di Roberta Folatti


Se una vita sola non ci sembra sufficiente

La regista di Brema Valeska Grisebach ha costruito il suo film attorno alla parola tedesca “Sehnsucht”. Una parola dalle molteplici sfumature.
Sehnsucht è un desiderio misto a languore, una sensazione dolce amara che spinge a vagheggiare qualcosa e al tempo stesso a considerarlo già perduto.
Prima di girare il film la Grisebach ha intervistato molte coppie di trentenni e – come spiega lei stessa – dai loro racconti “veniva alla luce che in vite apparentemente ordinate abitavano molti desideri e aspettative, a volte in maniera manifesta, altre silenziosa. Come una brezza che sussurra ad ognuno che può essere la star della propria vita”.

di Betta Bertozzi

“Può un’intera famiglia campare di pornografia? Certo che sì. Accade in America, il paese delle grandi opportunità e dei falsi puritani. Accade a Los Angeles, dove in quasi tutte le cantine è stato ambientato un film, e dove si deve pur far qualcosa per pagare il chirurgo plastico. Fra palme, olio abbronzante e albergoni disneyani è ambientato un reality piuttosto strambo. “Porno, un affare di famiglia”. I protagonisti sono Adam, sua madre e suo cugino, che rispondono semplicemente ad una domanda del mercato. Il mercato chiede sesso, Adam e famiglia si organizzano per fargliene avere in buona e abbondante qualità.

di Roberta Folatti


Abbandonato dallo Stato, deriso dalla mafia

L'uomo di vetro è Leonardo Vitale, il primo pentito di mafia che nel 1972 osò rompere l'assordante silenzio che circondava gli affari di Cosa Nostra.
Cresciuto in un ambiente di picciotti, "svezzato" dallo zio che a diciassette anni gli fece commettere il primo omicidio in una sorta di percorso formativo in vista di una brillante carriera da uomo d'onore, Vitale a un certo punto entrò in crisi e decise di liberarsi la coscienza parlando con i magistrati.

di Betta Bertozzi

“È solo, la porta si richiude subito alle sue spalle. Egli si ferma sulla soglia e considera a lungo, per uno o due minuti, il volto di Lui. Infine si accosta in silenzio, posa la fiaccola sulla tavola e Gli dice: “Sei Tu, sei Tu?” – Ma, non ricevendo risposta, aggiunge rapidamente: – “Non rispondere, taci. E che potresti dire? So troppo bene quel che puoi dire. Del resto, non hai il diritto di aggiunger nulla a quello che Tu già dicesti una volta. Perché sei venuto a disturbarci? Sei infatti venuto a disturbarci, lo sai anche Tu. Ma sai che cosa succederà domani? Io non so chi Tu sia, e non voglio sapere se Tu sia Lui o soltanto una Sua apparenza, ma domani stesso io Ti condannerò e Ti farò ardere sul rogo, come il peggiore degli eretici, e quello stesso popolo che oggi baciava i Tuoi piedi si slancerà domani, a un mio cenno, ad attizzare il Tuo rogo, lo sai? Sí, forse Tu lo sai”, – aggiunse, profondamente pensoso, senza staccare per un attimo lo sguardo dal suo Prigioniero.” Da F. M. Dostoevskij, I fratelli Karamazov

di Roberta Folatti


Alla larga dal matrinomio

Può succedere che uno dei partner di una coppia in salute si faccia suggestionare a tal punto dalle decisioni degli amici da incominciare a desiderare il matrimonio. Un desiderio in contrasto con la filosofia abbracciata sino a quel momento, che mette in crisi l’altra metà della coppia e scompagina equilibri ben rodati. Un desiderio concepito in un certo modo – matrimonio in atmosfere caraibiche con pochi parenti e solo gli amici più stretti – e poi “mutilato” orribilmente dall’ingerenza di familiari non proprio in buonafede.


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