Inter e Atalanta in Champions League, Empoli in B. Ma c’è stato da soffrire (o da sperare) fino all’ultimo. È stato un finale di Campionato al cardiopalma quello andato in scena domenica sera, per la bandiera a scacchi di questa stagione.

 

La partita di cartello è stata certamente Inter-Empoli. I nerazzurri rischiavano di finire quinti (dietro ad Atalanta e Milan) ma alla fine riescono a conservare il terzo posto occupato per quasi tutto l’anno. A San Siro finisce 2-1: Keità, appena entrato, apre le danze nella ripresa con una prodezza da fuori, ma poco dopo i toscani pareggiano con Traoré (classe 2000).

La zona Champions è sempre in presa a scossoni che ad ogni turno cambiano il quadro. L’Inter perde 4 a 1 a Napoli, va a pari punti con l'Atalante e solo a più 2 sul Milan e mette a rischio la sua presenza in Champions domanica prossima contro l'Empoli. La squadra di Spalletti merita il pesante passivo per una partita tra le peggiori della stagione. I nerazzurri esprimono tutto quello di negativo della gestione biennale di Spalletti: squadra lentissima, costruzione da dietro affidata a piedi grezzi e scatto sul breve quasi inesistente, 15 o 20 tocchi brevi a ritmo da dopolavoro ferroviario, appare votata a giocare spalle alla porta avversaria, senza capacità di penetrare verticalmente.

 

In buona sostanza al San Paolo si è vista la ragione per cui il licenziamento di Spalletti - che arrivi Conte o no - è inevitabile: l’Inter è un gruppo di individualità (e molte delle quali non eccelse); il Napoli, pure non superbo, è una squadra di calcio.

 

L’Atalanta di Gasperini, invece, porta via un punto da una Juventus che si congeda da un campionato vinto ma da una annata deludente rispetto alle aspettative e saluta sia Barzagli, che lascia il calcio, sia il suo miglior allenatore, Massimiliano Allegri, che ha riempito la bachecha juventina di trofei.

 

Per rimanere in zona Champions, si registra l’incredibile passo falso della Roma, incapace di andare oltre il pari a reti inviolate sul campo del Sassuolo. Sotto la pioggia, i giallorossi riescono soltanto a colpire due volte il palo con nel secondo tempo con Dzeko e Kluivert, in modo rocambolesco. Nel finale gol annullato a Fazio. Ranieri recrimina per le occasioni fallite.

 

Nella lotta per non retrocedere, l’Udinese mette a segno una vittoria fondamentale contro la Spal. Nel 3-2 finale spicca la doppietta di Okaka, autore di due colpi di testa vincenti praticamente in fotocopia da calci d’angolo di De Paul.

 

I friulani arrivano così a 40 punti e conservano 2 lunghezze di vantaggio sull’Empoli, vittorioso per 4-1 in casa contro il Torino. Grande prova degli uomini di Andreazzoli, che ora si giocano tutto a San Siro contro l'Inter. Per i granata, invece, questa sconfitta inattesa significa l’addio al sogno di giocare in Europa l’anno prossimo.

 

Ma le notizie peggiori sono per il Genoa, che dopo il pareggio per 1-1 n casa contro il Cagliari (ormai salvo) si ritrova da solo in terzultima posizione, scavalcato di un punto dall’Empoli. Pavoletti sblocca la partita e Criscito la pareggia all’89esimo, trasformando un rigore concesso cono il Var.

 

Continua poi lo psicodramma della Fiorentina, che contro il Parma subisce la quinta sconfitta consecutiva, rimane a 40 punti e (incredibile a dirsi, visto l’avvio di stagione e le ambizioni europee dei viola) non è ancora salva. La partita del Tardini è tiratissima e a deciderla nel finale è una sfortunata autorete del brasiliano Gerson, che infila nella propria rete un cross di Scozzarella. A questo punto, per salvarsi la squadra di Montella dovrà almeno pareggiare in casa col Genoa, a cui però serve disperatamente una vittoria. Sarà questo lo scontro dell’ultima giornata da tenere d’occhio.

 

Chiude il quadro di questo turno il pareggio per 0-0 fra Chievo e Sampdoria. Espulso Barba al 38esimo per un’entrata decisa su Defrel. Il capocannoniere del campionato, Fabio Quagliarella, non trova però la via della porta e resta fermo a 26 reti. Tributo e terzo tempo per Pellissier al momento della sostituzione nella ripresa. L’attaccante bandiera del Chievo dice addio al calcio dopo 17 anni e 134 gol con la maglia gialla.

La zona Europa, Champions come Europa League, è affollata come una tangenziale all’ora di punta. Vincono tutte quelle che sentono profumo europeo: la Roma, che ritrova se stessa; l’Atalanta, che ormai non fa più notizia se non che per alcune ore è terza in classifica; il Milan, che sembra aver ritrovato energie e con la seconda vittoria consecutiva, stavolta espugnando il Franchi; la Lazio che in trasferta batte il Cagliari per 2 a 1. Tutte in attesa dell’Inter che deve affrontare il Chievo già retrocesso e per questo tutt’altro che impaurito.

 

L’evento è però rappresentato dalla vittoria della Roma sulla Juventus, con un due a zero firmato da Dzeko e Florenzi. Una bella gara dei giallorossi che smentiscono il pronostico e si riproiettano anch’essi in zona Champions. La felicità di Ranieri vale il prezzo del biglietto.

Con la Juventus già in vacanza, al momento la squadra più competitiva del Campionato italiano è l’Atalanta, che ormai insidia il terzo posto dell’Inter. Domenica i bergamaschi superano in rimonta 3-1 all’Olimpico la Lazio: gli uomini di Gasperini giocano di fatto in 12 contro 10, vista la partita raccapricciante giocata da calamity-Wallace, che regala agli avversari tutti e tre i gol, ma vincono con merito e adesso per loro la Champions League è qualcosa di più di un sogno.

 

L’Atalanta aumenta così a 3 i punti di vantaggio sulla Roma (62 a 59), che non va oltre il pareggio sul campo del Genoa. Una vera beffa per i giallorossi, che passano in vantaggio all’81esimo con El Shaarawy, ma vengono raggiunti in pieno recupero da Romero.  Mirante para un rigore al 95esimo.

Si fa sempre più confusa la lotta per la Champions. L’Inter (62 punti) consolida il terzo posto incassando un punto in casa contro la Juventus. E dire che sabato sera i nerazzurri hanno anche sfiorato il colpaccio, chiudendo la prima frazione di gioco in vantaggio per 1-0 grazie a uno spettacolare tiro al volo vincente di Nainggolan ed esprimendo una superiorità di gioco e di corsa. Nella ripresa, però, Spalletti arretra il baricentro e arriva il gol del pareggio da parte del solito Cristiano Ronaldo, arrivato a quota 600 gol con le quattro maglie di club vestite in carriera (Sporting Lisbona, Manchester United, Real Madrid e Juventus).


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