di Alessandro Iacuelli

"A motivo della situazione di emergenza in cui si trova il sistema nazionale del gas naturale e dell'impegno richiesto per garantire la sicurezza delle forniture, il Ministero delle attività produttive, d'intesa con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, ha deciso di rinviare a data da definire la prevista Conferenza Nazionale Energia e Ambiente.
La nuova data potrà essere fissata solo dopo le prossime elezioni politiche."
Con questo scarno comunicato il Ministro Claudio Scajola si defila, assieme al resto del governo, dalla Conferenza sull'Energia, cedendo la patata bollente al governo che verrà, qualunque esso sia. Negli scorsi mesi, più volte esponenti dell'attuale governo - in particolare Scajola e Tremonti - avevano rinviato a tale Conferenza le risposte ad ogni pressione da parte di stampa e opinione pubblica su temi energetici ed ambientali.

di Sara Nicoli

Il Polo è all'attacco dell'assetto strategico della Rai. In piena campagna elettorale e intravedendo, di qui a breve, orizzonti meno felici sul fronte dell'asservimento del servizio pubblico tv alle ragioni del centro destra, il consiglio di amministrazione della Rai, a maggioranza polista, ha deciso di sferrare l'attacco decisivo all'autonomia dell'azienda. Prima che sia troppo tardi. Venticinque nomine saranno da oggi sul tavolo del settimo piano di viale Mazzini e, a parte una, non si tratta di incarichi di alta visibilità politica, bensì di poltrone di enorme potere decisionale ed economico, dalle quali dipende la gloria o la polvere dell'azienda sul fronte del mercato e dello sviluppo futuro. Tutto è partito mercoledì scorso quando il direttore generale, Alfredo Meocci, ha portato in consiglio la proposta di un cambio al vertice di Raidue: sostituire Massimo Ferrario, attuale direttore, con Antonio Marano, oggi responsabile degli acquisti dei diritti sportivi. Sul piano politico lo scambio non provoca particolari terremoti. Entrambi sono in quota Lega. Ma allora, perchè questa staffetta?

di Giovanna Pavani

Esiste un grado di importanza nella violenza sessuale? Quand'è che, insomma, uno stupro è "grave" e quando, invece, diventa "meno grave"? Sembra una domanda priva di qualsiasi fondamento, sia sotto il profilo giuridico che, soprattutto, umano. E invece no. La Corte di Cassazione è riuscita a stupire, con effetti tristemente speciali, attraverso una sentenza destinata a lasciare traccia, se non nella giurisprudenza, almeno nella coscienza delle donne. A sorpresa, i giudici del Palazzaccio hanno sancito che è meno grave lo stupro di una minorenne - anche se si tratta di una ragazzina di appena quattordici anni - se la vittima ha già ''avuto rapporti sessuali''. Perché ''é lecito ritenere'' che siano più "lievi" i danni che la violenza sessuale provoca in chi ha già avuto rapporti, con altri uomini, prima dell'incontro con il violentatore. Un'opinione discutibile scritta della Terza sezione penale della Cassazione, i cui componenti pensano -anzi ne sono più che sicuri, visto che hanno accolto quest'interpretazione (sostenuta dall'autore delle stupro) - che sia di più modeste proporzioni l'impatto devastante della violenza sessuale quando a subirlo e' una adolescente non più vergine.

di mazzetta

Il Consiglio di stato si è caricato letteralmente la croce in spalla e ha salito il Golgota dell'indecenza per difendere un simbolo religioso dal ricorso di una signora di origine finlandese che non lo apprezzava esposto nelle classi dei figli.
Sostengono al Consiglio, con un'improvvida sentenza, che Gesù Cristo in croce rappresenti valori meritevoli per la Repubblica Italiana, e che pertanto la sua presenza sia importante e giusta all'interno degli ambienti nei quali si istruiscono i nostri pargoli.
La Corte si fa quindi allo stesso tempo autorità teologica e interprete della storia patria per ricavare una sentenza che diversamente apparirebbe fondata sul nulla e contraria alla lettera della legge. L'interpretazione teologica, la parte cioè che attiene al significato della croce, non dovrebbe appartenere alle prerogative dei giudici, per i quali non è certo previsto da nessuna parte il diritto di intervenire a disciplinare, fino alla definizione, la natura del cristianesimo.

di Maurizio Coletti

Il Ministro Letizia Moratti Il passaggio finale della legge Fini - Giovanardi sarà dato dalla firma del Capo dello Stato. Qualcuno spera ancora in un atto di coraggio e resipiscenza, basato sui numerosi profili di incostituzionalità presenti nell'atto.
Ma Ciampi firmerà?
Se lo farà (come sembra probabile), saranno definitive le misure previste e che hanno fatto letteralmente ribellare la stragrande maggioranza del mondo che si occupa di dipendenze patologiche ed un numerosissimo stuolo di organizzazioni, associazioni, istituzioni della società civile.Due settimane fa, a Bruxelles, si è svolta una Conferenza organizzata dalla Commissione Europea ed intitolata "Civil Society and Drugs in Europe". Dopo molti anni, dalla Commissione hanno deciso che era l'ora di ascoltare la società civile a riguardo del Piano d'Azione 2005/2008 sui temi delle droghe.


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