti.
Chiudono il quadro della giornata il 3-2 della Fiorentina sull’Udinese e il 4-2 del Cagliari sul Crotone e il pareggio tra Parma e Spezia.
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Ci si aspettava che, per il Milan, la stagione 2020-2021 potesse essere la migliore degli ultimi anni. Ma nessuno però poteva pronosticare che, dopo quattro giornate, i rossoneri si ritrovassero addirittura da soli in testa a punteggio pieno. E il successo arrivato sabato è senz’altro il più importante fin qui, perché arrivato nel derby contro un avversario in teoria più attrezzato per la corsa scudetto. A decidere la gara è stato l’eterno Ibrahimovic, autore non solo della doppietta decisiva per il 2-1 finale, ma anche di una prestazione di sacrificio voglia di lottare, da vero trascinatore. A Conte, a dir poco appannato nelle scelte di formazione, non basta la solita prestazione encomiabile di Lukaku. Forse una rosa di altissimo livello ha il punto debole proprio nella panchina, incapace di leggere le partite e riparare agli errori di impostazione. Una difesa a 4 con Ranocchia e De Vrij al centro e Darmian o D'Ambrosio a destra e Kolarov a sinistra avrebbe rappresentato ben altra difficoltà per il Milan, anche considerando che Ranocchia avrebbe potuto contendere ogni pallone scaricato sulla testa di Ibra, invece che rendere ridicola la marcatura di De Vrji che non ne ha presa nemmeno una. L'Inter non ha geometrie ma Barella viene inventato traquartista e l'impresentabile Perisic fa scopa con l'altrettanto impresentabile Brozovic; tutto pur di tenere in panca Eriksen, unico dotato di fosforo e tecnica, doti non meno importanti dell'agonismo per fare calcio.
Al secondo posto in classifica c’è un’altra sorpresa: il Sassuolo, che battendo 4-3 il Bologna sale all’impressionante quota di 10 punti.
I neroverdi superano così di una lunghezza l’Atalanta, clamorosamente travolta per 4-1 dal Napoli al San Paolo (e il punteggio era di 4-0 all’intervallo). Per una volta, i ragazzi di Gasperini hanno subìto il trattamento che sono soliti riservare agli avversari. Gli uomini di Gattuso giocano un primo tempo devastante: a segno il messicano Lozano (doppietta), Politano e Osimhen. Nella ripresa il gol di Lammers alleggerisce un po' il passivo per i bergamaschi.
Gli azzurri con 8 punti agganciano così in quarta posizione la Juventus, che si fa fermare sul pareggio dal Crotone. Sotto per il rigore di Simy, i bianconeri pareggiano con Morata. Nonostante l’espulsione di Chiesa, nel secondo tempo i Campioni d’Italia riescono a trovare il raddoppio sempre con l’attaccante spagnolo, ma il Var cancella tutto per un fuorigioco millimetrico sul cross di Cuadrado.
Va ancora peggio alla Lazio, che - orfana dello squalificato Immobile - crolla sul campo della Sampdoria (3-0). Per Inzaghi, che fra pochi giorni si troverà davanti il ben più temibile Borussia Dortmund, le sirene d’allarme suonano a tutto spiano: rosa corta, condizione fisica pessima, infortuni come se piovesse. E, soprattutto, una squadra che sembra scarica anche dal punto di vista mentale.
Sull'altra sponda del Tevere si deve registrare come la Roma, pur soffendo, poi dilaga e rifila un 5 a 2 al Benevento e migliora decisamente la sua classifica. La Fiorentina si fa riprendere il vantaggio
Il Sassuolo va in svantaggio contro un Bologna che gioca un ottimo primo tempo ma nella ripresa riprende la partita, porta a casa i tre punti e si pone al secondo posto in clssifica. La Fiorentina che in quattro minuti segna due gol al La Spezia e s'illude di aver chiuso il match: errore, gli spezzini pareggiano allo scadere della prima frazione di gioco e nella ripresa firmano il 2 a 2. No Chiesa, no party.
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- Scritto da Antonio Rei
Che ne sarà del calcio ai tempi del Covid? A primavera pensavamo che non avremmo più visto partite per molto tempo. In estate, contro ogni aspettativa, il Campionato si è concluso senza problemi. Ci eravamo illusi che anche la Serie A 2020-2021 sarebbe andata avanti malgrado tutto, ma ora non c’è più aluna certezza. I contagi si moltiplicano e il protocollo stilato a maggio da Figc, ministero della Salute e Cts sembra frutto di valutazioni frettolose, poco ragionevoli e ancor meno lungimiranti.
Sono solo pochi giorni, ma sembra passata una vita da quando i governatori delle Regioni (Lazio escluso) proponevano di tornare a riempire gli stadi al 25% della capienza. Idea balzana quant’altre mai, come dimostrano gli ultimi dati sanitari e il nuovo Dpcm in rampa di lancio.
Nel frattempo c’è stato il pasticcio di Juventus-Napoli, che poteva essere evitato con un minimo di buon senso: non a caso, il giudice sportivo Mastrandrea, in evidente difficoltà nel pronunciare la sentenza, continua a prendere tempo.
A monte di tutto c’è il caso Genoa, a dir poco emblematico: se una squadra si sottopone ai controlli il giorno prima di una partita e poi, subito dopo, scopre di avere 22 positivi, vuol dire che il sistema in vigore non è dei più geniali. Anche perché la settimana prossima i liguri dovranno presentarsi a Verona con la Primavera: i contagiati non sono guariti e gli altri non possono allenarsi, ma il protocollo (colpevolizzando assurdamente chi viene colpito dal Covid) permette il rinvio di una sola partita. Una volta giocato il jollly, scattano gli 0-3 a tavolino. Ma che senso ha?
È molto probabile che - con queste regole - il Campionato non si concluderà mai in modo regolare. Sarebbe il caso quindi di trovare soluzioni alternative.
Il problema è che non ce ne sono molte: l’unica idea davvero efficace è quella della “bolla”, applicata con successo negli Stati Uniti (dove la situazione sanitaria è ben più grave) per disputare i playoff e le finali della Nba. In sostanza, tutte le squadre e gli staff coinvolti sono stati isolati a Orlando, in Florida, nei lussuosi spazi di Disney World. Solo che in quel caso rimanevano tre mesi di partite, non un anno di campionato. Senza contare che, in Italia, una struttura simile nemmeno esiste. Se bolla sarà, quindi, dovrà essere di una forma diversa. Una bolla all’italiana.