di Fabrizio Casari

Il generale dell'aereonautica Michel Hayden, falco tra i falchi, accusato per la vicenda dello spionaggio di massa a danno dei cittadini statunitensi, è stato promosso Direttore della CIA.
Braccio destro di John Negroponte, lo zar di tutti gli spioni al servizio dell'Amministrazione Bush, Hayden da ieri ha smesso di occuparsi delle 16 agenzie di spionaggio per le quali occupava il posto di vice direttore, per passare dalla porta principale di Langley. Succede a Peter Goss, dimessosi pochi giorni addietro per uno scandalo condito con prostituzione e abusi di varia natura, anche se si sospetta che la colpa più grave sia quella di un conflitto insanabile con il presidente petroliere.
Hayden, invece, spione tutto d'un pezzo e militare di carriera, garantisce molto di più in termini d'obbedienza all'Amministrazione meno popolare della storia recente degli Stati Uniti.

di Daniel John Angrisani

Non deve essere facile essere Donald Rumsfeld ultimamente.
Dopo anni di totale idolatria, quando qualsiasi cosa che diceva veniva presa come oro colato da tutti, oggi Donald Rumsfeld è costretto sulla difensiva, mentre i talk show televisivi e gli editoriali dei giornali lo attaccano pesantemente per la sua gestione della crisi irachena e, per lo stesso motivo, alcuni ex generali americani hanno chiesto addirittura le sue dimissioni.
L'ultimo di questi, Paul Van Riper, ex generale dei marines in pensione, ha dichiarato lo scorso 25 aprile di essere in contatto continuo con generali ancora in servizio e di pensarla esattamente come loro: Rumsfeld non ha saputo gestire la crisi irachena, ha usato l'intimidazione nei confronti di chi la pensava diversamente e perciò va cacciato via. Ma non è finita qui, visto che da poco sono apparsi anche i contestatori che, armati di pazienza e di coraggio, ogni volta che appare un esponente dell'Amministrazione Bush sono pronti a far sentire la loro voce di protesta.

di Luca Mazzucato

Dopo anni passati all'ombra del gigante Sharon e i quattro mesi da reggente, Ehud Olmert ha passato il voto di fiducia alla Knesset. La nuova coalizione di governo, composta da Kadima (Avanti), fondato da Sharon, da Avoda (Labor Party), dal partito dei Pensionati e, per una strana alchimia della politica israeliana,dagli religiosi ultra-ortodossi dello Shas. Ma il governo nel giorno del suo insediamento deve già fronteggiare una serie di difficoltà interne.

di Bianca Cerri

La leggenda degli iracheni che gettavano i loro bambini nel mare per costringere le navi di passaggio a raccoglierli e trasportarli fino ai porti australiani, fu inventata dal governo Howard per giustificare l'uso della forza contro le imbarcazioni dei profughi che tentavano di raggiungere le coste australiane. Smentito dagli stessi ufficiali di Marina chiamati in causa per avvalorarla, il primo Ministro diede loro dei bugiardi, iniziando così un odioso tira-molla che la dice lunga sulle politiche per l'immigrazione di Canberra. Dopo dieci anni di governo di destra l'Australia è divenuta una brutta copia degli Stati Uniti e, dietro un'ingannevole facciata democratica, si nascondono mercati impazziti e negazione assoluta dei diritti umani. I giornali fanno a gara per esaltare la "missione di pace" in Iraq e Afghanistan dei militari australiani, ma prestano pochissima attenzione agli iracheni e agli afghani che annegano al largo delle coste di casa nell'inutile tentativo di ottenere asilo politico.

di mazzetta

Non si può dire che l'amministrazione Bush manchi di determinazione nel conseguire le proprie determinazioni strategiche, per quanto spesso queste si rivelino sballate. All'indomani del 9/11 l'Amministrazione prese l'impegno di diminuire la sua dipendenza dal petrolio mediorientale e di sostituire quella fonte con petrolio di origine africana. Oggi, nel Maggio 2006, si può dire che questo riassetto sia quasi stato portato a termine, visto che l'Africa ha superato il Medioriente come area fornitrice di petrolio degli Stati Uniti. La questione è gravida di conseguenze sugli equilibri globali, sia perché i maggiori clienti degli Stati del Golfo sono ora europei ed asiatici, sia perché il nuovo assetto lascia agli USA mano libera nell'esercitare pressioni militari nella stessa area del Golfo e gli stessi USA diventano così ancora più protagonisti della politica africana, con grande danno delle popolazioni del continente.


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