Una donna. Il coraggio e l'intelligenza. La scienza e l'amore. Marie Curie, una delle più grandi menti del XX secolo, viene raccontata nell'omonimo film firmato da Marie Noëlle. Una studiosa in lotta per essere riconosciuta da una società e una comunità scientifica che non ammettono il ruolo delle donne.

Scienziata di fama internazionale e femminista ante litteram. Donna geniale e appassionata amante. Il biopic di Marie Noëlle racconta gli anni più turbolenti della vita della scienziata, tra il 1903, quando è a Stoccolma insieme al marito Pierre Curie per il premio Nobel assegnato loro per le ricerche sulla radioattività, e il 1911, quando riceve il suo secondo premio Nobel, per la chimica. Tra i due riconoscimenti, la tragica morte del marito e la relazione col fisico Paul Langevin, che le varrà il giudizio scandalizzato del mondo scientifico. Sfidando il maschilismo dell’ambiente accademico francese, Marie Curie sancirà definitivamente il suo grandioso valore di donna e di scienziata.

“Nel 1910 la società francese trasformò il suo 'amour fou' per il fisico Paul Langevin in un enorme scandalo, riducendo la brillante scienziata a una banale adultera, come riportano i violenti e aggressivi resoconti della stampa del tempo”, afferma la regista. All’epoca, “l’opinione prevalente negava alle donne con spiccate capacità logiche e analitiche qualsiasi femminilità. Verso le donne che intendevano occuparsi di scienza, ed erano determinate ad avere successo nel loro campo, c’era perfino ostilità e discriminazione.

Il successo di Marie Curie fu tollerato fintanto che lei si prodigò devotamente e altruisticamente nelle sue ricerche accanto al marito. Una volta rimasta sola, diede scandalo osando mostrare i propri sentimenti, e fu costretta a imparare che ragione e passione non sono compatibili. L’esperienza di Marie Curie è esemplare per la vita di tutte le donne impegnate in settori tradizionalmente maschili. Perfino al giorno d’oggi”, conclude Noëlle.

Un film per scoprire la forza della ragione, ma anche la tenacia di una donna che lotta per raggiungere i suoi obiettivi e affermarsi in una società iniqua.

Marie Curie (Germania 2017)

Regia: Marie Noëlle

Cast: Karolina Gruszka, Arieh Worthalter, Charles Berling, Iza Kuna

Distributore: Valmyn

Faber sul grande schermo, con il docufilm diretto da Walter Veltroni, Fabrizio De André e Pfm. Il concerto ritrovato. Il film torna in replica al cinema solo per un giorno, in contemporanea nazionale l’11 marzo. Lo storico filmato del concerto di Fabrizio De André con la Pfm, recentemente ritrovato dopo essere stato custodito per oltre 40 anni dal regista Piero Frattari che partecipò alla realizzazione delle riprese, è diventato un docufilm dedicato a quella indimenticabile pagina della storia della musica italiana. Dopo un lungo periodo di ricerca con il supporto di Franz Di Cioccio, il nastro che si credeva perduto per sempre è stato rintracciato e grazie al regista Piero Frattari, che lo ha salvato e conservato nel corso dei decenni, è stato recentemente possibile restaurarlo.

Un viaggio in treno per riscoprire quel famoso evento, per godere ancora una volta di questo immenso artista, che ha segnato più di una generazione attraverso le sue parole e la sua musica.

Il docufilm ricostruisce quell’epoca indimenticabile che ha segnato un momento storico, l’irripetibile sodalizio artistico tra uno dei più grandi artisti italiani di sempre e la rock band italiana più conosciuta al mondo, partendo soprattutto dalla ritrovata registrazione video completa del concerto di Genova del 3 gennaio 1979, un documento veramente straordinario visto che si tratta delle uniche immagini di quell’incredibile tournée.

Un mix di ricordi, backstage, interviste ed emozioni che fanno di questo lavoro un momento per ridare vita a un periodo altissimo della storia della musica italiana.

 

Fabrizio De André e Pfm. Il concerto ritrovato (Italia 2019)

Regista: Walter Veltroni

Distribuzione: Nexo Digital

Sceneggiatura: Walter Veltroni

Fotografia: Emanuele Cerri

Montaggio: Marco Ferrari

Un genio dell'arte, un emarginato, un uomo solo ed un pittore tenace. Volevo nascondermi, firmato dal regista Giorgio Diritti, racconta la vita di Antonio Ligabue, attraverso la magistrale interpretazione di Elio Germano. Toni, figlio di una emigrante italiana, respinto in Italia dalla Svizzera dove ha trascorso un’infanzia e un’adolescenza difficili, vive per anni in una capanna sul fiume senza mai cedere alla solitudine, al freddo e alla fame. L’incontro con lo scultore Renato Marino Mazzacurati è l’occasione per riavvicinarsi alla pittura, è l’inizio di un riscatto in cui sente che l’arte è l’unico tramite per costruire la sua identità, la vera possibilità di farsi riconoscere e amare dal mondo.

