di Daniele John Angrisani

A pochi giorni di distanza dalle elezioni di mid term, il panorama politico americano è ormai pronto a far fronte all'ondata sismica che sembrerebbe profilarsi nelle urne il 7 novembre con la annunciata sconfitta dei repubblicani. Per la prima volta dal 1994, infatti, almeno una delle due camere del Congresso, in particolare la Camera dei Rappresentanti, viene data stabilmente per riconquistata dai democratici, secondo tutti i sondaggi disponibili ad oggi. Il vantaggio dei democratici alla Camera rischia di essere molto più alto di quello inizialmente previsto ed alcuni istituti parlano addirittura di possibili 240 seggi per i democratici (la maggioranza assoluta è 218 seggi). Si tratterebbe in questo caso di una debacle per i repubblicani, difficilmente gestibile dal punto di vista politico a due soli anni dalle prossime elezioni presidenziali; inevitabilmente, non potrebbe non avere effetti sulle politiche dell'Amministrazione Bush da ora al 2008.

di Carlo Benedetti

Gli oligarchi della Russia alzano il tiro. E questa volta decidono di entrare a gamba tesa nel settore dell'alluminio. Danno vita alla più grande società per la produzione d'allumina e d'alluminio che impegnerà 110.000 dipendenti ed opererà in 17 paesi di tutti i continenti. Nel giro di un anno avrà un incasso di circa 10 miliardi di dollari e in cinque anni toccherà investimenti pari a 3 miliardi e mezzo di dollari. Il volume della produzione sarà di circa 5 milioni di tonnellate d'alluminio. Tutto questo avviene a Mosca dove due big della nuova Russia - Oleg Deripaska e Viktor Veksel'berg - hanno deciso di unire le loro società (Rusal e Sual) alla svizzera Glenkor. Nasce, pertanto, un nuovo gigante di valore mondiale. Si chiamerà Russkij alluminium, "Alluminio russo". Tutto questo vuol dire che la Russia diverrà sempre più il leader mondiale del settore. E non è un caso se questa operazione è stata organizzata e diretta da uomini che si sono formati all'ombra del Cremlino.

di Bianca Cerri

George Bush dice di aver fortificato l’America per sbarrare la strada ai “nemici combattenti”, compresi quelli che potrebbero piombare inaspettatamente dalle galassie, ma nessuno si preoccupa più di quello che sta accadendo in Iraq, dove i medici sono costretti a lavorare in condizioni indescrivibili. Ormai non riescono più a curare neppure le malattie più elementari perché farmaci ed ausili terapeutici sono finiti da mesi. A febbraio, un giornale inglese aveva lanciato un appello a favore dell’ospedale di Diwanijah, dove i medici speravano ancora di salvare una bambina di due anni con i polmoni sotto-sviluppati. Sarebbero bastati una terapia a base di vitamina K e gli strumenti per praticarle la ventilazione, ma bisognava ricorrere al mercato nero e i genitori non avevano i soldi per farlo.

di Raffaele Matteotti

All’organizzazione delle Nazioni Unite lavorano parecchio, contrariamente a una certa vulgata. La settimana scorsa si è messo mani ai regolamenti in materia di armamenti (quanto mai d’attualità), tuttavia i progressi sono stati visibilmente ostacolati da alcuni paesi. L’apposito Comitato ha approvato una risoluzione che impegna l’Assemblea a chiamare gli stati nazionali al rispetto e all’implementazione delle procedure di tracciabilità delle armi leggere con 172 voti a favore, zero astenuti e un voto contrario: gli Stati Uniti. Le armi leggere sono responsabili del maggior numero di vittime nei conflitti. Le armi leggere sono per sempre, nel senso che sono robustissime e non vengono mai distrutte, ma riciclate di continuo in conflitti sempre nuovi. Da alcuni anni in seno alle Nazioni Unite si è stabilito un fronte che ne chiede la tracciabilità al fine di imporre controlli e di far rispettare almeno gli embarghi verso i paesi nei quali potrebbero amplificare le situazioni di conflitto.

di Carlo Benedetti

E’ sempre stato d’allarme per quelle Ong che vogliono operare in Russia. Perché è ancora sotto gli occhi di tutti la ragnatela di contraddizioni, di slanci e paure, che il Cremlino ha scatenato con l’obiettivo di impedire “ingerenze distruttive” sulla società ed applicando, di conseguenza, un giro di vite sulle attività delle Organizzazioni non governative che operano nel territorio della federazione russa. Mosse e contromosse – anche sul piano legislativo – non hanno però placato le acque. Comunque sia ora c’è una prova d’appello poiché l’appuntamento per le Organizzazioni non governative è fissato per il 24 ottobre nella capitale russa dove, nel quadro del “G8-società-civile”, si svolgerà una tavola rotonda dedicata ai problemi dello sviluppo dell'Africa. Successivamente – a fine novembre – le Ong si sposteranno a San Pietroburgo per esaminare i primi risultati relativi alle decisioni del recente summit del G8. Tutto questo, forse, sta a significare che i russi hanno compreso il valore delle iniziative delle Ong e si stanno mobilitando, di conseguenza, per stabilire una rete di rapporti a livello mondiale. Ne parla, ad ”Altrenotizie”, Jurij Materija, esponente del ministero degli Esteri della Russia e responsabile del dipartimento che si occupa dei rapporti con i mass-media.


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