di Daniele John Angrisani

Mancano meno di otto settimane all'Election Day americano del 2006 ed i giochi sono ancora tutti in alto mare. Con i sondaggi d'opinione sempre meno favorevoli ai repubblicani, si è infatti delineata una situazione che vede al momento potenzialmente in bilico il controllo repubblicano su Senato e Congresso. In particolare è sul Senato che, al momento, si basano la speranze dei democratici; non solo perché ci sono 6 seggi in bilico che potrebbero cambiare la maggioranza, ma anche perchè è proprio la Camera Alta del Congresso quella politicamente più importante ai fini di un possibile sviluppo inatteso dei prossimi 2 anni di presidenza. E' infatti il Senato che ha la competenza unica di approvare o meno i Trattati internazionali, dichiarare lo stato di guerra, fornire al Presidente i poteri per compiere azioni di guerra ed eventualmente iniziare il processo di impeachment per mettere sotto accusa il Presidente. E non è quindi da sottovalutare l'effetto devastante che avrebbe sugli ultimi due anni di presidenza Bush un eventuale cambio di maggioranza al Congresso. Vediamo ora qual è il quadro che si sta delineando, in base ai dati disponibili ad oggi. In tutti i sondaggi d'opinione da inizio 2006 ad ora, i democratici hanno avuto in generale un vantaggio tra i 3 ed i 16 punti rispetto ai repubblicani, a seconda dei diversi istituti demoscopici.

di mazzetta

Abbandonati i propositi bellicosi verso l’Iran, l’amministrazione USA si rivolge ora contro la Corea del Nord cercando di far dimenticare il clamoroso fallimento delle due guerre in corso (Afghanistan ed Iraq) agitando una nuova “minaccia. C’è da dire che il regime nordcoreano, come a suo tempo quello iraniano, agisce mirabilmente di sponda alle necessità dell’amministrazione Bush, ma non è il caso di pensare a pazzie quando è in gioco il potere. Erano passati pochi mesi dall’inizio del primo mandato di Bush che gli Stati Uniti decisero di arrestare gli aiuti alimentati del programma alimentare mondiale (World Food Programme, agenzia ONU), mettendo in oggettiva difficoltà il regime nordcoreano, fino ad allora impegnato nel colloqui con la controparte meridionale in vista della riunificazione del paese. A quel punto a Kim, il dittatore coreano, non rimase che agitare lo spauracchio atomico, cercando di ottenere dalla comunità internazionale quel che desiderava sotto la minaccia di un aumento della proliferazione nucleare.

di Bianca Cerri

Fino al 2000, il futuro della Blackwater USA appariva alquanto incerto, ma nei cinque anni appena trascorsi, la modesta agenzia che affittava contractors nel Delaware è divenuta una multinazionale dal fatturato stratosferico. La nuova Direzione Generale ha sede nella Carolina del Nord ed è circondata da chilometri quadrati di prati verdissimi. Nell'ingresso principale troneggia un gigantesco orso impagliato che pare porti fortuna alla compagnia, almeno a giudicare dal fatturato che supera i cento milioni di dollari annui. In questo lussuoso contesto si tengono anche i corsi d'addestramento per futuri mercenari, che pagano ventimila dollari ciascuno per accedervi.Li frequentano anche molti agenti della polizia di Stato che sperano di abbandonare la divisa per lavorare come privati a 600 dollari al giorno piuttosto che per i miserevoli 1200$ al mese dei normali poliziotti. Gli allievi non sono mai meno di tremila, anche se ogni tanto qualcuno rinuncia.

di Cinzia Frassi

Dopo quattro votazioni esplorative, il ministro degli Esteri sudcoreano Ban Ki-Moon ha in tasca il Consiglio di Sicurezza che, con tutta probabilità, lo raccomanderà all’Assemblea Generale quale ottavo Segretario generale delle Nazioni Unite. L’ultima votazione, avvenuta lo scorso 2 ottobre, ha visto l’accordo unanime di tutti e cinque i membri permanenti con diritto di veto del Consiglio di Sicurezza. Ben Ki-Moon ha raccolto tra i 15 membri del Consiglio ben 14 voti ed un solo astenuto. Anche se il Consiglio di Sicurezza si riunirà il prossimo 9 ottobre per votare il prossimo Segretario, i giochi sono ormai conclusi e il ministro degli Esteri sudcoreano può considerarsi con tutta probabilità il successore di Kofi Annan.

di Fabrizio Casari

Ha un prodotto interno lordo misero, ma una storia straordinaria. Un territorio piccolo, ma incute un timore grande. Sarà per questo che il Nicaragua, 16 anni dopo la sconfitta sandinista seguita a dieci anni di guerra e di embargo, continua regolarmente ad agitare i piani dell’Amministrazione statunitense. Il Segretario alla Difesa Usa, Donald Rumsfeld, che si trova in questi giorni proprio a Managua, dove partecipa ai lavori della Conferenza dei ministri della Difesa delle americhe, rappresenta la più forte - per quanto celata - preoccupazione statunitense per l'esito possibile della campagna elettorale. E per capire quali siano ancora i margini per l’intervento diretto statunitense in vista del prossimo 5 Novembre.


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