di Roberta Folatti


Cia: la religione del sospetto

Un altro film di spie, questa volta dalla prospettiva opposta. Se “Le vite degli altri” si focalizzava sulla Stasi operante nella Germania dell’Est fino alla caduta del muro, The good shepherd racconta la Cia attraverso al figura di un suo gelido rappresentante che sacrifica vita, emozioni ed affetti al “bene” del suo paese, gli Stati Uniti. Che cosa corrisponda davvero a questo “bene” è ciò che si domanda Robert De Niro, che ha deciso di concretizzare la sceneggiatura di Eric Roth da molti considerata irrealizzabile: troppo costosa e intricata.

di Betta Bertozzi

“Ci sono due bambini che mi sono rimasti nel cuore: Tommaso di Parma e Samuele di Cogne. (...) Ma quando sono diventati angioletti, si sono incontrati in Paradiso e si saranno chiesti: non era meglio che non nascevamo?". Questo è un Paese così. Ci raduniamo, il sabato sera, per sentirci fare una telepredica. Che male c’è? Gli americani lo fanno da anni, magari questo è il progresso. Confesso, ho fatto zapping, sabato sera. Non ho seguito solo Apocalypse Now, spettacolo ideato da Diego Cugia cucito addosso a Gianfranco Funari. Ho fatto zapping perché non sopporto che si ridicolizzino gli anziani, e Funari, il Funari telepredicatore portato in trionfo su un trono, al centro della scena, con un silenzio apocalittico da grande attesa (i responsabili del programma, seduti in prima fila, non confesseranno mai che si stavano chiedendo se dalla bocca di Funari sarebbero uscite le parole previste da copione), il Funari commosso, che dice che questo è un Paese dove anche i giovani possono sperare in un futuro migliore se a lui è stata data la possibilità di tornare in televisione dopo 11 anni, quel Funari lì era un vecchio più ridicolo del solito. Fabio De Luigi era il romagnolo pellegrino che si ritrova per caso in una balera mal frequentata, dove in mancanza d’altro deve dialogare con una non meglio identificata straniera.

di Roberta Folatti

Un’Italia in chiaro-scuro Sono passati quasi cinquant’anni da quando Joris Ivens, documentarista olandese fra i più stimati al mondo, realizzò “L’Italia non è un paese povero” in cui raccontava arretratezze e potenzialità di uno stato alle soglie del boom economico ma con sacche di miseria impressionanti, soprattutto nelle regioni del sud.

di Roberta Folatti


L’umanità ritrovata


A distanza di poco più di vent’anni quella Germania – popolata di spie e informatori, dominata da un apparato corrotto ma in grado di stritolare ogni voce contraria – sembra un incubo lontano.

di Roberta Folatti


Torna il Roma Independent Film Festival


Parte venerdì 13 la sesta edizione del RIFF AWARDS, il Festival diretto da Fabrizio Ferrari che cerca di promuovere un certo tipo di cinema slegato dai circuiti più commerciali, favorendo l’emergere di giovani talenti.
Dal 13 al 20 aprile, al cinema Nuovo Olimpia si incontreranno cineasti, produttori, giornalisti, attori e il pubblico avrà la possibilità di scoprire oltre cento opere, tra film, documentari, corti e video animati. Le proposte selezionate per questa edizione provengono da venticinque paesi di ogni parte del mondo, una giuria di esperti decreterà i vincitori di ciascuna categoria.


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