“El Tudesc,” come lo chiama la gente è un uomo solo, rachitico, brutto, sovente deriso e umiliato. Diventerà il pittore immaginifico che dipinge il suo mondo fantastico di tigri, gorilla e giaguari stando sulle sponde del Po.

Sopraffatto da un regime che vuole “nascondere” i diversi e vittima delle sue angosce, viene rinchiuso in manicomio. Anche lì in breve riprende a dipingere.

Più di tutti, Toni dipinge se stesso, come a confermare il suo desiderio di esistere al di là dei tanti rifiuti subiti fin dall’infanzia. L’uscita dall’Ospedale psichiatrico è il punto di svolta per un riscatto e un riconoscimento pubblico del suo talento. La fama gli consente di ostentare un raggiunto benessere e aprire il suo sguardo alla vita e ai sentimenti che sempre aveva represso.

Le sue opere si rivelano nel tempo un dono per l’intera collettività, il dono della sua diversità.

Il film si focalizza proprio sul  valore della diversità come motore per guardare il mondo e la vita attraverso un punto di vista altro.

Ligabue è prima di tutto un bambino rifiutato, divenuto un adulto emarginato anche per la sua fisicità deforme. I suoi quadri esprimono uno sguardo nuovo sull'esistente, raccontato come una continua battaglia per non soccombere, con un forte desiderio di riscatto. Pulsioni vitali forti che emergono prepotenti anche dalle sue sculture.

“Lo sviluppo narrativo della sceneggiatura esce dall’intenzione della semplice biografia di Antonio Ligabue per proporre un percorso narrativo che segue lo stato d’animo di Toni e fa delle emozioni che vive il perno portante del racconto, in un rapporto che offre allo spettatore un coinvolgimento più intimo e profondo”, dichiara il regista.

 

Volevo nascondermi (Italia 2020)

REGIA: Giorgio Diritti

SOGGETTO: Giorgio Diritti e Fredo Valla

SCENEGGIATURA: Giorgio Diritti, Tania Pedroni con la collaborazione di Fredo Valla

CAST: Elio Germano, Oliver Ewy, Pietro traldi

DISTRIBUTORE: 01 Distribution

Un gigante della musica mondiale, Leonard Cohen, raccontato attraverso il documentario firmato da Nick Broomfield, Marianne & Leonard. Parole d’amore. Il film, distribuito nei cinema italiani solo il 3 e 4 marzo, racconta uno spaccato privato del poeta e cantante canadese. Nel settembre del 1960, Leonard Cohen acquistò una casa sull’isola greca di Hydra, che fra gli anni ’50 e gli anni ’60 era diventata un rifugio di artisti, raccogliendo una comunità bohémienne di scrittori, pittori, musicisti uniti da uno spirito libero e libertario.

Prima volta sul grande schermo per Il commissario Montalbano, personaggio nato dalla penna del maestro Andrea Camilleri - scomparso lo scorso luglio - e andato in onda in televisione. Un personaggio che è diventato come uno di famiglia per molti spettatori, che si sentono a casa tra le pareti del commissariato di Vigata, come tra i muretti a secco, sulla terra arsa e gli ulivi, nelle tonnare abbandonate, nei ristoranti sul mare e sulle terrazze con vista sul tramonto.

Dopo aver raccolto oltre un miliardo e duecento milioni di spettatori in vent’anni su Rai1, in attesa del grande evento televisivo della primavera 2020, il commissario interpretato da Luca Zingaretti arriva al cinema con l'episodio della collection evento che si intitola Salvo amato, Livia mia ed è diretto da Alberto Sironi e Luca Zingaretti.

Interpretato da Luca Zingaretti, Cesare Bocci, Peppino Mazzotta, Angelo Russo, Sonia Bergamasco, il film sarà proiettato il 24, 25, 26 febbraio per poi essere trasmesso su Rai1.

Nel nuovo episodio si parla del brutale omicidio di Agata Cosentino, il cui cadavere viene ritrovato in un corridoio dell’archivio comunale e questo fatto non può lasciare indifferente Montalbano. Perché la vittima era una cara amica di Livia, una ragazza timida e riservata, che concedeva la sua amicizia e il suo amore a poche persone. E su quelle si concentra l’indagine di Montalbano, perché gli è presto chiaro che a uccidere Agata è stato qualcuno che le era molto vicino. Si tratta forse una violenza sessuale degenerata in omicidio, ma da subito questa ipotesi non convince Montalbano, che inizia la sua indagine partendo proprio dalle conoscenze della vittima.

Un giallo all'italiana, in cui la carta vincente del protagonista-commissario è quella di essere “uno di noi”, in cui è facile immedesimarsi. Sullo sfondo una Sicilia da cartolina.

Il Commissario Montalbano: Salvo Amato, Livia mia (Italia 2020)

Regista: Alberto Sironi, Luca Zingaretti

Cast:  Luca Zingaretti e Cesare Bocci

Distribuzione: Nexo Digital


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